La consulta conferma il divieto di costruzione entro i 150 metri dal mare in sicilia

La consulta conferma il divieto di costruzione entro i 150 metri dal mare in sicilia

La Corte Costituzionale conferma il divieto assoluto di edificare entro 150 metri dalla battigia in Sicilia, rafforzando la tutela ambientale e paesaggistica contro l’edilizia abusiva lungo le coste.
La Consulta Conferma Il Diviet La Consulta Conferma Il Diviet
La Corte Costituzionale ha confermato il divieto assoluto di costruire entro 150 metri dalla battigia in Sicilia, rafforzando la tutela ambientale delle coste e chiedendo la rimozione delle strutture abusive esistenti. - Gaeta.it

La Corte Costituzionale ha respinto ogni questione sollevata contro il divieto assoluto di edificare entro i 150 metri dalla battigia in Sicilia. La sentenza, emessa il 25 marzo 2025 e depositata il 23 maggio, conferma il rigoroso vincolo previsto dalla legge regionale sin dal 1976, applicabile a tutti senza eccezioni. Questa decisione riafferma la tutela delle coste siciliane contro l’espansione edilizia illegale.

La sentenza della corte costituzionale e il contesto normativo siciliano

Il 25 marzo 2025 la Corte Costituzionale ha emesso la sentenza n. 72 che respinge le questioni di legittimità avanzate dal Consiglio di giustizia amministrativa di Sicilia. Il fulcro del pronunciamento riguarda l’articolo 2, comma 3, della legge regionale 15 del 1991, che sancisce l’immediata efficacia del divieto assoluto di costruire entro un raggio di 150 metri dalla battigia, come previsto dall’articolo 15 della legge regionale numero 78 del 1976.

Vincolo paesaggistico e ambientale

Questa norma vieta qualsiasi intervento edificatorio sulla fascia costiera più prossima al mare, riconoscendo il valore paesaggistico e ambientale di tali aree. La Corte ha confermato che la disposizione è da applicare a tutti senza exceptioni, blindando così gli arenili da nuove costruzioni o modifiche che ne compromettano l’aspetto naturale. Questo pronunciamento mette un punto fermo a quelle dispute legali nate negli ultimi decenni sui limiti della legge e sulle interpretazioni più flessibili.

L’impatto del divieto di edificazione sulla costa siciliana

In Sicilia, quella fascia di 150 metri dalla battigia è da decenni considerata inedificabile per preservare le spiagge e mantenere intatto il paesaggio marino. Eppure, nonostante il divieto assoluto sancito da quasi cinquant’anni, negli ultimi decenni si sono registrati numerosi casi di costruzioni abusive.

Dati sulla cementificazione e gli abusi

Secondo Legambiente Sicilia, fra il 1989 e il 2024 quasi il 9% della costa siciliana è stato soggetto a cementificazione irregolare, cancellando tratti di spiaggia e modificando l’ecosistema costiero. I tentativi di sanare queste situazioni con pratiche amministrative che avrebbero legittimato l’abuso sono stati frequenti, generando incertezza e danni ambientali permanenti. La sentenza della Consulta ribadisce la necessità di rispettare la legge fin dalle sue origini, che vieta assolutamente ogni nuova struttura in questa fascia.

Il ruolo di legambiente sicilia e le richieste post-sentenza

Legambiente Sicilia ha commentato la sentenza come un passo decisivo per fermare le violazioni del vincolo di inedificabilità lungo la costa. Tommaso Castronovo, presidente dell’associazione, ha sottolineato che “la decisione blocca definitivamente ogni interpretazione flessibile che in passato ha permesso costruzioni abusive.”

L’associazione ha esortato gli enti competenti ad avviare rapidamente la demolizione di tutte le strutture abusive ancora presenti entro la zona vietata. Lo scopo è restituire le spiagge sottratte al cemento ai loro stati naturali, favorendo la tutela ambientale e la fruizione pubblica. Questa richiesta segue la linea della tutela paesaggistica e della legalità ambientale, che la sentenza rafforza in modo netto ed esecutivo.

Riflessi sulla tutela ambientale e sul futuro delle coste siciliane

Questa decisione, oltre a riaffermare un importante principio normativo, segna un cambio chiaro nel contrasto all’edilizia abusiva lungo le coste. Il fermo della Corte Costituzionale crea un precedente che potrà influire sulle politiche ambientali regionali e nazionali, indicando la direzione da seguire nel proteggere le spiagge da interventi impattanti.

Prospettive future e azioni da intraprendere

Nei prossimi mesi, sarà cruciale osservare come gli enti regionali e locali risponderanno all’appello per demolire le strutture abusive. La legge e la giustizia hanno indicato un percorso chiaro, restituire le coste al loro ambiente naturale. Questo potrebbe contribuire anche a invertire trend di degrado e preservare quei territori a vocazione turistica e naturale, che rappresentano una risorsa fondamentale per la Sicilia.

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