L’Aquila. Il confronto tra Regione Abruzzo, sindacati e vertici di Stellantis si è svolto oggi nella sede regionale. L’incontro, convocato dall’assessora Magnacca e con la presenza del presidente Marco Marsilio, ha messo in evidenza la situazione critica dello stabilimento Stellantis di Atessa e le difficoltà per l’indotto. I rappresentanti sindacali hanno ribadito le forti preoccupazioni e chiesto un intervento urgente del Governo per tutelare lavoro e produzione nel territorio abruzzese.
Situazione attuale dello stabilimento di atessa e dati sul personale
La crisi all’interno dello stabilimento Stellantis di Atessa si presenta con segnali preoccupanti, a partire dal calo significativo degli addetti. Attualmente, si contano meno di 4.500 lavoratori impiegati, con un drastico ridimensionamento rispetto ai più di 6.000 del passato. Questi dati fotografano una riduzione che potrebbe concludersi entro la fine del 2025. Un grande numero di lavoratori si trova sottoposto a contratti di solidarietà, indicativo della fragilità della produzione e della mancanza di certezze sul futuro occupazionale.
Le preoccupazioni sollevate dalla FIOM e dagli altri sindacati si basano anche sulla scelta di investimenti, che appaiono nettamente squilibrati a favore dello stabilimento polacco di Gliwice. Qui, infatti, sono state eseguite da tempo opere di adeguamento e ammodernamento, colmando ritardi e garantendo competitività. A Atessa, invece, si registra una carenza di risorse che rischia di compromettere la sostenibilità futura e l’effettiva capacità produttiva.
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Il quadro delle criticità si allarga all’indotto, settore strettamente collegato all’attività dello stabilimento. Un calo nella produzione e nell’occupazione primaria investe direttamente le imprese fornitrici locali, diminuendo ulteriormente il tessuto economico della zona. Questa catena di effetti è stata al centro delle discussioni odierne, dove i rappresentanti dei lavoratori hanno sottolineato la necessità di una risposta immediata e articolata.
Posizioni di stellantis e impasse sulle dichiarazioni dell’amministratore imparato
Durante il dialogo con Regione e sindacati, Stellantis ha ribadito quanto espresso in precedenti dichiarazioni dall’amministratore delegato Carlo Imparato. Questi aveva descritto la situazione italiana come un “caso limite”, mettendo in luce le difficoltà derivanti dal contesto normativo europeo e dal costo elevato dell’energia. Tale quadro, secondo l’azienda, potrebbe portare a un punto di non ritorno per la produzione nel nostro paese.
Nonostante le parole forti, Stellantis ha tentato di attenuare l’impatto definendo le affermazioni di Imparato come un “esempio estremo”. Questa precisazione, tuttavia, non ha dissipato i timori, lasciando le stesse questioni sul tavolo e alimentando incertezza tra i lavoratori. La mancata smentita esplicita ha mantenuto alta la tensione e spinto i sindacati a chiedere risposte più concrete.
Il confronto evidenzia un nodo cruciale: la difficile posizione di Stellantis, che guarda a fattori esterni al controllo immediato, come regolamenti europei e costi energetici, per giustificare il rallentamento. Questa situazione complica le possibilità di ripresa e rende più urgente il bisogno di interventi governativi in grado di modificare queste condizioni o almeno di offrire garanzie.
Richiesta alla regione abruzzo e appello al governo per un tavolo nazionale
I sindacati, insieme all’assessora Magnacca e al presidente Marsilio, hanno chiesto un impegno immediato alla Regione Abruzzo per attivare il governo su questo fronte. L’obiettivo è aprire un tavolo nazionale dedicato all’automotive, da convocare a Palazzo Chigi, che affronti le criticità specifiche emerse e tuteli lavoratori e imprese del settore.
L’appello rivolge l’attenzione a una responsabilità diretta dell’esecutivo nel garantire supporto e soluzioni condivise. La finestra d’intervento è considerata stretta, mentre l’instabilità dei posti di lavoro cresce e diventa un problema sociale. I sindacati hanno insistito perché la Regione faccia da tramite, sollecitando una risposta forte e coordinata del governo centrale.
Nel corso dell’incontro, la richiesta di chiarezza sul futuro dei dipendenti è stata centrale. La preoccupazione maggiore è data dagli effetti sulla stabilità economica e sociale dell’area, che potrebbe subire un contraccolpo durissimo. Il settore automotive in Abruzzo rappresenta una componente rilevante dell’occupazione industriale, con ricadute dirette sulle famiglie e l’intera comunità.
Interrogativi aperti e prossime mosse
Il confronto ha lasciato molti interrogativi aperti. Mentre le posizioni restano ferme, la necessità di un intervento esterno si fa urgente. L’attenzione si sposta ora sulle prossime mosse politiche e sindacali, con l’obiettivo di evitare ulteriori perdite e salvaguardare almeno una parte dell’occupazione nel territorio.