La crescita dell’inflazione a giugno 2025 si riflette soprattutto sull’aumento dei prezzi del carrello della spesa, una voce critica nel bilancio familiare. Questo fenomeno registra un incremento che riguarda basicamen-te prodotti alimentari e beni per la cura personale e della casa, spingendo il costo della vita verso una nuova fase di tensione economica. Le associazioni dei consumatori e alcune forze politiche segnalano già segnali preoccupanti per le famiglie, soprattutto per quelle con reddito limitato.
L’aumento dell’inflazione e i nuovi rincari nei beni alimentari
Nell’ultimo mese di giugno, Istat ha registrato un aumento dell’indice nazionale dei prezzi al consumo dello 0,2% rispetto a maggio e del 1,7% su base annua. Il dato segna una leggera inversione di tendenza dopo i valori di maggio, che erano fermi al +1,6%. Il motivo principale di questo cambio sta nell’accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati, saliti dal 3,5% al 4,2% su base annua.
Dettaglio sul carrello della spesa
Il cosiddetto “carrello della spesa” – che comprende alimentari freschi e prodotti per l’igiene domestica e personale – ha continuato a crescere, passando al +2,8%. Le variazioni in questo comparto pesano particolarmente sul budget delle famiglie italiane, poiché consistono in spese quotidiane che non si possono rimandare o ridurre facilmente. La dinamica al rialzo di questi beni fa scattare preoccupazioni soprattutto fra chi si occupa della tutela dei consumatori.
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L’impatto economico sulle famiglie italiane
Secondo l’Unione nazionale consumatori , i piccoli incrementi mensili si traducono in una pressione reale crescente per le famiglie. Massimiliano Dona, presidente dell’Unc, definisce gli aumenti come un “salasso che si accumula” mese dopo mese, con un’incidenza particolare sulle fasce di reddito più basse.
Una coppia con due figli si troverebbe a dover affrontare, in media, un aumento annuo del costo della vita di circa 630 euro. Di questa somma, circa 320 euro si riferiscono all’incremento per prodotti alimentari e bevande analcoliche. Le categorie più colpite comprendono alimenti base e prodotti di largo consumo: il burro è cresciuto quasi del 20%, il caffè supera il 24%, mentre formaggi e latticini sono aumentati di oltre il 6%. Anche uova, frutta fresca e i pomodori hanno registrato aumenti rilevanti.
Rincari nei servizi e conseguenze sulle vacanze e spostamenti
Oltre ai beni alimentari, si registrano aumenti significativi nei prezzi dei viaggi e del turismo domestico. Codacons segnala rincari importanti su voli nazionali , traghetti , pacchetti vacanze e strutture ricettive come alberghi e villaggi vacanza . Questi incrementi vanno a colpire ulteriormente le famiglie, che dovranno fare i conti con spese più elevate anche nelle esigenze di svago e spostamenti.
Peso sulle decisioni economiche familiari
La crescita di tali costi si aggiunge a quella dei consumi primari, determinando un peso significativo sulle decisioni economiche familiari; molte famiglie potrebbero dover ridurre o modificare le proprie abitudini di viaggio a causa dei costi più alti.
Reazioni politiche sul carico economico per i cittadini
Non sono mancate le prese di posizione politiche in risposta ai dati sull’inflazione e i rincari. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Lavoro, Dario Carotenuto, ha stigmatizzato l’aumento di 320 euro sulle spese alimentari definendolo “un salasso” per le famiglie, sottolineando che i salari non sono aumentati allo stesso ritmo.
Tino Magni, senatore di Alleanza Verdi e Sinistra, ha ribadito come dall’inizio del governo guidato da Giorgia Meloni si siano registrate aumenti generalizzati dei prezzi, mentre stipendi e pensioni sono rimasti sostanzialmente fermi. Sia Carotenuto che Magni concordano sul fatto che il peso delle maggiori spese gravi sulle famiglie, soprattutto quelle con minor potere d’acquisto.
La dinamica inflazionistica di questi mesi rappresenta un tema centrale del dibattito politico e sociale, con evidenti implicazioni per il benessere delle famiglie italiane.