Il ritorno: l'ulisse disilluso di Pasolini sbarca alla Festa di Roma

Il ritorno: l’ulisse disilluso di Pasolini sbarca alla Festa di Roma

“Il Ritorno”, diretto da Uberto Pasolini, presenta un Odisseo disincantato e una Penelope solitaria, esplorando temi di disillusione, identità e vulnerabilità in un’interpretazione profonda della mitologia greca.
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Il ritorno: l'ulisse disilluso di Pasolini sbarca alla Festa di Roma - (Credit: www.ansa.it)

Il film “Il Ritorno”, diretto da Uberto Pasolini, ha debuttato oggi in anteprima alla Festa di Roma, inserito nella sezione Grand Public. Con un cast d’eccezione guidato da Juliette Binoche e Ralph Fiennes, la pellicola riadatta i temi epici dell’Odissea, riproponendo la storia di un Odisseo che torna a casa dopo vent’anni, ma non nel modo in cui ci si aspetterebbe. La produzione si distingue per una narrativa che veicola un senso di disillusione, in contrasto con l’eroismo a cui siamo abituati.

Un Odisseo disincantato

In “Il Ritorno”, Odisseo, interpretato da Ralph Fiennes, si presenta come un personaggio ben lontano dall’eroe muscoloso e iconico che la tradizione ha tramandato. La sua figura appare stanca e tormentata, immersa in un dramma interiore che emerge chiaramente nel suo arrivo a Itaca. Dopo vent’anni di assenza, il suo ritorno non è celebrato ma è piuttosto un momento di riflessione e peso, segnato da sensi di colpa e da un coraggio ormai affievolito. Odisseo scopre una Itaca cambiata, invasa dai Proci, che hanno preso possesso del suo palazzo e che lo attendono alla ricerca di una stabilità che egli stesso non riesce più a trovare.

La rappresentazione di un eroe vulnerabile si allontana nettamente dalle aspettative del pubblico, mostrando un uomo che si è arreso al destino. La mancanza di divinità nel suo cammino rende la sua storia ancora più umana, permettendo al pubblico di connettersi con le fragilità e le complessità della sua persona. Questo approccio disincantato alla figura di Odisseo eleva il film a una riflessione sull’umanità e sull’essere in balia delle circostanze.

La solitudine di Penelope

Juliette Binoche offre un’interpretazione intensa di Penelope, una donna sopravvissuta al dolore e all’attesa prolungata. La sua performance ritrae una figura profondamente umana, intrisa di solitudine e di disillusione. Penelope non è solo la paziente moglie che attende il ritorno del marito, ma una donna che si confronta con la sua realtà e cerca di prorogare una scelta che sembra ineluttabile. La sua battaglia interiore è evidente e racconta il peso di una speranza che si sta affievolendo, quasi in parallelo con quella di Odisseo.

Durante le sue dichiarazioni alla stampa, Binoche ha rivelato che la connessione con questo personaggio è stata immediata. L’attrice ha sottolineato che non ha dovuto compiere ricerche approfondite per incanalare la complessità di Penelope; piuttosto, ha trovato nell’archetipico viaggio di questa donna delle risonanze personali. La simbolica prigionia nel suo castello rispecchia la sua solitudine e rappresenta l’attesa di una risoluzione che non giunge mai. L’interpretazione di Binoche arricchisce il film di intense sfumature emotive.

Temi e significato

“Il Ritorno” non è solo un adattamento della mitologia greca, ma un’esplorazione delle complessità umane e delle emozioni che permeano le relazioni interpersonali. La pellicola pone l’accento su sentimenti come solitudine, rimpianto e la ricerca di identità, catturando la lotta interiore che caratterizza ciascun personaggio. L’atmosfera di disillusione è palpabile e serve a stimolare una riflessione profonda sul significato del ritorno stesso.

In un contesto cinematografico in cui la glorificazione dell’eroe è la norma, “Il Ritorno” si distingue come una narrazione in cui il viaggio più significativo è quello interiore. Entrambi i protagonisti si confrontano con i fantasmi del passato e i fallimenti presenti, offrendo agli spettatori una rappresentazione più autentica e vulnerabile dell’esperienza umana. La pellicola si rivela quindi un’opera profonda e incisiva, in grado di coinvolgere il pubblico in una riflessione sul significato di casa e appartenenza nel corso delle proprie vite.

Ultimo aggiornamento il 19 Ottobre 2024 da Armando Proietti

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