Il rapporto dell’Ufficio studi della Cgia offre un’analisi dettagliata sull’occupazione in Italia nei primi due anni di governo Meloni. Si registra un aumento significativo dei posti di lavoro, con cambiamenti chiave nella distribuzione tra lavoratori dipendenti e autonomi, oltre a variazioni rilevanti riguardo alla disoccupazione e ai contratti. Questo articolo esplora i diversi aspetti dell’occupazione nel Paese, ponendo particolare attenzione ai dati numerici e alle implicazioni sul mercato del lavoro.
crescita dell’occupazione e composizione dei contratti
Nei primi due anni del governo Meloni, l’occupazione in Italia ha registrato un incremento di 847mila unità, corrispondenti a una crescita percentuale del 3,6%. Tra questi, 672mila sono lavoratori dipendenti, mentre 175mila sono autonomi. Questo dato mette in evidenza un cambiamento interessante nel panorama lavorativo italiano, dove i contratti a tempo indeterminato hanno visto un notevole incremento.
Nello specifico, il numero dei lavoratori con contratti a tempo indeterminato è aumentato di 937mila unità, mentre la fetta di lavoratori con contratti a termine ha subito una diminuzione di 266mila. Questo cambiamento è significativo non solo per la stabilità occupazionale, ma anche per la sicurezza economica dei lavoratori. Con la percentuale di lavoratori sotto contratto precario scesa al 14,4%, si evidenzia un rafforzamento della posizione lavorativa di molti italiani.
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In correlazione a questi dati, la disoccupazione ha mostrato segnali di miglioramento, scendendo a 1.473.000 disoccupati, con una riduzione di 496mila unità rispetto ai periodi precedenti. Anche il numero degli inattivi è diminuito, segnando una diminuzione di 198mila unità, accrescendo così la forza lavoro disponibile nel Paese.
differenze di genere nell’occupazione
Un altro aspetto importante riguarda la distribuzione dell’occupazione tra uomini e donne. Su un totale di 847mila nuovi posti di lavoro, 420mila sono occupati da donne, mentre 427mila da uomini. Tuttavia, la riduzione della disoccupazione ha visto un maggiore impatto sulle donne, con 274mila donne che sono uscite dallo stato di disoccupazione, rappresentando il 55,1% della diminuzione complessiva.
Il trend positivo per le donne si riflette anche nel numero totale di occupate, che ha raggiunto 10.253.000 unità, mentre il numero di donne disoccupate è calato a 693mila. Questi dati suggeriscono che le politiche lavorative adottate hanno avuto un effetto potenzialmente benefico sulle opportunità di lavoro per il genere femminile, favorendo una maggiore partecipazione e inclusione nel mercato del lavoro.
fasce d’età e occupazione: il contributo degli over 50
Analizzando l’occupazione in relazione alle fasce d’età, emerge che il gruppo degli over 50 ha dato un contributo sostanziale all’aumento dell’occupazione. Di fatto, su 847mila nuovi occupati, ben 710mila appartengono a questa fascia d’età. Un dato rilevante considerando l’invecchiamento della popolazione lavorativa italiana e il potenziale valore che gli over 50 possono apportare al mercato grazie alla loro esperienza.
Le altre fasce d’età, come quelle dai 25 ai 34 anni, hanno visto un incremento di 184mila unità, mentre i giovani tra i 15 e i 24 anni hanno avuto una crescita limitata a 18mila unità. Tuttavia, la fascia di età tra i 35 e i 49 anni ha registrato una perdita di 66mila posti di lavoro, il che indica potenziali sfide per questa coorte demografica.
aumento della cassa integrazione guadagni
Nonostante la crescita occupazionale, un dato preoccupante è l’aumento della cassa integrazione guadagni , che ha mostrato una tendenza crescente, soprattutto nelle regioni del Nord Italia. Dal gennaio 2024, il monte ore richiesto per la CIG è risultato significativamente più alto rispetto all’anno precedente. Questo fenomeno suggerisce che, anche in un contesto di crescita del lavoro, ci sono settori che continuano a fronteggiare difficoltà economiche, richiedendo supporto e misure specifiche per evitare deterioramenti nel mercato del lavoro.
I recenti dati offrono uno spaccato completo dell’attuale situazione occupazionale in Italia. Con l’aumento della stabilità per i lavoratori, la crescente partecipazione femminile e i contributi significativi degli over 50, ci sono segni incoraggianti. Tuttavia, l’accresciuta richiesta di cassa integrazione richiede ulteriore attenzione da parte delle istituzioni per garantire la sostenibilità e il rafforzamento dell’occupazione nei prossimi anni.