L’arte come strumento di resistenza e consolazione: è questo il messaggio centrale della mostra “Realtà epica” del celebre artista Ivan Marchuk, visitabile a Roma fino al 24 febbraio. L’evento, organizzato dall’Ambasciata dell’Ucraina presso la Santa Sede, offre un’importante opportunità per avvicinarsi all’opera di uno dei più riconosciuti pittori ucraini, che ha saputo trasformare la sua vita e la sua arte in un grido di speranza di fronte alle difficoltà storiche e personali.
La vita e l’arte di Ivan Marchuk
Ivan Marchuk è nato nel 1936 nel villaggio di Moskalivka, nell’Ucraina occidentale, in un contesto di grande povertà. Fin da piccolo ha mostrato una passione innata per la pittura, creando opere utilizzando il succo dei fiori e ogni materiale a sua disposizione. Cresciuto in una famiglia con poche risorse economiche, la sua dedizione all’arte è stata costante. Dopo aver completato gli studi presso la Scuola di Arti decorative e applicate di Ivan Trush e l’Università di Arti decorative a Lviv, si trasferisce a Kyiv, dove inizia a lavorare in contesti artistici controllati dal regime sovietico. La sua opera si distingue per l’assenza di conformità alle aspettative del realismo socialista.
Marchuk si dedica a esplorazioni artistiche che non sono state valutate positivamente dal regime sovietico, subendo una continua censura e limitazioni. Le sue opere, non figurative e astratte, sono state ritenute ideologicamente pericolose e sistematicamente escluse dalle mostre ufficiali. Così, ha dovuto trovare spazi alternativi per esporre i suoi lavori, ottenendo comunque riconoscimenti in ambienti non ufficiali, come cliniche e biblioteche.
Leggi anche:
Il pliontanismo: un’innovazione artistica
La carriera di Ivan Marchuk è contrassegnata dall’evoluzione di uno stile unico chiamato “pliontanismo”, che ha trovato le sue origini in un episodio significativo della sua vita artistica. Nel 1972, durante una visita a Sedniv, Marchuk fu colpito dalla bellezza della foresta spoglia nel mese di novembre, un’esperienza che ispirò la sua nuova tecnica. Imparò così a intrecciare colori e forme, creando un linguaggio visivo del tutto innovativo, che gli ha permesso di esprimere emozioni complesse attraverso l’arte.
Marchuk ha continuato a esplorare e sviluppare questo stile per tutta la sua carriera, facendosi conoscere non solo in Ucraina ma anche a livello internazionale. Oggi il “pliontanismo” è riconosciuto come un approccio distintivo nel panorama artistico contemporaneo. Le opere di Marchuk, cariche di emozione e riflessione, invitano lo spettatore a cogliere le sfumature dell’umano e a immergersi in un mondo di sensazioni che vanno al di là della mera rappresentazione visiva.
Il ritorno all’arte dopo anni di silenzio
Dopo un lungo periodo di vita all’estero, Marchuk è tornato in Ucraina nel 2011. Tuttavia, l’aggressione militare russa che ha colpito il suo paese nel 2022 ha segnato un nuovo capitolo nella sua esistenza. A dispetto della sua età e del dolore per la sofferenza del popolo ucraino, l’artista ha sentito la necessità di ricominciare a lavorare, utilizzando la sua arte come mezzo di resistenza e conforto. Le esperienze legate alla guerra hanno ispirato alcune delle sue ultime opere, ma al tempo stesso lo hanno portato a una profonda riflessione sulla natura dell’arte in questi frangenti.
“Ho bisogno di far sentire le persone bene,” ha dichiarato Marchuk, spiegando il suo rifiuto di dipingere quadri che rappresentino la guerra e la sofferenza. “La gente ha già vissuto tutto questo nella realtà e ha bisogno di essere confortata. Non voglio abbatterli ulteriormente.” La missione di Marchuk non è più quella di documentare la brutalità del conflitto, ma di portare un messaggio di speranza attraverso l’arte, un modo per allontanare temporaneamente gli spettatori dall’orrore quotidiano e invitarli a riflettere su aspetti più luminosi e umani della vita.
L’eredità di un artista di fama internazionale
Con oltre 200 mostre personali e il riconoscimento internazionale come uno dei “100 geni del nostro tempo” secondo il “Daily Telegraph”, Ivan Marchuk rappresenta un esempio di dedicazione e resilienza nell’arte. La sua carriera è una testimonianza della forza creativa e della capacità di resistere agli ostacoli, simbolo di una generazione di artisti che ha saputo confrontarsi con le restrizioni del potere. La mostra a Roma non è solo un’opportunità per ammirare le opere di un grande maestro, ma anche un invito a riflettere sulle sfide affrontate e superate.
A Roma, i visitatori possono esplorare circa sessanta opere che raccontano la vita e i sentimenti di un artista che ha trasformato il dolore in bellezza. Con la mostra “Realtà epica”, Ivan Marchuk continua a ispirare e a trasmettere il suo messaggio.