Indagini aperte sulla strage di Capaci: nuovi profili dna e verifiche sui reperti nel palazzo di giustizia

Indagini aperte sulla strage di Capaci: nuovi profili dna e verifiche sui reperti nel palazzo di giustizia

la procura di caltanissetta riapre le indagini sulla strage di capaci con nuovi profili dna da reperti ritrovati, cercando di chiarire responsabilità e coinvolgimenti ancora oscuri dopo oltre trent’anni
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Le indagini sulla strage di Capaci proseguono con nuove analisi di reperti e profili DNA non identificati, aprendo possibili nuove piste investigative a oltre trent’anni dall’attentato. - Gaeta.it

Le indagini sulla strage di Capaci non si fermano e sono ancora tutte aperte. Dopo oltre trent’anni, la procura di Caltanissetta cerca di approfondire ogni aspetto rimasto oscuro, in particolare su alcuni reperti trovati sul luogo dell’esplosione. Questi elementi potrebbero portare a nuove piste, con particolare attenzione ai profili di dna estratti da materiale ritenuto riconducibile a soggetti fino ad ora non identificati.

l’impegno della procura di Caltanissetta sulle nuove piste investigative

Salvatore De Luca, procuratore di Caltanissetta, ha ribadito in un’intervista con la Tgr Sicilia che tutte le piste sono tuttora valide e non sono state scartate. Lo sforzo investigativo si concentra nel mettere a fuoco ogni dettaglio, per accertare se ci siano ancora angoli inesplorati. Non manca la consapevolezza del peso storico dell’indagine, considerando la portata della strage di Capaci, che nel 1992 stroncò la vita del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e dei componenti della loro scorta.

Il procuratore ha sottolineato che si continua a verificare con cura tutti gli elementi, senza escludere scenari. Questo lavoro serve a garantire che non resti alcun dubbio sulle responsabilità e che ogni possibilità venga approfondita scientificamente.

Approfondimenti sui profili dna e reperti

Tra i materiali messi sotto la lente degli esperti ci sono un paio di guanti in lattice, una torcia ancora funzionante contenente due batterie e un tubetto di mastice. Questi oggetti sono stati ritrovati nell’area dell’esplosione e conservati nel palazzo di giustizia di Caltanissetta dove si svolgono le indagini. Dalle analisi è stato possibile estrarre tre profili di dna, appartenenti a due uomini e una donna.

L’aspetto rilevante è che questi profili non coincidono con quelli di tre persone indagate precedentemente, la cui posizione è stata successivamente archiviata. Tutto ciò apre nuovi interrogativi sulla presenza di altre persone al momento della strage, forse addetti agli artificieri o soggetti legati in qualche modo alla preparazione dell’attentato.

Il fatto che la torcia risultasse ancora funzionante e gli oggetti siano stati ritrovati integra la possibilità che quei reperti abbiano avuto un ruolo operativo nel meccanismo dell’attentato, alimentando la necessità di una verifica più approfondita sui soggetti collegati.

Prospettive investigative e ruolo delle nuove evidenze nel procedimento giudiziario

L’apertura su nuovi profili biologici permette alla procura di valutare se quelle tracce appartengono ad altre persone coinvolte, o a eventuali testimoni involontari lasciati sul posto. I rilievi genetici rappresentano un tassello importante in un quadro complesso, fatto di depistaggi, omissioni e zone d’ombra.

L’archiviazione degli indagati finora sotto osservazione indica che le indagini stanno seguendo un corso rigoroso, ma l’emergere di dati diversi potrebbe modificare lo stato attuale delle cose, portando a nuovi interrogatori o riscontri.

In ogni caso, non si tratta di elementi isolati ma di una parte di un’indagine più ampia, che continua a indagare tutte le piste per dare una risposta definitiva su chi e come abbia progettato la strage, mantenendo vivo il ricordo della vittima e la ricerca della verità nella giustizia italiana.

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