Nel cuore delle montagne del nord del Tagikistan, la nuova sfida è costruire un flusso turistico che valorizzi le bellezze naturali senza comprometterle. Un modello di crescita basato su un turismo lento e sostenibile può rappresentare l’unica soluzione per evitare danni irreparabili a paesaggi ancora quasi intatti. Il paese asiatico sta cercando di affermarsi come meta per viaggiatori in cerca di esperienze autentiche, lontano dagli standard del turismo di massa.
La nascita delle guest house tra le montagne del tagikistan
Tra sentieri sterrati e laghi cristallini, le famiglie locali iniziano ad offrire ospitalità in strutture semplici ma accoglienti. Nargiza e suo fratello Said gestiscono una guest house costruita con pietre e mattoni, situata in una zona remota della catena montuosa. Qui le camere spartane accolgono oggi quasi tutti i giorni turisti, soprattutto americani, interessati a trekking, ciclismo e alpinismo. La colazione preparata con prodotti coltivati in loco completa l’esperienza di chi soggiorna in questo piccolo angolo di Tagikistan.
Un’alternativa ai grandi alberghi
Quest’accordo tra natura e ospitalità segna una novità importante per il paese. Le guest house rappresentano un’alternativa ai grandi alberghi e resort che altrove hanno snaturato i luoghi. Inoltre, il governo sostiene questa tipologia di ricettività per cercare di rafforzare il turismo e rilanciare l’economia nazionale.
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Il potenziale ecoturistico del tagikistan ancora da sfruttare
Il Tagikistan è dominato per oltre il 90% da montagne e vette imponenti, alcune fra le più alte dell’ex Unione Sovietica. Il picco Somoni, con i suoi ghiacciai incontaminati, rappresenta uno dei tesori naturali di questa zona. Altre aree come il parco nazionale del Gorno-Badakhshan, patrimoni dell’UNESCO, sono rare per bellezza e integrità. I laghi di montagna e siti archeologici come Sarazm testimoniano una storia antica e un paesaggio ancora poco toccato dal turismo di massa.
Infrastrutture e risorse umane come ostacoli
Questo enorme patrimonio non basta però a far decollare il settore. Le difficoltà arrivano dalla carenza di infrastrutture, dalle vie di comunicazione scarse o inadeguate e dall’assenza di personale formato nel turismo. Un miglioramento della rete stradale in alcune zone ha iniziato a facilitare gli spostamenti, ma il lavoro da fare sul territorio è ancora molto.
L’economia del tagikistan tra opportunità e fragilità
Nonostante la crescita turistica abbia registrato tassi superiori all’8 per cento nel PIL, la povertà resta alta. Nei dati della Banca Mondiale, oltre il 20% della popolazione vive in condizioni difficili, dipendente in larga parte dalle rimesse degli emigrati, soprattutto in Russia. Questa fragilità economica rende urgente trovare nuove fonti di lavoro e reddito.
Strategie per la diversificazione economica
Le autorità puntano sul turismo come leva per diversificare l’economia e creare posti di lavoro. Tra il 2016 e il 2030, obiettivo dichiarato è moltiplicare i guadagni della popolazione, investendo in una crescita incentrata su attività legate al settore turistico. Da qui i forum internazionali e iniziative locali che cercano di mettere al centro le comunità montane e le tradizioni artigiane, con l’intento di generare ricavi senza stravolgere la cultura.
Turismo sostenibile: la scelta necessaria per il tagikistan
La storia di molti paesi con turismo di massa mostra gli effetti negativi di un’espansione incontrollata: speculazione edilizia, danni agli ecosistemi e perdita dell’identità culturale. Nel Tagikistan, queste problematiche si stanno evitando finora, proprio perché il turismo è ancora limitato.
Proprio per questo la direzione adottata è quella dell’ecoturismo, sostenuto da operatori specializzati che scommettono su percorsi lontani dai grandi circuiti.
Il modello community based tourism
Qui la metodica prevede viaggi spartani, a contatto con comunità rurali dedite a forme di vita tradizionali, spesso senza infrastrutture moderne ma con una forte autenticità.
Modelli come il community based tourism , già attivo nel vicino Kirghizistan, puntano a migliorare le condizioni locali senza cambiare troppo l’assetto originale dei villaggi. Questa modalità permette alle famiglie di ottenere un reddito supplementare senza dover abbandonare la propria terra.
Turismo straniero e tendenze attuali in tagikistan
Secondo i dati ufficiali dell’Agenzia delle Statistiche del Tagikistan, nel 2024 sono arrivati circa 1,2 milioni di visitatori, con una crescita del 19% rispetto all’anno precedente. La maggior parte proviene dai paesi dell’ex Unione Sovietica, con Uzbekistan, Russia e Kazakistan in testa. Tra gli stranieri spiccano anche cinesi, americani, afghani e iraniani.
Il ruolo dell’italia e infrastrutture limitate
L’Italia compare nella lista, ma con numeri molto bassi. Non esistono grandi aeroporti internazionali o infrastrutture pensate per grandi flussi, a differenza di altri stati dell’area che hanno puntato su resort e città ricostruite per attrarre le masse. Il Tagikistan resta dunque una meta per viaggiatori esperti, disposti a misurarsi con ambienti difficili.
La natura aspra e i valori delle comunità locali spingono verso un turismo che privilegi la sostenibilità ambientale e il rispetto delle tradizioni.
Le sfide per costruire un turismo responsabile
Attivare un turismo sostenibile in un paese dove le infrastrutture di base mancano è una sfida complessa. Questi spazi montani e i villaggi rurali sopravvivono con risorse minime. La presenza di una rete elettrica, fognaria o idrica è limitata, e la geografia complicata rende difficile garantire servizi.
Mantenere tradizioni e migliorare la qualità della vita
In questo contesto, ampliare la ricettività senza stravolgere abitudini è una priorità. L’esperienza del CBT può rappresentare una soluzione poco invasiva, favorendo il mantenimento delle tradizioni senza rinunciare a condizioni di vita più favorevoli. Il turismo può così generare nuove entrate e creare posti di lavoro, limitando i rischi di migrazioni forzate verso le città o l’estero.
Le istituzioni e le comunità devono collaborare per evitare gli errori già visti altrove. Il turismo lento può essere il motore di un cambiamento equilibrato, purché non tratti il territorio soltanto come un prodotto da vendere a qualsiasi costo.