Il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina da parte della francia ha aperto un nuovo capitolo in politica internazionale sul conflitto israelo-palestinese. Daniel Cohn-Bendit, figura di spicco della politica europea, sostiene che questa decisione rappresenti un passo necessario, a patto che sia accompagnata da trattative trasparenti che prevedano il riconoscimento di israele e della sua sicurezza da parte palestinese. Questo intervento potrebbe innescare un cambiamento anche a livello europeo e coinvolgere paesi come l’italia. I dettagli delle posizioni e le implicazioni di questa mossa sono al centro del dibattito.
La posizione di daniel cohn-bendit sul riconoscimento palestinese da parte della francia
Daniel Cohn-Bendit ha ricordato di sostenere da più di dieci anni il riconoscimento dello Stato di Palestina come condizione per riavviare una soluzione a due Stati nel Medio Oriente. Per lui, riconoscere ufficialmente quello che definisce “governo provvisorio dello Stato palestinese” a Ramallah è essenziale per dare legittimità politica ai territori palestinesi. Nel commentare la decisione francese, ha sottolineato la necessità di negoziati chiari. Il punto cruciale riguarda il reciproco riconoscimento: se la francia riconosce lo Stato di Palestina, allora la controparte palestinese deve riconoscere lo Stato di Israele e la necessità di garantire la sicurezza di quest’ultimo.
Un dialogo necessario
Cohn-Bendit considera questa doppia accettazione il presupposto per qualunque trattativa futura che possa risolvere il conflitto. L’ex leader verde ha evidenziato che non si tratta solo di un simbolo politico, ma di una condizione pragmatica per mettere fine a uno stallo che dura da decenni. Il negoziato deve partire da presupposti chiari, senza ambiguità sul diritto di esistenza e sicurezza di entrambe le parti.
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L’auspicio di un ruolo dell’unione europea e dell’italia nel riconoscimento
Per Cohn-Bendit l’azione della francia dovrebbe essere seguita da altri paesi europei e dall’Unione europea nel suo complesso. L’Unione, oggi frenata da regole che richiedono l’unanimità tra i membri, è bloccata da posizioni di stati come la germania, l’ungheria o la slovacchia, che ostacolano un pronunciamento chiaro sul riconoscimento della Palestina. Eppure, secondo Cohn-Bendit, se l’Ue adottasse la stessa linea della francia, potrebbe assumere un ruolo decisivo di mediazione tra le parti coinvolte, oltre a sostenere lo Stato palestinese in un confronto politico e anche nella lotta contro gruppi armati come Hamas.
Alcuni paesi – come la gran bretagna o la svezia – potrebbero già avvicinarsi a questa posizione senza troppi ostacoli, aggiunge il politico e scrittore franco-tedesco. Riconoscere la Palestina sarebbe un modo per rafforzare la posizione di quei paesi che da tempo chiedono la fine delle operazioni militari israeliane a Gaza e un cessate il fuoco immediato.
La posizione dell’italia
Anche l’italia dovrebbe allinearsi a questa linea, afferma Cohn-Bendit, che però non si pronuncia sulle intenzioni del governo guidato da Giorgia Meloni. Sottolinea però che non riconoscere la Palestina è, a suo avviso, una forma falsa di solidarietà verso Israele. Secondo lui, la sicurezza di Israele passa attraverso l’esistenza di uno Stato palestinese sovrano, che riconosca anche formalmente Israele.
Implicazioni politiche e possibili sviluppi della scelta francese
La decisione della francia apre la strada a un possibile cambiamento negli equilibri diplomatici. Cohn-Bendit si dice speranzoso che questa mossa possa far scattare un processo di evoluzione politica capace di far avanzare la questione palestinese oltre lo stallo attuale.
La posizione francese mette sotto pressione quei paesi che finora hanno evitato scelte nette, costringendo a un confronto più diretto sul tema. La prospettiva di trattative bilaterali che includano il riconoscimento reciproco e la sicurezza potrebbe creare condizioni meno polarizzate.
Sfide per l’unione europea
Rimane aperto il tema della coesione in europa e della capacità di coinvolgere attori come l’italia e altri paesi chiave. L’ostacolo della regola dell’unanimità che blocca iniziative comuni è un limite importante da superare. Se la francia riuscisse a trascinare altri stati verso una linea simile, il contesto diplomatico nel Medio Oriente potrebbe mutare in maniera significativa.
Cohn-Bendit ha chiuso con un’espressione di speranza, “inshallah”, auspicando che questa strategia porti a novità positive. Anche se la complessità resta alta, la mossa parigina del 2025 segna un punto di svolta nel confronto internazionale.