La direzione centrale anticrimine della polizia di stato ha festeggiato i suoi 20 anni di attività nella sede del polo tuscolano, davanti a autorità di primo piano come il ministro dell’interno matteo piantedosi, il capo della polizia vittorio pisani e il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo giovanni melillo. La ricorrenza ha messo in luce il ruolo cruciale di questa struttura nella prevenzione e nel contrasto alla criminalità organizzata, con numerose operazioni che hanno portato a catture di latitanti pericolosi e sequestri di beni. Cerchiamo di capire come si è sviluppata la direzione, quali risultati ha raggiunto e quali sfide ha affrontato in queste due decadi di lavoro.
Un modello operativo unico nella lotta alla criminalità organizzata
Vent’anni fa nasceva la direzione centrale anticrimine con l’obiettivo di mettere insieme la prevenzione e l’azione repressiva contro le organizzazioni criminali. A ricordarlo è stato il ministro dell’interno matteo piantedosi, che ha definito questa struttura come un unicum, perché capace di integrare l’attività di contrasto con il lavoro dell’autorità giudiziaria. Nel corso degli anni, questa “doppia anima” ha portato a risultati concreti, come la cattura di latitanti molto pericolosi e sequestri di beni per miliardi di euro, frutto di attività illecite. Oltre alla lotta alle mafie, la direzione ha affrontato fenomeni rilevanti come il traffico di stupefacenti, la tratta di esseri umani, casi di corruzione economico-finanziaria e episodi di violenza di genere. Questa capacità di intervenire in vari ambiti nasce da un approccio integrato e coordinato con diverse strutture investigative e giudiziarie.
Aggiornarsi per nuove sfide
Secondo piantedosi, la direzione si è mantenuta aggiornata nel tempo, pur cambiando le realtà criminali con cui deve confrontarsi. Questo adattamento ha permesso di intervenire anche su nuovi fronti, ampliando il proprio raggio d’azione. Collaborazioni con altre forze di polizia e autorità internazionali hanno aumentato la portata degli interventi e rafforzato l’efficacia di misure preventive e investigative.
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Coordinamento nazionale e controllo del territorio secondo vittorio pisani
Il capo della polizia vittorio pisani ha sottolineato il valore aggiunto della direzione centrale anticrimine nella capacità di offrire un coordinamento unico per misure preventive, controllo del territorio e attività investigative. Essendo in Italia presente una grande varietà di fenomeni criminali, dalle diverse mafie alla criminalità comune, la direzione rappresenta un punto di riferimento che raccoglie e unisce esperienze da tutta la penisola. Questo permette di trarre pratiche efficaci e modulare le strategie di contrasto sulla base delle esigenze locali.
Monitoraggio dati e strategie investigative
Pisani ha precisato che la direzione monitora e incrocia dati provenienti da varie attività, garantendo così un aggiornamento continuo delle strategie investigative. Questa centralizzazione riduce il rischio di sovrapposizioni e favorisce una visione complessiva che può anche anticipare i movimenti criminali o orientare meglio le indagini in corso. Nel panorama delle forze di polizia italiane, la direzione centrale anticrimine spicca per questo modello integrato che sta al passo con nuove esigenze e minacce.
La direzione centrale anticrimine: sviluppo e riorganizzazioni in 20 anni
All’inizio, la direzione centrale anticrimine riuniva diversi servizi come il servizio centrale operativo , il servizio controllo del territorio , il servizio polizia scientifica e l’ufficio affari generali. Nel 2017 è stato aggiunto il servizio centrale anticrimine per gestire le misure di prevenzione, aumentando il peso operativo della struttura. Da maggio 2024, il servizio di polizia scientifica è entrato a far parte della nuova direzione centrale per la polizia scientifica e la sicurezza cibernetica, creando un’ulteriore specializzazione su temi tecnologici in crescita.
Attuale composizione organizzativa
Oggi la direzione è composta da tre servizi operativi e dall’ufficio affari generali. Quest’ultimo si occupa di organizzazione, risorse e logistica a supporto del direttore. Il servizio centrale operativo svolge il ruolo chiave nelle indagini contro mafie, traffico di stupefacenti, tratta di persone e reati economici. Il servizio centrale anticrimine coordina le divisioni anticrimine nelle questure, occupandosi di misure preventive come il controllo amministrativo e i beni confiscati. Infine, il servizio controllo del territorio sovrintende a reparti specializzati che gestiscono la prevenzione e il pronto intervento sul territorio.
Questa struttura articolata riflette la complessità del fenomeno criminale sul territorio nazionale e la necessità di un intervento coordinato che copra più fronti, dalla prevenzione al contrasto diretto.
L’impegno contro la violenza di genere e la rete internazionale
La lotta contro la violenza di genere ha da sempre occupato un posto importante nelle attività della direzione centrale anticrimine. La campagna “questo non è amore” si rinnova da anni con iniziative rivolte a sensibilizzare e a prevenire fenomeni violenti, promuovendo collaborazioni con enti locali, associazioni e autorità giudiziarie. La direzione ha costruito protocolli specifici per migliorare l’assistenza e il supporto alle vittime, intervenendo anche a tempo di record quando si presentano situazioni di pericolo.
Collaborazioni e impegno internazionale
Il rapporto con la direzione nazionale antimafia e antiterrorismo è stretto e continuo. Questa intesa consente di seguire casi complessi, spesso legati a reti transnazionali, dove si susseguono indagini incrociate e scambi di informazioni con agenzie di polizia straniere. Le forze italiane rafforzano così il proprio ruolo su scenari internazionali coinvolgendo coordinamenti europei e mondiali.
Il lavoro svolto in questi vent’anni mette in evidenza un approccio che unisce prevenzione, investigazione e collaborazione oltre confine, aspetto indispensabile per fronteggiare fenomeni criminali sempre più articolati e dinamici.