Il conflitto tra Israele e Hamas ha riacceso il dibattito sulle relazioni regionali e sull’equilibrio geopolitico in Medio Oriente. A pochi giorni dall’attacco del 7 ottobre 2023, la politologa Sharon Nizza analizza la situazione attuale, sottolineando come le percezioni israeliane sulle intenzioni di Hamas possano aver contribuito a una crisi senza precedenti. Nizza discuterà questi temi nel suo libro, “7 Ottobre 2023. Israele, il giorno più lungo,” presentato presso lo Spazio Mastai.
Le intenzioni di Hamas sottovalutate da israele
Nella sua analisi, Sharon Nizza evidenzia come la percezione da parte di Israele di Hamas come un attore razionale possa essere stata fuorviante. Secondo Nizza, questo approccio ha portato a una grave sottovalutazione delle reali motivazioni del gruppo militante, sottolineando che, contrariamente a quanto ritenuto da molti in Israele, Hamas non è interessato semplicemente al benessere dei palestinesi. La politologa afferma che l’ideologia di Hamas rifiuta la presenza ebraica in qualsiasi forma, anche nei territori palestinesi ufficialmente riconosciuti come parte delle delicate negoziazioni.
Nizza spiega che Israele ha cercato di trattare con Hamas attraverso mediazioni, che coinvolgono attori internazionali come Qatar, Stati Uniti, Egitto e ONU, senza prendere in considerazione la natura irriducibile del gruppo. La convinzione che Hamas fosse disposto a partecipare a discussioni ragionevoli ha portato a un’incomprensione delle dinamiche più profonde del conflitto, aumentando il rischio di escalation e violenza. Tale mancata percezione della radicalità dell’ideologia di Hamas ha reso più difficile una vera risoluzione della crisi.
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Accordi di abraham e critiche superficiali
In merito agli “Accordi di Abramo“, Nizza sostiene che questi accordi continuano a mantenere una certa stabilità , nonostante le tensioni attuali e il conflitto armato nella Striscia di Gaza. L’accordo ha avuto lo scopo di normalizzare i rapporti tra Israele e alcuni paesi arabi, testando la disponibilità dell’Arabia Saudita a entrare in un dialogo simile. Sebbene ci siano voci critiche provenienti da paesi arabi moderati, Nizza sostiene che queste critiche siano in gran parte di facciata, mascherando una realtà di negoziazioni che avvengono sotto il tavolo.
Il contesto geopolitico è complicato, e le relazioni tra Israele e i paesi arabi non possono essere comprese solo attraverso le dichiarazioni pubbliche. Spesso, i leader nei paesi arabi si mostrano critici nei confronti di Israele per mantenere una certa credibilità interna, mentre nel privato potrebbero essere favorevoli a forme di cooperazione che soddisfano le loro esigenze di sicurezza e stabilità . L’analisi di Nizza evidenzia la complessità delle relazioni nel Medio Oriente, dove le interazioni politiche avvengono più spesso tramite canali non ufficiali.
Antisemitismo e il ruolo dei social media
Sharon Nizza sottolinea un’altra dimensione cruciale nella discussione attuale: l’aumento dell’antisemitismo, specialmente amplificato dai social media. Secondo Nizza, questi canali hanno contribuito a diffondere un fenomeno in crescita, rendendo più visibili e raggiungibili messaggi di odio e disinformazione. L’era digitale ha creato un ambiente in cui le opinioni si polarizzano e i messaggi estremisti possono diffondersi rapidamente, superando le misure di controllo e prevenzione tradizionali.
Tale sviluppo è particolarmente preoccupante in un contesto in cui le dinamiche sociali possono influenzare le percezioni politiche e contribuire a un deterioramento delle relazioni tra diverse comunità . Nizza ricorda che la lotta contro l’antisemitismo è ulteriormente complicata dalla mancanza di attenzione istituzionale e pubblica a questo problema. È essenziale sviluppare strategie più efficaci per contrastare questo fenomeno, attraverso un’informazione più consapevole e un dialogo più profondo che affronti le radici del pregiudizio e dell’intolleranza.
Le considerazioni di Nizza rappresentano un importante punto di riflessione sulla necessità di un approccio più sfumato e informato verso le questioni che affliggono il Medio Oriente, sottolineando l’importanza di comprendere la complessità degli attori coinvolti e delle situazioni in atto.