Italia, tra denatalità e invecchiamento: come il Mezzogiorno prova a trasformare il rischio in opportunità

Italia, tra denatalità e invecchiamento: come il Mezzogiorno prova a trasformare il rischio in opportunità

Italia e Mezzogiorno affrontano invecchiamento e spopolamento, puntando su silver economy, innovazioni digitali e inclusione sociale per sostenere anziani, famiglie e sviluppo territoriale.
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L'articolo analizza l'invecchiamento della popolazione italiana, soprattutto nel Sud, e propone soluzioni innovative come la silver economy, tecnologie digitali per l'assistenza e iniziative culturali per sostenere anziani e famiglie, valorizzando inclusione e pari opportunità. - Gaeta.it

L’Italia affronta un fenomeno demografico molto delicato: la popolazione sta invecchiando rapidamente e i territori, soprattutto al Sud, si svuotano. Il calo dei nati e lo spopolamento delle aree interne mettono in crisi il modello sociale e il welfare tradizionale.

Oltre alla domanda su come aiutare le nuove generazioni a formare famiglie, emerge l’idea di un cambio di prospettiva, che consideri l’invecchiamento come uno stimolo per nuove economie e soluzioni sociali. A questo tema si sono confrontati esperti, operatori e istituzioni nel convegno “Generazioni in mutamento – 2° Focus Sud e futuri”, organizzato dalla Fondazione Magna Grecia a Scilla, dal 24 al 25 luglio 2025.

Il contesto demografico del mezzogiorno

L’Italia registra un calo costante delle nascite dal dopoguerra, ma il fenomeno risulta più grave al Mezzogiorno, dove i territori rurali si svuotano e restano pochi giovani. Qui la fragilità sociale cresce, con un impatto diretto su welfare e servizi.

Solo in Italia, oggi, si contano circa 14 milioni di persone over 65, pari al 24% della popolazione totale e destinati a crescere ulteriormente. In particolare, oltre il 70% degli anziani vive solo, senza figli o familiari che possano farsi carico della loro assistenza quotidiana.

Questo smantella il modello tradizionale di cura basato sul nucleo familiare e spinge a ripensare la politica sociale e i servizi sul territorio.

Una sfida complessa

Al centro del dibattito c’è l’urgenza di affrontare non solo le difficoltà della denatalità, ma anche come gestire una popolazione sempre più anziana senza lasciare indietro nessuno.

Questo richiede un lavoro congiunto tra istituzioni, terzo settore e innovazione tecnologica, per offrire nuove possibilità di assistenza e integrazione sociale nelle aree più fragili. Il Mezzogiorno, con le sue reti informali storiche, gode però di una base su cui costruire nuovi modelli di solidarietà e sviluppo.

La silver economy per riqualificare i borghi abbandonati al sud

Tra le proposte emerse, spicca quella di trasformare i borghi abbandonati in vere e proprie comunità per anziani attivi, ispirandosi all’esperienza dei villaggi anglosassoni.

Fabio Miraglia, imprenditore e presidente di Giomi Rsa, ha spiegato come si potrebbero dedicare oltre un milione di metri quadri a questi villaggi, dove anziani da tutta Italia trovano servizi e occasioni di socialità in contesti storici e paesaggistici unici.

Obiettivi e innovazioni

L’obiettivo è creare modelli abitativi che uniscano privacy e condivisione, grazie al digitale che consente il monitoraggio sanitario e la domiciliazione dei servizi.

Questo approccio produrrebbe una ricaduta positiva sul territorio, ridando slancio locale e favorendo anche nuovi posti di lavoro.

Non si tratterebbe solo di volontariato ma di vere e proprie economie locali integrate con le nuove tecnologie. Miraglia ha sottolineato anche il ruolo della tecnologia nel rafforzare i legami familiari, con figli e nipoti diventati “caregiver digitali” capaci di accompagnare anziani meno autonomi nell’uso degli strumenti digitali e di assistenza.

Digitale e assistenza: innovazioni nella rete sanitaria

La tecnologia si conferma uno strumento cruciale per garantire autonomia e continuità dell’assistenza.

Rocco Mammoliti, responsabile sicurezza informatica delle Poste Italiane, ha illustrato il progetto Police, che integra gli uffici postali con servizi pubblici e sanitari, creando un unico punto di riferimento per le prenotazioni e la consegna dei referti.

Questo mantiene vivi i presidi territoriali e offre agli anziani una rete di relazione e assistenza vicina, fondamentale nelle zone isolate.

Startup e dispositivi medici innovativi

Dal mondo delle startup arriva Policardio, che ha sviluppato un dispositivo indossabile per fare ECG e holter direttamente a casa con qualità ospedaliera.

Il sistema si collega in automatico con il medico e, in caso di necessità, avvisa i familiari. Questo strumento punta a superare la difficoltà degli anziani di trovare risposte rapide e a ridurre il senso di abbandono.

A questa innovazione sanitaria digitale si aggiunge il settore assicurativo, che orienta prodotti e servizi verso la prevenzione, promuovendo abitudini sane con app dedicate e supporti economici per l’assistenza domiciliare continuativa.

Parità di genere e sostenibilità sociale nella longevità

Rossana Oliva De Conciliis, presidente onoraria della Rete per la parità, ha ricordato che ogni progetto rivolto alla silver economy deve tener conto delle differenze di genere.

Le donne vivono più a lungo ma affrontano più frequentemente condizioni di fragilità economica e sociale durante la vecchiaia. Questo crea pericolo di esclusione e povertà, soprattutto nelle aree più deboli del Mezzogiorno.

Il richiamo è a politiche che garantiscano uguali diritti e opportunità anche nella progettazione di servizi per anziani, per evitare che le diseguaglianze si accentuino nel tempo.

Valorizzare le reti sociali e familiari

Garantire equità significa anche riconoscere il valore delle reti sociali e familiari, che spesso vedono nelle donne il perno della cura e del sostegno quotidiano.

Ogni iniziativa deve quindi integrare attenzione alle differenze di genere con interventi concreti per ridurre l’isolamento e fornire supporto economico e sociale.

Cultura e famiglie: un patrimonio accessibile per la genitorialità e l’inclusione sociale

Il calo delle nascite si lega anche a paure diffuse tra i giovani, come quella di perdere occasioni professionali, sociali e culturali.

Da questa considerazione è nata la riflessione sul ruolo della cultura come strumento di identità, apprendimento e cittadinanza.

Fondazione Magna Grecia ha promosso con sociologi e studiosi una ricerca che ha sottolineato l’importanza di rendere il patrimonio culturale accessibile alle famiglie.

Esperienze culturali inclusive e progetti innovativi

Francesco Pisani, docente di neuropsichiatria infantile, ha spiegato come la visita a musei o siti archeologici stimoli nei bambini la curiosità e la capacità di osservare e interpretare il mondo.

Questo tipo di esperienza può educare anche i genitori nel valore della bellezza e della condivisione.

In questo senso, startup come Guides4You hanno sviluppato dispositivi e app che permettono anche a non vedenti o bambini piccoli di vivere esperienze culturali più ricche e inclusive.

Un progetto simbolo in quest’ambito è il “passaporto della cultura” promosso dalla Fondazione Medicina a misura di donna, che consegna alle neomamme un documento che consente l’ingresso gratuito a decine di musei piemontesi, esteso anche ad altri territori.

Questo passaporto vuole creare un legame tra nuovo nato, famiglia e patrimonio culturale, riconoscendo nella cultura un fattore che può migliorare la qualità della vita e promuovere legami forti tra generazioni.

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