Il caso di Fortunato Verduci continua a suscitare interesse nella cronaca italiana, poiché emergono nuovi dettagli sull’omicidio di Luigia Borrelli, avvenuto nel 1995. La recente consulenza scientifica ha confermato che il Dna del carrozziere di Genova, di 65 anni, corrisponde a quello trovato sulla scena del crimine. La vicenda, avvolta da mistero e colpi di scena, è attualmente oggetto di scrutinio legale, con un’udienza programmata per il prossimo 10 febbraio.
L’analisi del Dna e la consulenza di Selene Cisana
Selene Cisana, esperta nominata dal giudice Alberto Lippini, ha presentato una perizia dettagliata riguardante il Dna di Fortunato Verduci. La consulenza, depositata recentemente e che sarà esaminata durante l’udienza, evidenzia la compatibilità tra il Dna prelevato dalla scena del crimine e quello del carrozziere. Questo sviluppo ha suscitato interrogativi sull’efficacia delle indagini condotte negli anni passati e sull’accuratezza dei metodi utilizzati per raccogliere e analizzare le prove biologiche.
Il profilo genetico di Verduci è stato collegato non solo a una macchia di sangue rinvenuta dove fu assassinata Luigia Borrelli, ma anche a un parente distante dell’imputato, attualmente in carcere. Tale scoperta ha permesso agli inquirenti di circoscrivere ulteriormente le indagini, portando alla luce un quadro di indizi che la procura ha descritto come inequivocabile.
Leggi anche:
Le accuse e le difese di Fortunato Verduci
Fortunato Verduci, difeso dai legali Andrea Volpe ed Emanuele Canepa, ha mantenuto la sua libertà , nonostante la procura avesse richiesto il suo arresto. Il Giudice per le indagini preliminari, il Riesame e la Cassazione hanno respinto la richiesta, evidenziando che, sebbene vi siano elementi indiziari “granitici”, non vi sia sufficiente motivo per procedere con la detenzione.
Le accuse a carico di Verduci includono non solo l’omicidio di Luigia Borrelli, ma anche motivazioni collegabili a una presunta rapina. Si prospetta che avrebbe aggredito brutalmente la donna per appropriarsi di beni, sfruttando una condizione di vulnerabilità economica e psicologica. La difesa, da parte sua, contesta sia l’affidabilità delle prove fornite sia le circostanze che avrebbero potuto condurre a un fraintendimento della realtà dei fatti.
Il coinvolgimento in altri delitti: Anna Rossi Lamberti
In un desenvolvimento ulteriore, l’attuale pm ha ripreso in carico il fascicolo riguardante un’altra vittima. Si tratta di Anna Rossi Lamberti, merciaia assassinata l’8 aprile 1998 nel quartiere Marassi di Genova. Le autorità hanno deciso di eseguire un confronto tra il Dna di Verduci e le tracce biologiche rinvenute durante le indagini su questo secondo omicidio. Questa operazione potrebbe rivelarsi cruciale nel rafforzare le accuse o nel dimostrare ulteriormente l’innocenza di Verduci.
Tale iniziativa da parte dell’autorità giudiziaria sottolinea l’importanza della comparazione delle evidenze biologiche in casi di omicidi irrisolti. La speranza è che nuove analisi possano fornire ulteriori elementi chiave per chiarire sia il caso di Luigia Borrelli che quello di Anna Rossi Lamberti, contribuendo a risolvere situazioni che hanno tenuto col fiato sospeso le rispettive famiglie per anni.
Il prossimo incontro in aula promette di essere un momento cruciale per la prosecuzione di questa complessa e intricata vicenda giudiziaria.