Il cambiamento climatico sta modificando il volto delle principali città italiane, aumentando rischi legati al caldo estremo e alle inondazioni. Un nuovo rapporto del Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici presenta una prima valutazione dettagliata dei pericoli ambientali e sanitari che l’Italia dovrà affrontare da qui alla fine del secolo. La ricerca descrive le condizioni attuali e future in città come Bologna, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia, evidenziando la necessità di strategie mirate per limitare gli effetti di questi fenomeni.
Il rapporto cmcc e la valutazione del rischio climatico in italia
La fondazione CMCC ha realizzato la prima analisi integrata del rischio climatico per le aree urbane italiane di maggior rilievo. Lo studio raccoglie dati e previsioni dei fattori che influiscono sull’ambiente e sulla salute pubblica, concentrandosi sul duplice problema delle ondate di calore e delle alluvioni urbane. Le città selezionate per l’analisi presentano caratteristiche molto diverse tra loro, ma condividono un trend comune: durante gli ultimi 30 anni le temperature medie sono aumentate in modo abbastanza uniforme, portando a situazioni di disagio ogni estate.
Le ricadute sulla salute e territorio
Partendo da questo fenomeno, il rapporto analizza le ricadute che l’ulteriore innalzamento termico potrà avere sulla mortalità e sul benessere dei cittadini. L’aumento della temperatura combina effetti diretti, come il peggioramento di alcune patologie cardiovascolari e respiratorie, con conseguenze indirette legate alla minore efficacia di infrastrutture urbane nel gestire episodi estremi di caldo. Lo studio si concentra anche sull’aggravamento del dissesto idrogeologico, con eventi di pioggia sempre più intensi ma irregolari, capaci di generare allagamenti e danni alle aree urbane.
Leggi anche:
Sebbene vi siano differenze tra città per posizione e caratteristiche climatiche, tutte sono esposte a una crescita del rischio climatico e necessitano di piani di adattamento specifici. Senza interventi mirati, l’impatto sui sistemi sanitari e sulle strutture di gestione del territorio potrebbe diventare sempre più severo.
Aumento delle ondate di calore e conseguenze sanitarie nelle città italiane
Le ondate di calore stanno diventando più frequenti e intense. Il rapporto CMCC evidenzia come città importanti come Napoli, Milano, Torino e Roma abbiano già sperimentato incrementi considerevoli nel numero di giorni caratterizzati da temperature molto elevate. Napoli, in particolare, ha registrato oltre 50 giorni con caldo intenso in più rispetto ad alcuni decenni fa. Milano ha riscontrato una crescita di circa 30 giorni, mentre Torino e Roma si attestano poco sotto tale soglia.
Impatti sulla salute pubblica
Questo aumento del caldo non è solo statistica ma ha ripercussioni dirette sulla salute pubblica. Le ondate di calore si associano a un’incrementata mortalità soprattutto tra le fasce più vulnerabili, come anziani e persone con malattie croniche. L’eccesso di temperature provoca anche un aumento degli accessi alle strutture ospedaliere per colpi di calore, scompensi cardiaci o problemi respiratori acuti.
In risposta a questo scenario, diverse città italiane stanno sviluppando strategie di adattamento. Le misure includono la creazione di spazi verdi urbani per mitigare l’effetto isola di calore, l’installazione di sistemi di raffrescamento pubblico e campagne di informazione per sensibilizzare la popolazione sui rischi associati. Questi interventi hanno dimostrato di ridurre la gravità degli impatti, ma richiedono un impegno continuo e un adeguamento costante ai dati aggiornati sulle condizioni climatiche.
Il rapporto CMCC sottolinea che senza un’efficace gestione del rischio associata alle ondate di calore, il carico sulla salute pubblica crescerà in modo preoccupante fino alla fine del secolo.
Allagamenti in aumento e trasformazioni idrologiche nei centri urbani
Un altro capitolo spicca nel rapporto: la crescita degli allagamenti e i fenomeni connessi al dissesto idrogeologico nelle città. Il livello del mare e i cambiamenti delle precipitazioni influenzano in modo significativo aree vulnerabili come Venezia, che ha visto un innalzamento della marea di oltre 30 centimetri negli ultimi 150 anni.
Eventi e conseguenze
Negli ultimi dieci anni a Venezia il livello dell’acqua ha superato la soglia critica almeno 40 volte, causando ripetuti episodi di “acqua alta” con pesanti conseguenze su abitazioni, viabilità e patrimonio artistico. La situazione si presenta opposta a quella di Milano, dove negli ultimi decenni sono stati registrati circa 150 eventi di piena da fenomeni temporaleschi o da rottura di corsi d’acqua. Le piogge diventano meno frequenti ma più intense, sfidando la capacità di drenaggio e ampliando il rischio di allagamenti improvvisi.
Questi eventi rappresentano una minaccia crescente per le infrastrutture urbane. Le zone più esposte comprendono le aree a bassa quota, ma anche quartieri densamente popolati con reti fognarie incapaci di assorbire grandi quantità di acqua in breve tempo. Il rapporto invita a sviluppare interventi mirati per migliorare la gestione idrica, come sistemi di raccolta temporanea, tubazioni più capienti e una pianificazione urbana attenta al rischio idrogeologico.
Senza tali misure, le città italiane dovranno fronteggiare danni sempre più gravi a case, negozi, strade e trasporti, con costi sociali ed economici elevati, insieme alla perdita di vite umane.
Città italiane e strategie per ridurre i rischi climatici
Il rapporto del CMCC offre anche un quadro delle tecniche e dei piani adottati da alcune città italiane per arginare gli impatti del cambiamento climatico. Bologna, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia lavorano su approcci specifici ma condividono la consapevolezza che azioni concrete devono coinvolgere più ambiti: piano urbanistico, salute pubblica, gestione delle emergenze.
Esempi di iniziative
Milano, ad esempio, ha avviato progetti di estensione delle aree verdi e di pavimentazione permeabile per migliorare l’assorbimento dell’acqua piovana. Roma sta investendo in sistemi di monitoraggio delle ondate di calore, attivando centri di accoglienza per le persone più a rischio. Venezia continua a potenziare le barriere mobili per il controllo delle maree alte, oltre a un piano costante di manutenzione delle dighe.
In tutte le città si cerca di instaurare forme di collaborazione tra enti locali, istituzioni sanitarie e comunità, per aumentare la preparazione ai disagi causati dal clima. I programmi coinvolgono anche campagne informative per stimolare comportamenti difensivi da parte dei cittadini.
La preparazione si basa su dati scientifici, come quelli del rapporto CMCC, ma richiede scelte politiche salde e risorse dedicate per realizzare gli interventi. Senza questi elementi, le città rischiano di trovarsi impreparate di fronte a eventi climatici sempre più frequenti e intensi.