L’incidente tragico alla funivia del monte faito dello scorso 17 aprile ha aperto un’inchiesta per stabilire le cause precise del disastro che ha portato alla morte di quattro persone. Le indagini, guidate dal gip di torre annunziata, si sono concentrate sui componenti meccanici fondamentali dell’impianto, in particolare sul cavo di trazione e sulla puleggia, per chiarire cosa ha provocato la rottura e la caduta della cabina.
Sopralluogo e accertamenti sui luoghi dell’incidente
L’incidente probatorio si è svolto nell’area ancora sottoposta a sequestro, in presenza dei consulenti nominati dalle parti coinvolte. L’attività investigativa ha preso il via dalla stazione a valle, a castellammare di stabia, dove gli esperti hanno individuato la testa fusa da cui si sarebbe staccato il cavo di trazione. Questo punto rappresenta un elemento chiave nella ricostruzione perché la rottura del cavo è stata la causa immediata della caduta. Successivamente i tecnici si sono spostati alla stazione a monte, situata a circa mille metri sul livello del mare. Qui la puleggia destinata a far risalire la cabina è stata trovata quasi completamente divelta, con danni evidenti e strutturali che hanno richiamato l’attenzione degli inquirenti.
Ispezione della zona della caduta della cabina
Dopo le verifiche nelle stazioni di partenza e arrivo, una squadra di esperti è stata accompagnata dai vigili del fuoco all’interno della zona impervia dove la cabina ha perso il controllo e precipitato. Il terreno accidentato e difficile da raggiungere ha richiesto gruppi piccoli di operatori, ciascuno equipaggiato per muoversi in sicurezza. Per documentare l’area e supportare la fase di analisi è stato utilizzato un drone che ha filmato dall’alto l’area, trasmettendo in diretta le immagini ai presenti nel sopralluogo. La raccolta di queste prove è fondamentale per comprendere i dettagli della dinamica, come l’angolo e la velocità della caduta.
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Dati tecnici e ipotesi investigative sulla dinamica
I periti hanno stimato in circa otto minuti il tempo medio di percorrenza del tragitto compiuto normalmente dalle cabine tra le due stazioni. Questo dato aiuterà a calcolare velocità e tempi reali al momento dell’incidente. Gli inquirenti stanno valutando diverse ipotesi, con particolare attenzione alla possibile mancata manutenzione dell’impianto. Tra le cause probabili figurano infatti il cedimento meccanico dovuto a controlli insufficienti o ritardi nell’intervento su componenti chiave come il cavo di trazione e la puleggia. La verifica delle responsabilità passa anche attraverso l’analisi dei registri di manutenzione e delle procedure seguite nei mesi precedenti l’incidente.
Operazioni sotto la supervisione del gip
Le operazioni di accertamento proseguono sotto la supervisione del gip e con la collaborazione delle squadre specializzate, che stanno mettendo insieme prove utili ad attribuire con precisione le cause e a evitare che simili tragedie possano ripetersi sui sistemi a fune in funzionamento.
“La sicurezza deve essere la priorità assoluta,” hanno commentato gli esperti coinvolti nelle investigazioni.