Infortunio sul lavoro a Busano: otto indagati rinviati a giudizio per lesioni e favoreggiamenti

Infortunio sul lavoro a Busano: otto indagati rinviati a giudizio per lesioni e favoreggiamenti

Un infortunio sul lavoro del 2018 alle Officine Meccaniche Piemontesi porta a un processo che coinvolge otto indagati, sollevando interrogativi su sicurezza e responsabilità aziendale.
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Infortunio sul lavoro a Busano: otto indagati rinviati a giudizio per lesioni e favoreggiamenti - Gaeta.it

Un grave infortunio sul lavoro si è trasformato in un caso giudiziario che coinvolge diverse figure professionali. Nel luglio 2018, un dipendente delle Officine Meccaniche Piemontesi, storica azienda nel settore automotive fondata nel 1956, ha subito la parziale amputazione di una falange. A distanza di sei anni, il Gip Fabio Rabagliati ha concluso le indagini rinviando a giudizio un gruppo di otto persone, comprese le figure di spicco della ditta e alcuni membri dell’Asl To4. L’inchiesta solleva interrogativi su procedure di sicurezza e responsabilità aziendale.

L’infortunio e le sue conseguenze

L’incidente avvenuto nel 2018 ha avuto un impatto significativo tanto sulla vita della vittima quanto sull’azienda coinvolta. L’operaio, mentre svolgeva le sue mansioni in uno dei capannoni dell’Officine Meccaniche Piemontesi a Busano, ha subìto un infortunio che ha portato alla perdita parziale di un dito. La gravità della situazione ha allertato le autorità competenti, dando il via a un processo investigativo che ha esaminato le circostanze sotto le quali è avvenuto l’incidente.

Secondo quanto ricostruito dalla Pubblica Accusa, la mancanza di dotazioni di sicurezza adeguate e il non rispetto delle normative sul lavoro avrebbero contribuito a creare un ambiente di lavoro pericoloso. Le Officine Meccaniche Piemontesi sono conosciute nel settore per la loro storicità e competenza, ma l’episodio dell’infortunio ha gettato un’ombra sulla loro reputazione. Con l’accusa di non aver adottato le necessarie misure di prevenzione, l’azienda si trova ora al centro dell’attenzione.

Chi sono gli indagati e le accuse

Il rinvio a giudizio coinvolge otto persone, incluse alcune personalità di rilievo, quali titolari dell’azienda e funzionari dell’Asl To4. Tra gli imputati figura Letizia Bergallo, attuale direttrice dello Spresal d’Ivrea, e altri dipendenti dell’Asl, tutti accusati di favoreggiamento, falso e perdita del corpo di reato. Gli altri indagati comprendono ex e attuali dirigenti dell’Asl, ognuno con ruoli significativi nei controlli post-infortunio.

Dal canto loro, Michele Rosboch, amministratore delegato della ditta, e suo figlio Fabrizio sono accusati di lesioni. Questo complesso gruppo di indagati è sostenuto da un team legale che ha richiesto l’archiviazione del caso, rivendicando che non ci siano colpe dirette nei confronti dei propri assistiti. Le difese stanno cercando di dimostrare che le misure di sicurezza adottate fossero conformi alle normative.

Le irregolarità nei controlli

L’inchiesta condotta dalla pm Valentina Bossi ha fatto emergere delle irregolarità nei controlli sanitari e di sicurezza. Dopo l’infortunio, gli ispettori dello Spresal avrebbero continuato a far lavorare un macchinario non conforme alle normative di sicurezza, fino al 2022. La mancanza di azioni correttive ha destato preoccupazioni tra gli inquirenti, che hanno ordinato una verifica.

Le successive ispezioni non hanno prodotto i risultati attesi e, in un’occasione, gli ispettori hanno allegato una foto di un macchinario simile, piuttosto che quello effettivamente incriminato. Questo solleva domande sulla qualità e accuratezza dei controlli effettuati. Con la richiesta di un esperto esterno per una valutazione più rigorosa, si è poi deciso di fermare l’utilizzo del macchinario che aveva causato l’incidente.

Un caso emblematico

La complessità di questa vicenda riflette le problematiche più ampie che riguardano la sicurezza sul lavoro e il sistema di controlli in Italia. Con le carenze di organico e risorse nelle procure, è singolare che si arrivi a indagare sui funzionari chiamati a garantire la sicurezza. Questo caso potrebbe influenzare le future politiche di sicurezza e prevenzione, non solo per l’azienda coinvolta, ma per il settore in generale.

Le occhie di tenere monitorata questa situazione rispecchiano l’effettiva necessità di garantire un ambiente di lavoro sicuro e regolare, dove si evita il ripetersi di tali incidenti. È atteso un ulteriore sviluppo dell’inchiesta che darà delle risposte a lavoratori e famiglie colpite da eventi simili.

Ultimo aggiornamento il 30 Novembre 2024 da Laura Rossi

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