due neonati e un adulto morti durante una traversata nel canale di sicilia, soccorsi dalla ong resqship
La traversata dal Nord Africa verso l’Italia si è conclusa tragicamente a poche miglia da Lampedusa. Due neonati e un adulto hanno perso la vita mentre tentavano di raggiungere la costa italiana su un gommone in avaria. L’intervento della ong tedesca Resqship, con la sua imbarcazione Nadir, ha permesso di trarre in salvo altri migranti, alcuni dei quali in condizioni critiche. Questo episodio mette ancora una volta in evidenza i rischi gravissimi legati al flusso migratorio nel Mediterraneo centrale.
Il 10 maggio intorno alle 13, il Nadir ha ricevuto un messaggio radio da un aereo Frontex attivo nell’area di ricerca e soccorso maltese, che segnalava un gommone alla deriva a sud di Lampedusa. A bordo c’erano 62 persone, con un gruppo composto da 17 donne, due neonati e quattro bambini piccoli. L’imbarcazione era partita da Zawiyah, in Libia, tre giorni prima, affrontando difficoltà fin dal secondo giorno a causa di un guasto al motore.
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Il gommone in avaria e i rischi affrontati
Il gommone non era più manovrabile, lasciando i migranti esposti al forte vento e alle intemperie senza protezione. L’equipaggio del Nadir è intervenuto tempestivamente. Secondo la ong, il maltempo e la mancanza di mezzi per regolare la rotta hanno aumentato i rischi per i naufraghi, molti dei quali debilitati per la lunga permanenza in mare e la scarsità di acqua.
La scoperta dei corpi e i primi soccorsi a bordo
Al momento del soccorso, i soccorritori hanno ricevuto due neonati già deceduti, rispettivamente di 3 e 4 anni di età, che secondo le valutazioni probabilmente sono morti il giorno prima per disidratazione. Rania, paramedico a bordo della Nadir, ha raccontato come durante le operazioni i corpi senza vita sono stati consegnati all’equipaggio. In aggiunta, un altro adulto non ce l’ha fatta nonostante le manovre di rianimazione effettuate dai medici presenti.
Le testimonianze dei sopravvissuti hanno indicato che un’altra persona era annegata il giorno precedente, cadendo in acqua. Questi decessi sottolineano le condizioni drammatiche affrontate durante la traversata e la fragilità dei migranti più piccoli.
Condizioni dei sopravvissuti e interventi della guardia costiera italiana
Tra i sopravvissuti, alcuni hanno riportato ferite gravi che hanno richiesto assistenza medica immediata. La guardia costiera italiana ha effettuato l’evacuazione di due neonati e due adulti che necessitavano di cure urgenti, trasferendoli a strutture sanitarie locali. Dopo aver ricevuto le prime attenzioni mediche a bordo, il Nadir ha proseguito verso Lampedusa per lo sbarco definitivo dei migranti.
I sopravvissuti arrivati a terra sono stati sottoposti a ulteriori controlli sanitari. Le condizioni di molti restano delicate e i racconti raccolti da ong e operatori sanitari confermano la durezza del viaggio e la pericolosità delle rotte marittime usate per raggiungere l’Italia.
La situazione a terra dopo lo sbarco
A Lampedusa, i numerosi arrivi richiedono interventi continui da parte delle autorità italiane e delle organizzazioni umanitarie per gestire situazioni di emergenza sanitaria e sociale. Ogni nuovo sbarco racconta di viaggi drammatici e sogni infranti, lasciando una scia di dolore e di questioni aperte sulle misure da adottare per ridurre i rischi di simili tragedie.
Il contesto delle traversate irregolari dal nord africa verso l’italia
L’episodio riflette un fenomeno che continua a coinvolgere migliaia di persone in fuga da guerre, povertà e instabilità politica. Il Mediterraneo centrale resta uno dei punti più critici per i flussi migratori, con imbarcazioni spesso precarie e mal equipaggiate. Le partenze da porti libici come Zawiyah sono frequenti, ma la distanza, le condizioni meteorologiche e i guasti tecnici provocano spesso tragedie in mare.
Le attività di soccorso di ong come Resqship rappresentano un punto di riferimento per chi si trova in difficoltà in mare. Nonostante ciò, le vittime continuano a salire, soprattutto tra i più giovani e vulnerabili, a testimonianza delle difficoltà nelle operazioni di salvataggio e della pericolosità delle rotte clandestine.