Il distretto del Po affronta un mese di giugno caratterizzato da temperature molto alte e piogge quasi inesistenti. Questo scenario fa scattare l’allarme per la disponibilità d’acqua nelle prossime settimane, con un possibile calo significativo delle portate fluviali. Le autorità competenti monitorano con attenzione alcune zone critiche, tra cui Piacenza, il cuneese e il delta del Po, dove il fenomeno del cuneo salino ha già raggiunto estensioni preoccupanti.
Condizioni climatiche e impatto sulle risorse idriche del distretto del Po
Nel giugno 2025 il distretto del Po ha registrato un’ondata di caldo intensa, accompagnata da precipitazioni quasi assenti o estremamente ridotte. Questa combinazione ha prodotto un rapido aggravarsi delle condizioni idriche, in particolare nel tratto piemontese e nell’area emiliana. La scarsità di pioggia ha limitato i rifornimenti naturali, provocando la diminuzione delle portate dei fiumi e un abbassamento dei livelli degli invasi. Le alte temperature hanno aumentato l’evaporazione, accentuando la perdita di volume nei bacini idrici e riflettendosi sul consumo d’acqua disponibile per usi agricoli, industriali e domestici.
L’Autorità distrettuale del fiume Po ha riunito l’osservatorio permanente per valutare la situazione e anticipare i provvedimenti necessari. Dal confronto è emersa una crescente preoccupazione per alcune aree specifiche. Il riscaldamento del clima e la mancanza di acque di rinnovamento fanno sì che i livelli nei corsi d’acqua si abbassino, mentre il fenomeno del cuneo salino avanza verso l’interno, rischiando di compromettere le risorse idriche dolci utilizzate nelle attività quotidiane e produttive.
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Focus sull’area di Piacenza e del cuneese: criticità idriche e avanzamento del cuneo salino
Nei territori intorno a Piacenza e in provincia di Cuneo la situazione si fa sempre più delicata. Nel cuneese, l’insufficienza delle precipitazioni sta causando una diminuzione rapida e costante del deflusso dei fiumi, con volumi registrati sotto la media stagionale. Questo riduce la quantità di acqua disponibile non soltanto per l’ambiente ma anche per chi dipende da questi bacini, come gli agricoltori e le industrie.
Nel piacentino, i livelli dell’invaso di Mignano sono calati fino al 50% della capacità totale. Questo bacino, fondamentale per l’approvvigionamento idrico locale, sta mostrando segni di stress, soprattutto se la situazione climatica non dovesse migliorare. Gli esperti dell’osservatorio hanno segnalato già oggi le difficoltà di approvvigionamento, con scenari che potrebbero peggiorare in caso di prolungata assenza di piogge.
Un ulteriore segnale preoccupante è rappresentato dall’avanzamento del cuneo salino nel delta del Po, fenomeno che consiste nella risalita delle acque salate nel fiume dovuta al basso livello di acque dolci. Attualmente, il cuneo ha raggiunto fino a sette chilometri dalla costa. Questo segna un rischio elevato per la qualità dell’acqua destinata agli usi diversi e potrebbe compromettere le infrastrutture idriche e agricole.
Valutazione del livello di gravità e misure per il controllo della crisi idrica
L’autorità che sovrintende la gestione delle acque nel distretto del Po ha classificato la severità idrica a livello distrettuale come “bassa con precipitazioni“, il che indica una condizione accettabile solo in zone dove sono piovute quantità minime. Per Piacenza e il cuneese invece, la situazione è definita “media senza precipitazioni“, un livello d’allerta che richiede attenzione particolare e aggiornamenti frequenti.
L’osservatorio permanente tiene sotto controllo i dati giornalieri relativi ai deflussi, ai livelli degli invasi e all’avanzamento del cuneo salino. Le informazioni raccolte servono per decidere eventuali interventi di emergenza, come restrizioni nell’uso dell’acqua o progetti di rifornimento da altre fonti, oltre a campagne di sensibilizzazione alle comunità interessate.
Le autorità locali e i gestori degli impianti stanno valutando strategie per mitigare i danni provocati dal deficit idrico in corso. Sono allo studio soluzioni temporanee e pratiche per evitare che la carenza d’acqua si traduca in impatti pesanti su agricoltura, ambiente e uso civile. La priorità resta mantenere il controllo sui livelli idrici e impedire che la situazione peggiori nei prossimi mesi.