Per accogliere i ricercatori stranieri in fuga dagli Stati Uniti sotto la presidenza Trump, Emmanuel Macron ha organizzato una conferenza a Parigi. L’evento, pensato per promuovere l’Europa come meta scientifica, ha però scatenato malumori tra Roma e Parigi, con il ministero italiano dell’Università che ha espresso forte irritazione per la comunicazione tardiva e per la scelta di promuovere un’iniziativa ritenuta poco inclusiva verso l’Italia.
L’organizzazione lampo della conferenza e la reazione italiana
La conferenza “Choose Europe for science” si è tenuta il 15 aprile 2025 alla Sorbona di Parigi, un evento organizzato in tempi brevissimi dal presidente francese Emmanuel Macron. Fonti del ministero italiano dell’Università raccontano di aver ricevuto comunicazione dell’evento solo il venerdì precedente. Questo ha alimentato tensioni e critiche da parte di Roma, che si è sentita tagliata fuori da un appuntamento di rilievo per tutta l’Europa scientifica.
Il ministro italiano Anna Maria Bernini ha fatto notare come l’Italia stessa abbia già messo in campo misure per attirare i “cervelli in fuga”. Dal 7 aprile infatti è stato aperto un bando da 50 milioni di euro per favorire il trasferimento di ricercatori stranieri nel nostro paese. Bernini ha sottolineato come l’Italia non abbia dunque bisogno di iniziative altrui per farsi conoscere come meta di ricerca.
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Un altro punto che ha irritato il governo italiano riguarda il titolo originale della conferenza, inizialmente pensata come evento nazionale francese e poi trasformata in un forum europeo. Questo cambio di rotta, senza confronti trilaterali con i paesi membri, ha lasciato dubbi sul vero obiettivo: promuovere la Francia o l’Europa nel suo insieme? Inoltre è stato contestato che la scelta della sede, precisamente a Parigi, abbia accentuato la percezione che si volesse privilegiare la Francia come destinazione preferita.
L’appello di macron e von der leyen per attirare i ricercatori in europa
L’iniziativa di Macron si inserisce in un contesto particolare: la politica americana sotto Trump ha imposto forti tagli al finanziamento della ricerca, creando insicurezza tra gli scienziati. L’Europa ha provato a raccogliere tale eredità proponendosi come alternativa attrattiva per i ricercatori in cerca di stabilità e libertà accademica.
All’Università La Sorbona, Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, hanno lanciato un appello diretto ai ricercatori di tutto il mondo, e in particolare a quelli americani. “Scegliete l’Europa per la scienza” è stato il messaggio chiave della conferenza, per favorire il trasferimento verso i centri di ricerca europei.
Fonti vicine all’Eliseo hanno spiegato che il momento scelto è stato importante, vista la crescente pressione e le restrizioni sulla libertà accademica in vari paesi, Stati Uniti inclusi. Macron e von der Leyen, affiancati da rappresentanti universitari e commissari Ue, hanno annunciato nuovi incentivi e misure di sostegno dedicate ai ricercatori stranieri. Si tratta di garanzie economiche ma anche di tutela legale per chi decide di spostarsi nei paesi europei, offrendo così una prospettiva più solida rispetto alle incertezze oltreoceano.
Questa operazione mira a rafforzare i legami scientifici in Europa, valorizzando i talenti internazionali e consolidando il continente come centro di ricerca di livello globale. L’evento ha comunque alimentato discussioni e tensioni politiche tra i paesi coinvolti, ma conferma la volontà dell’Europa di proporsi come spazio di libertà e innovazione scientifica.
La partecipazione italiana al vertice e le implicazioni politiche
L’Italia è stata rappresentata alla conferenza a Parigi dall’ambasciatrice a Parigi Emanuela D’Alessandro, che ha lavorato in coordinamento con il ministero guidato da Anna Maria Bernini. La presenza italiana ha quindi avuto carattere istituzionale ma non diretta con un ministro della Ricerca, scelta letta da alcuni osservatori come segno di distanze diplomatiche tra Roma e Parigi.
Le fonti italiane hanno rimarcato che la tempistica con cui è stata organizzata la conferenza e la sua comunicazione sono stati deficitari, aggravando le tensioni. Il governo italiano ha anche sottolineato che esistono già programmi nazionali per attirare ricercatori dall’estero, citando proprio il bando da 50 milioni come esempio concreto.
Questa situazione ha messo in luce voci critiche su come dovrebbe funzionare la collaborazione europea nella ricerca. L’idea di un’iniziativa così importante gestita più dalla Francia che dall’intero Consiglio europeo ha scatenato polemiche. L’elemento politico emerge chiaramente dal fatto che alcuni delegati si domandano se l’obiettivo vero dell’incontro fosse una spinta nazionale francese più che un progetto condiviso.
In questo quadro, la conferenza di Parigi si configura sia come un tentativo di offrire risposte rapide a un’emergenza comune in campo scientifico, sia come terreno di confronto politico tra stati membri su come valorizzare il capitale umano e le risorse scientifiche europee. L’Italia intende mantenere autonomia nelle strategie di richiamo ai ricercatori, opponendosi a iniziative che possano indebolire la sua posizione sul piano internazionale.
Il confronto continuerà nelle prossime settimane, con ulteriori incontri e proposte da parte dei paesi europei interessati a trovare un equilibrio tra cooperazione e interessi nazionali.