L’ultimo rapporto dell’Istituto di statistica della Provincia di Trento rivela un inverno 2024/2025 con numeri record per il turismo trentino. Nonostante qualche variazione negli arrivi, il totale delle presenze raggiunge livelli mai visti nell’ultimo decennio. Ecco una lettura dettagliata dei dati che fotografano le dinamiche del settore, dai flussi di provenienza ai territori più richiesti.
Dati complessivi sul turismo invernale in trentino
Durante la stagione fredda appena conclusa, il Trentino ha accolto oltre 7,7 milioni di pernottamenti. La permanenza media ha toccato le 4,1 notti, indice di un coinvolgimento prolungato dei visitatori. La crescita delle presenze rispetto all’inverno precedente è stata dello 0,9%, un segnale di tenuta, nonostante il calo dell’1,6% negli arrivi che indica però una diminuzione dei nuovi turisti rispetto ai dati di un anno fa.
Questo bilancio positivo nasce da una distribuzione non omogenea sul territorio. Le valli come Val di Sole, Val di Fiemme, Val di Cembra e Val di Fassa insieme a località conosciute come Madonna di Campiglio, Pinzolo, Val Rendena, Giudicarie centrali e Valle del Chiese coprono il 61,8% del totale delle presenze invernali. Questi luoghi restano punti di riferimento, sia per la qualità delle strutture che per l’offerta turistica.
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Alcune aree in flessione
In alcune aree si registra una flessione significativa. L’altopiano della Paganella, la Piana Rotaliana e località come San Lorenzo Dorsino, San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi hanno visto scendere i numeri dei pernottamenti. Questi fenomeni possono dipendere da fattori come la variazione dell’offerta, condizioni climatiche o semplicemente una diversa attrazione turistica rispetto ad altre zone.
Andamenti nel comparto alberghiero e extralberghiero
Nel settore alberghiero i pernottamenti hanno mantenuto una sostanziale stabilità, crescendo lievemente dello 0,3%, ma gli arrivi sono calati del 2,6%. Questo significa che gli ospiti che arrivano scelgono di fermarsi più a lungo. Nel settore extralberghiero, come appartamenti, residence, b&b, si evidenzia invece una crescita più vivace: arrivi in aumento del 2,9% e presenze che crescono del 3,5%.
Questi dati indicano una mutata preferenza rispetto alle tipologie di alloggio, con sempre più turisti che optano per soluzioni diverse dall’albergo tradizionale. Può riflettersi in scelte più autonome, famigliari, o legate a una più ampia flessibilità. I turisti italiani rappresentano la maggioranza nelle strutture ricettive con il 52,7% delle presenze totali.
Provenienza geografica dei turisti italiani e stranieri
Dall’analisi delle regioni di provenienza degli italiani emerge che Lombardia guida con oltre 700.000 pernottamenti, seguita da Lazio, Emilia-Romagna che si aggirano attorno ai 600.000. Veneto e Toscana chiudono la classifica delle prime cinque con rispettivamente circa 480.000 e 380.000 pernottamenti. Questi numeri parlano di un flusso consolidato e corposo dal centro e nord Italia, segnando la ricchezza della domanda interna.
Dati sui turisti stranieri
I turisti stranieri hanno aumentato i pernottamenti del 6%. La maggioranza delle presenze alberghiere raggiunge l’80,5% del complesso delle strutture ricettive. Tra i paesi più rappresentati si segnalano Polonia e Repubblica Ceca. La Polonia segna un incremento del 12,7%, mentre la Repubblica Ceca cresce del 7,9%, con oltre 500.000 presenze. Seguono altri mercati europei come Germania, Inghilterra e Belgio, confermando il Trentino come meta apprezzata non solo in Italia ma anche all’estero.
Commenti e valutazioni dalle autorità locali
Roberto Failoni, assessore al turismo della Provincia autonoma di Trento, ha definito il report come un “chiaro indicatore dello stato di salute del settore”. Ha sottolineato come i risultati confermino la validità delle scelte della giunta provinciale. Ha ricordato che la strategia adottata trae origine da un confronto con le categorie economiche, le associazioni di promozione turistica e Trentino marketing.
Questa visione condivisa ha dato origine a un piano che continua a sostenere il territorio e l’economia locale, facendo del turismo invernale un elemento centrale dell’attività economica trentina. Gli investimenti in servizi, strutture, promozione hanno dato un segnale concreto, riconosciuto non solo nei numeri ma anche nella capacità di attrarre nuove fasce di visitatori e fidelizzare i clienti storici.
In un quadro ancora complesso per il turismo europeo e mondiale, il Trentino si presenta con numeri caparbi e rispetto all’anno precedente evidenzia segnali di gestione efficace e risposte positive dalla domanda. Il consolidamento delle presenze e la lunga permanenza vanno lette anche come un indice di soddisfazione e attrattività del territorio, confermando la sua posizione come meta privilegiata nel panorama invernale.