Il vittoriano come luogo di memoria per gli esuli istriani e dalmati: la mostra “esuli” in programma in autunno 2025

Il vittoriano come luogo di memoria per gli esuli istriani e dalmati: la mostra “esuli” in programma in autunno 2025

Il Vittoriano di Roma ospiterà la mostra “Esuli” dedicata agli italiani costretti a lasciare Istria, Fiume e Dalmazia dopo la seconda guerra mondiale, anticipando l’apertura del museo del Ricordo.
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Il Vittoriano di Roma ospiterà nel 2025 la mostra “Esuli” dedicata alla memoria degli italiani costretti a lasciare Istria, Fiume e Dalmazia dopo la Seconda Guerra Mondiale, anticipando l’apertura del futuro Museo del Ricordo. - Gaeta.it

Il Vittoriano a Roma si prepara ad accogliere una mostra dedicata agli esuli dall’Istria, Fiume e Dalmazia. L’iniziativa segna un passo importante nel recupero di un pezzo di storia spesso trascurato, che riguarda gli italiani costretti a lasciare le loro case dopo la seconda guerra mondiale. Il ministro della cultura Alessandro Giuli ha sottolineato la rilevanza di questo progetto museale, che anticipa la futura apertura del museo del Ricordo.

Il vittoriano come simbolo della memoria nazionale

Il Vittoriano rappresenta un luogo centrale per la memoria collettiva degli italiani. Lo spazio, già noto come monumento simbolo dell’Unità d’Italia, assume un ruolo più ampio accogliendo storie difficili come quelle degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Questi italiani, costretti a lasciar le proprie terre dopo la seconda guerra mondiale, troveranno nel Vittoriano un punto di riferimento permanente. Il ministro Giuli ha evidenziato che il monumento e il futuro museo offriranno una sede dove verrà custodita una storia dolorosa ma necessaria. Si tratta di un luogo aperto a tutti, nel quale la comunità nazionale possa confrontarsi con un passato segnato da sofferenze e conflitti. La scelta del Vittoriano sottolinea l’importanza di non dimenticare, soprattutto quelle vicende che per anni sono rimaste nell’ombra.

La mostra “esuli”: arte e documenti per raccontare una pagina oscura

La mostra “Esuli”, prevista per l’autunno 2025, ha l’obiettivo di portare alla luce una vicenda storica che finora è stata poco raccontata in modo approfondito. La migrazione forzata degli italiani dall’Istria, Fiume e Dalmazia è una pagina segnata da tragedie e ingiustizie. Nel dopoguerra migliaia di persone hanno perso tutto, subendo un’esilio doloroso e spesso ignorato nei racconti ufficiali. La mostra si propone di ricostruire questa storia attraverso testimonianze, documenti storici e materiali audiovisivi. Da un lato ci saranno le drammatiche esperienze personali degli esuli, dall’altro un’analisi storica basata su ricerche rigorose. Il lavoro curato mira a restituire un quadro completo e realistico. Questa iniziativa, preceduta da un lungo silenzio, intende restituire dignità a una comunità che ha vissuto un trauma collettivo e che merita di essere riconosciuta e ascoltata.

Il progetto del museo del ricordo e l’impegno istituzionale

L’esposizione “Esuli” rappresenta il primo passo verso l’istituzione di un museo permanente dedicato alla memoria degli esiliati dall’Istria, Fiume e Dalmazia. Questo museo del Ricordo sarà un luogo dove conservare e raccontare in modo scientifico la storia di questa diaspora forzata. L’idea nasce dalla necessità di superare decenni di rimozione e silenzio su eventi che hanno segnato profondamente la vita di molte famiglie italiane. Il ministro Giuli ha sottolineato la volontà di affidare a un progetto museale il compito di illuminare quel passato con rigore e rispetto. Il museo lavorerà con storici, ricercatori e testimoni per sviluppare contenuti che offrano una prospettiva completa della vicenda storica. L’impegno istituzionale si traduce anche nella volontà di coltivare la conoscenza e il dialogo intorno a queste tematiche difficili. In questo modo si potrà garantire che le nuove generazioni abbiano accesso a un racconto fondato sui fatti e sulle esperienze vissute.

L’importanza di restituire visibilità a una storia trascurata

La storia degli esuli dall’Istria, Fiume e Dalmazia è stata a lungo marginalizzata. Questo ritardo nella narrazione ha contribuito a mantenere in ombra una sofferenza collettiva che invece meriterebbe di essere riconosciuta pubblicamente. Il periodo post-seconda guerra mondiale è stato segnato da eventi drammatici che hanno colpito migliaia di persone. Molti sono stati costretti a lasciare le loro abitazioni, perdendo beni e radici. Anche a livello istituzionale, questa storia è stata affrontata in modo parziale o frammentario. La mostra e il futuro museo puntano a fornire un racconto più completo, basato su fonti dirette e ricostruzioni accurate. Si tratta di restituire a questa comunità un posto nella memoria collettiva del Paese. Questo processo di recupero storico aiuta a comprendere meglio alcune dinamiche sociopolitiche del dopoguerra e contribuisce a nutrire un senso di giustizia storica.

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