L’Università Cattolica del Sacro Cuore ha recentemente avviato il nuovo anno accademico, un evento reso ancora più significativo dalle parole dell’arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini. Presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, Delpini ha sottolineato l’importanza della conoscenza e del contrasto alla banalità del sapere nel discorso inaugurale, ripristinando il valore della formazione accademica e la sua connessione con il mondo reale.
La critica alla banalità del sapere
Durante la cerimonia, l’arcivescovo Delpini ha messo in luce il pericolo di una conoscenza ridotta a mera raccolta di informazioni, definendo questa tendenza come “banalità”. Ha evidenziato che la sua manifestazione più comune deriva dall’approccio riduttivo che si limita ad accumulare dati e fatti privi di un contesto significativo. Secondo Delpini, l’Università Cattolica rappresenta un baluardo contro questa deriva, incoraggiando un modello di conoscenza che non si ferma alla semplice analisi, ma aspira a una comprensione più profonda e critica della realtà.
Il presidente ha parlato della necessità di intendere il sapere non solo come un catalogo, ma come un fattore di sapienza, un processo attivo che coinvolge ascolto, interpretazione e riflessione. Questo approccio non solo arricchisce l’individuo, ma lo spinge a sognare e a porsi domande sul senso del sapere e della vita. Attraverso l’educazione, si cerca di formare personalità capaci di guardare al mondo con una visione critica e originale, anziché limitarsi a riempire la propria mente di informazioni senza un vero scopo.
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La relazione al centro della conoscenza
Monsignor Delpini ha ulteriormente approfondito il tema della conoscenza come relazione, evidenziando che il semplice possesso di dati non basta. In un’epoca in cui l’informazione abbonda, è fondamentale apprendere a costruire legami e connessioni tra le informazioni stesse. Questo invito a considerare la conoscenza come un dialogo e un confronto interattivo implica un impegno attivo nell’ascolto e nella comprensione dell’altro.
L’arcivescovo ha ricordato che la vera sapienza non si limita alla mera acquisizione di nozioni, ma si traduce in un’interazione costante con il mondo. L’Università Cattolica intende essere un luogo dove si possa vivere questo scambio, in cui gli studenti possano crescere non solo come professionisti, ma anche come cittadini consapevoli e impegnati nel miglioramento della società.
Riflessioni sulla cultura e il percorso spirituale
Nell’omelia pronunciata durante la messa di inaugurazione, Delpini ha toccato anche il tema della cultura, avvisando sui potenziali rischi di una “cultura seduta”. Questa espressione vuole evocare l’immagine di un approccio alla cultura statico, in cui si osserva il passato come se fosse un’opera museale, priva di coinvolgimento emotivo e senza voler trarre insegnamenti per il presente. La chiamata dell’arcivescovo è stata a un risveglio della coscienza collettiva, affinché si abbandonino le visioni statiche e si abbracci un cammino di continua evoluzione e apprendimento.
Monsignor Delpini ha invitato i presenti a seguire l’esempio di Gesù, un modello di azione, dinamismo e impegno. Ha esortato a sviluppare una cultura che non resti ferma nella contemplazione passiva, ma che si attivi nel perseguire giustizia e una comprensione profonda della realtà sociale. Riconoscere le difficoltà e la fame del popolo, le dinamiche di potere e le leggi che governano la società è fondamentale per una formazione che intende essere non solo teorica, ma profondamente pratica e applicata.
La cerimonia di inaugurazione non è stata solo un momento di celebrazione, ma un richiamo alla responsabilità di educare e formare individui capaci di affrontare le sfide del mondo contemporaneo con saggezza e senso critico.