Nel 1501, la chiesa di San Francesco a Brescia ricevette un’opera di grande valore artistico e spirituale: una croce processionale creata da Gian Francesco dalle Croci, uno dei rappresentanti più noti dell’oreficeria lombarda tra Quattrocento e Cinquecento. Nel luglio 2025, questo prezioso manufatto partirà per Firenze, destinazione l’Opificio delle Pietre Dure, dove resterà per tutto il 2026 per un intervento di restauro e studio approfondito, seguito dalla soprintendenza delle province di Bergamo e Brescia.
La storia della croce e l’eredità di frate francesco sansone de brixia
La croce processionale nasce grazie ad un lascito testamentario di frate Francesco Sansone de Brixia, ministro generale dell’Ordine francescano dal 1475 al 1499. Fu proprio Sansone a commissionare l’oggetto con precise indicazioni iconografiche per rappresentare un vero e proprio santorale dedicato ai santi francescani più influenti. L’opera doveva enfatizzare il legame tra san Francesco e Cristo, mettendo in scena la figura del santo mentre riceve le stimmate, a cui si affiancano i rappresentanti dell’ordine sui bracci della croce.
Un contesto storico-significativo
Il contesto storico vede frate Sansone non solo come committente ma come erudito che influenzò direttamente la raffigurazione religiosa dell’opera. L’idea di realizzare un santorale in forma liturgica rappresenta un esempio significativo di come la devozione e l’arte venissero unite nelle opere sacre di quel periodo. Qui si intrecciano fede, iconografia e prestigio religioso con la tradizione orafa lombarda.
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Tecniche orafe e decorazioni iconografiche dell’opera di gian francesco dalle croci
Gian Francesco dalle Croci apparteneva a una famiglia di orafi e argentieri di Brescia, attiva da generazioni. La croce processionale fu eseguita in argento fuso, con lavorazioni di sbalzo e doratura che ne aumentarono la qualità estetica e materiale. A impreziosire ulteriormente l’opera, smalti policromi e rilievi a niello decorano le superfici, illustrando scene legate alla passione e resurrezione di Cristo tra le figure dei santi francescani.
Dettagli della tecnica niello e smalti policromi
Il niello, tecnica che prevede incisioni riempite da una lega di rame, argento e zolfo, permette un effetto di forte contrasto e profondità alle miniature riportate sulla croce. L’uso di smalti colorati introduce un effetto policromo che non solo abbellisce l’oggetto ma funge anche da segno di valore simbolico per la devozione espressa nel manufatto. Le rappresentazioni iconografiche su entrambi i lati della croce evidenziano la simbiosi tra san Francesco e la figura del Cristo crocifisso, sottolineandone il rapporto spirituale intimo.
Il progetto di restauro all’opificio delle pietre dure e la collaborazione con la soprintendenza
La croce, già riconosciuta come uno dei capolavori dell’oreficeria rinascimentale lombarda, sarà oggetto di un importante restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, iniziando il 29 luglio 2025 e proseguendo per tutto il 2026. L’intervento si svolgerà in collaborazione con la soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia.
Le fasi del restauro e dello studio
Il progetto prevede un’ampia fase di studio e ricerca, oltre alla conservazione fisica, con il monitoraggio diretto da parte della soprintendenza su tutte le operazioni. Saranno analizzate le tecniche di realizzazione originarie e le condizioni attuali della croce, per definire in modo puntuale gli interventi necessari a preservare l’opera da ulteriori danni. Tale intervento rientra in un accordo specifico tra i due enti, volto a tutelare questo importante bene culturale.
La destinazione finale e l’impegno della comunità francescana
Al termine delle operazioni, la croce farà ritorno a Brescia, esposta nella sagrestia della chiesa di San Francesco. Verrà conservata all’interno di una teca realizzata appositamente, per proteggerla e renderla fruibile a fedeli e visitatori. Questa soluzione è stata voluta dal frate guardiano Alberto Tortelli e supportata dalla comunità francescana locale, impegnata nella valorizzazione dell’oggetto.
Il restauro coincide con l’ottavo centenario del Cantico delle Creature, opera fondamentale di san Francesco, che aggiunge un valore simbolico all’intervento. La croce tornerà così a svolgere il suo ruolo liturgico e artistico, rappresentando un collegamento diretto tra il passato religioso e culturale di Brescia e il presente. L’iniziativa conferma quanto il patrimonio artistico sacro continui a essere un punto di riferimento attivo nella vita della comunità.