Negli ultimi anni il dialogo tra istituzioni e imprese ha evidenziato un punto cruciale: la necessità di semplificare le norme per favorire la crescita del comparto nautico italiano. Il settore, che rappresenta un pezzo significativo dell’economia nazionale grazie ai 3000 chilometri di costa, si trova a dover affrontare ostacoli normativi e fiscali che rallentano gli investimenti e lo sviluppo. Il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi ha espresso queste riflessioni durante la convention Satec 2025, organizzata da Confindustria Nautica a Rapallo.
Collaborazione tra istituzioni e imprese per semplificare le norme
Negli ultimi anni si è intensificata la collaborazione fra il ministero delle infrastrutture e vari operatori del settore nautico con l’obiettivo di spiegare alle amministrazioni pubbliche l’urgenza di una semplificazione normativa. Questo dialogo, come ha detto Rixi, non è stato semplice nel contesto italiano considerata la complessità legislativa nazionale. Spesso le aziende trovano norme e procedure che ostacolano la crescita, specialmente in un comparto dove l’innovazione e gli investimenti richiedono tempi rapidi e certezze. L’intervento presso la convention Satec 2025 ha ribadito come questa cooperazione sia fondamentale per spingere verso leggi più snelle, così da creare un ambiente più favorevole per imprese che vogliono ampliare le loro attività o innovare.
Semplificazione normativa come chiave di crescita
La semplificazione normativa è vista come la chiave per accompagnare la crescita del settore. Rixi ha sottolineato come l’adesione di amministrazioni e operatori sia cruciale per mutare scenari altrimenti bloccati da regolamentazioni complesse e talvolta contrastanti. Si tratta di rivedere leggi, autorizzazioni e procedure burocratiche, in un percorso che punta a permettere soprattutto alle piccole e medie imprese nautiche di concentrarsi sul valore del prodotto e non su lungaggini amministrative.
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Le difficoltà fiscali per il comparto nautico e le sfide europee
Accanto al tema della semplificazione normativa Rixi ha aperto il discorso su un altro aspetto delicato: la fiscalità. Le imprese nautiche italiane vedono ancora difficoltà nel quadro fiscale, soprattutto quando si considerano le norme nazionali confrontate con quelle europee. Il viceministro ha indicato che ci sono posizioni divergenti che complicano la definizione di un sistema omogeneo per il settore. L’instabilità o la mancata chiarezza su dati fiscali riducono gli incentivi per investimenti durevoli e per lo sviluppo di attività legate al turismo nautico.
Complessità fiscale e competitività
Aggiungere un livello simile di complessità fiscale in un settore già appesantito da regole amministrative limita la competitività rispetto ad altri paesi europei che, invece, stanno semplificando e aprendo le porte a nuovi investimenti. Il mancato allineamento normativo in ambito fiscale tra stato e Unione europea incide negativamente su molti operatori del settore nautico, scoraggiando strategie a lungo termine e ridimensionando la presenza industriale.
Turismo nautico come risorsa strategica per le coste italiane
L’Italia con i suoi 3000 chilometri di coste conserva una risorsa di primaria importanza: il turismo nautico. In questo senso Rixi ha sottolineato la necessità di mantenere una forte capacità industriale legata a questo comparto, per non perdere un patrimonio che alimenta economia e occupazione locali. Le coste italiane rappresentano un’attrazione per chi naviga, ma anche un punto di partenza per attività economiche consolidate e di rilievo internazionale.
Investimenti e politiche per il turismo nautico
Dunque, investire nel settore significa potenziare collegamenti, strutture e servizi che possano accogliere la domanda crescente di turismo nautico, ma anche sostenere gli operatori italiani perché restino competitivi. Non basta costruire e migliorare le imbarcazioni servono politiche chiare e mirate che proteggano questo segmento strategico senza appesantirne l’evoluzione. Rixi ha ribadito l’importanza di contemperare il mantenimento del patrimonio naturale e culturale con le opportunità di crescita economica, per non disperdere una fetta significativa di mercato a favore di altre realtà internazionali.