I tumori rappresentano una sfida sanitaria rilevante nel lazio, con oltre 46mila ricoveri e più di 32mila nuovi casi ogni anno. Per cercare di contenere l’impatto del cancro sul sistema sanitario regionale, la fondazione Aiom ha sottolineato l’importanza delle vaccinazioni per i pazienti oncologici. Cinque vaccini in particolare sono stati indicati come prioritari dagli specialisti. Questa priorità è stata al centro del convegno tenutosi al policlinico Umberto I di Roma, evento che fa parte di una campagna nazionale mirata a diffondere informazioni e favorire l’adesione alle immunizzazioni tra i malati di tumore.
L’impatto del cancro sul sistema sanitario del lazio
Nel lazio la pressione sanitaria derivante dai tumori è molto alta. Secondo i dati più recenti, ogni anno si registrano oltre 46mila ricoveri ospedalieri legati a diverse forme di cancro, accompagnati da più di 32mila diagnosi nuove. Questo dato evidenzia quanto la gestione delle malattie oncologiche pesi sulle strutture sanitarie regionali, creando una necessità di interventi mirati per ottimizzare le risorse e migliorare la qualità dell’assistenza ai pazienti.
Prevenzione attraverso le vaccinazioni
Per questo motivo, la strategia proposta dagli esperti si orienta verso la prevenzione delle complicanze infettive mediante vaccinazioni mirate. Queste ultime aiutano a ridurre le infezioni che possono aggravare il quadro clinico dei pazienti oncologici, facilitando così il percorso terapeutico. È chiaro che in una regione con un numero così consistente di pazienti affetti da tumori, in grado di generare un alto carico assistenziale, le vaccinazioni rappresentano un mezzo cruciale per evitare ulteriori ricoveri e complicazioni.
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Le cinque vaccinazioni raccomandate per i malati di tumore
La fondazione Aiom ha evidenziato cinque immunizzazioni considerate fondamentali per le persone con tumore, perché offrono protezione da infezioni diffuse e potenzialmente pericolose.
Il primo vaccino segnalato è quello anti-pneumococcico, indirizzato contro un batterio responsabile di polmoniti e altre infezioni gravi. Il secondo riguarda la vaccinazione antinfluenzale, che può prevenire complicanze legate a infezioni virali stagionali frequenti tra i pazienti immunodepressi.
Immunizzazione contro herpes zoster e hpv
Tra le immunizzazioni prioritarie c’è anche quella contro l’herpes zoster, noto come fuoco di Sant’Antonio. Questa patologia può causare irritazioni cutanee molto dolorose e complicazioni severe, specie per chi ha un sistema immunitario compromesso dal cancro o dalle cure oncologiche. Il vaccino usato è ricombinante e risulta consigliato indipendentemente dal tipo di tumore o terapia in corso.
Il quarto vaccino suggerito è contro il papillomavirus umano , protagonista nella comparsa di alcune neoplasie. La sua prevenzione assume un valore importante anche nei pazienti oncologici per ridurre il rischio di ulteriori patologie.
Infine, la quinta immunizzazione riguarda il vaccino anti-Covid-19, considerata una protezione essenziale vista la persistenza del rischio di infezioni gravi in questa categoria di persone.
Le difficoltà attuali e le proposte per migliorare l’accesso alle vaccinazioni nel lazio
Nel lazio l’applicazione di questi protocolli vaccinali tra i pazienti oncologici non è uniforme. Daniele Santini, responsabile dell’unità operativa complessa di oncologia medica al policlinico Umberto I, ha descritto una situazione a macchia di leopardo. Alcuni centri ospedalieri hanno già integrato le vaccinazioni nei percorsi ospedalieri, offrendo l’immunizzazione direttamente nelle strutture dedicate. Altri si appoggiano a convenzioni con le ASL territoriali, affidando a queste ultime il compito di somministrare i vaccini.
Eterogeneità nei percorsi e i rischi
Ci sono ancora diverse strutture oncologiche dove i percorsi di accesso alle immunizzazioni non sono stati organizzati. Questi vuoti rischiano di lasciare molti malati senza una protezione adeguata. Per superare tali criticità, occorre standardizzare le procedure, rendendo le vaccinazioni facilmente raggiungibili e disponibili in modo diffuso su tutto il territorio regionale.
Il superamento di queste disomogeneità è ritenuto prioritario anche per affrontare la diffidenza verso le vaccinazioni che ancora si registra tra alcuni pazienti. Andrea Botticelli, dirigente medico del polo ematologico e oncologico del policlinico Umberto I, ha sottolineato come l’esitazione vaccinale non abbia basi scientifiche ed è responsabilità degli operatori sanitari contrastarla con un adeguato counseling rivolto a pazienti, familiari e caregiver.
La campagna nazionale sulla vaccinazione nei pazienti oncologici
Per promuovere una maggiore conoscenza e adesione alle vaccinazioni fra i malati di tumore, fondazione Aiom ha avviato lo scorso aprile una campagna nazionale dal titolo “la vaccinazione nel paziente oncologico”. Questo progetto include un tour in dieci regioni italiane, con incontri tra oncologi, medici, associazioni di pazienti e membri del team multidisciplinare. L’obiettivo è moltiplicare i momenti di confronto e informazione sul valore delle immunizzazioni specifiche per questa categoria.
Strumenti e sostegno alla campagna
La campagna prevede anche la produzione di materiale informativo diffuso via opuscoli, spot e contenuti digitali, sostenuti da un portale dedicato aggiornato costantemente. La sponsorizzazione non condizionante di GlaxoSmithKline ha reso possibile l’iniziativa, offrendo risorse per estendere il messaggio a un pubblico ampio. Lo scopo è cambiare la percezione dei vaccini da parte dei pazienti oncologici, integrando la prevenzione vaccinale come parte integrante del percorso di cura.
La prima tappa del tour si è svolta proprio nel lazio, segnando un momento importante per la regione più colpita dall’incidenza oncologica, con la speranza di migliorare le risposte sanitarie e ridurre gli impatti negativi delle infezioni sui malati di tumore.