Indagine della digos su incendio di due auto della polfer a rimini coinvolge 15 anarchici

Indagine della digos su incendio di due auto della polfer a rimini coinvolge 15 anarchici

La Digos indaga 15 persone legate al movimento anarchico per il rogo di due auto della polizia ferroviaria a Rimini, con perquisizioni in sei città e coordinamento della Dda di Bologna.
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La Digos ha indagato 15 anarchici per l’incendio di due auto della polizia ferroviaria a Rimini, avvenuto il 20 aprile 2023, con perquisizioni in diverse città italiane. - Gaeta.it

L’inchiesta condotta dalla Digos ha riguardato un gruppo di 15 persone legate al movimento anarchico, finite sotto perquisizione per il rogo di due auto della polizia ferroviaria avvenuto nella stazione di Rimini il 20 aprile 2023. L’episodio aveva richiamato attenzione per la modalità e il luogo scelto per l’attacco, mentre la rivendicazione era comparsa su siti anarchici.

Dettagli dell’incendio e rivendicazione anarchica

Le due auto incendiate appartenevano alla polizia ferroviaria e si trovavano nel piazzale interno della stazione di Rimini. L’evento si è verificato nella serata del 20 aprile 2023, suscitando immediata reazione delle forze dell’ordine. Poco dopo, la responsabilità è stata rivendicata attraverso alcuni siti riconducibili all’area anarchica. Nel testo della rivendicazione si definiva la polfer come una “misera appendice della polizia di stato”, sottolineandone il ruolo nella sicurezza ferroviaria e il controllo dei “confini di stato”. La scelta di attaccare direttamente gli agenti “proprio sotto casa loro” era indicata come motivazione simbolica e politica. Tali affermazioni sono state al centro delle indagini per comprendere dinamiche e ispirazioni dell’azione.

Indagini e perquisizioni coordinate in diverse città

Le indagini, guidate dalla procura della Dda di Bologna e dal pm Stefano Dambruoso, si sono basate soprattutto sull’analisi delle immagini tratte dai sistemi di videosorveglianza della zona della stazione di Rimini. Grazie a questa documentazione, la Digos ha individuato alcuni soggetti coinvolti e ha effettuato perquisizioni coordinate lo scorso mercoledì in diverse città italiane: Bologna, Forlì-Cesena, Rimini, Milano, Torino e Lucca. Gli investigatori hanno sequestrato telefoni cellulari, dispositivi informatici e capi di abbigliamento che potrebbero essere utili per ricostruire le responsabilità e i contatti tra gli indagati. L’operazione ha mobilitato forze di polizia di più province, segnalando la complessità e la rilevanza dell’azione repressiva.

Profilo degli indagati e difese legali

Tra le persone perquisite figurano esponenti noti nell’ambito anarchico, alcuni dei quali hanno manifestato atti di protesta o dissenso politico in passato. Le accuse principali riguardano la partecipazione a vario titolo al rogo delle auto della polizia ferroviaria. Alcuni degli indagati hanno scelto come difensore l’avvocato Ettore Grenci, che ha preso in carico diverse posizioni. Le strategie difensive verteranno su una precisa ricostruzione dei fatti, cercando di distinguere le responsabilità individuali nell’azione incendiaria collegata al contesto degli ambienti anarchici. Anche la rivendicazione pubblica sarà oggetto di attenzione in fase processuale per approfondire il significato politico e le modalità comunicative adottate dal gruppo.

Intervento nelle tensioni tra ambienti anarchici e forze di polizia

Questa operazione rappresenta un ulteriore intervento nelle tensioni che riguardano ambienti anarchici e azioni di protesta violenta sul territorio italiano. Le indagini proseguiranno per chiarire il ruolo di ogni individuo coinvolto e per far luce sui meccanismi che hanno portato a questo episodio di violenza diretta contro le forze di polizia.

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