Il ritorno di Mauro Pagani per celebrare Crêuza de mä a Rimini dopo 40 anni dall’uscita dell’album di Fabrizio De André

Il ritorno di Mauro Pagani per celebrare Crêuza de mä a Rimini dopo 40 anni dall’uscita dell’album di Fabrizio De André

A quaranta anni dall’uscita, l’album Crêuza de mä di Fabrizio De André e Mauro Pagani torna protagonista a Rimini con un concerto che celebra la musica genovese e l’eredità mediterranea degli anni ottanta.
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A quarant'anni dall'uscita, l'album *Crêuza de mä* di Fabrizio De André e Mauro Pagani torna protagonista a Rimini con un concerto di Pagani, che celebra questo capolavoro della musica italiana in genovese e le sonorità mediterranee, nell'ambito della rassegna *Percottere la mente*. - Gaeta.it

L’album Crêuza de mä, pubblicato quaranta anni fa da Fabrizio De André e Mauro Pagani, conserva intatta la sua forza musicale e culturale. Questa pietra miliare della musica italiana, con testi in genovese e sonorità mediterranee, torna protagonista in una serata speciale a Rimini. Il concerto segna il ritorno di Pagani che ripropone l’atmosfera e i suoni che hanno definito questo lavoro, nel contesto della rassegna Percottere la mente, dedicata all’eredità musicale degli anni ottanta.

La nascita e l’impatto culturale di crêuza de mä

Crêuza de mä uscì nel 1984, segnando una svolta nel panorama musicale di quel periodo. L’album portò una lingua regionale come il genovese sugli scaffali delle discoteche e delle case italiane, diventando il primo a sfruttare quel dialetto in modo così intenso e creativo. Fabrizio De André scelse di allontanarsi dall’italiano per raccontare storie di mare, viaggi e identità mediterranee, in un modo che tagliò con le convenzioni del tempo.

L’opera fu percepita inizialmente come un esperimento azzardato ma acquistò presto un seguito appassionato. Gli ascoltatori colsero la profondità dei testi e delle melodie, che intrecciavano ritmi tradizionali a sonorità esotiche, creando un ponte verso il mondo sottomarino e le coste di Liguria.

Il genovese come ponte culturale

Il genovese antico usato da De André e Pagani racchiude una dimensione linguistica complessa e ricca, capace di evocare il Mediterraneo non solo come luogo geografico, ma come matrice di culture e incontri. Molti studiosi e appassionati lo considerano ancora oggi un punto di riferimento per il recupero delle lingue minoritarie e per un approccio musicale che supera i confini temporali.

La rassegna percottere la mente e l’appuntamento di rimini

Il 8 luglio, al Cortile degli Agostiniani di Rimini, si tiene il secondo incontro della rassegna Percottere la mente, promossa dalla Sagra Musicale Malatestiana. L’evento inserisce il concerto di Pagani all’interno di un percorso che valorizza il decennio degli anni ottanta, montando un dialogo creativo con la letteratura rappresentata dal quarantesimo anniversario di “Rimini” di Pier Vittorio Tondelli.

La scelta di Rimini come città ospitante è legata non solo al legame con la cultura italiana degli anni ottanta, ma anche alla capacità di ospitare eventi che richiamano pubblici diversi, da quelli più giovani agli appassionati di musica d’autore.

Formazione e atmosfera del concerto

Mauro Pagani approda qui con una formazione allargata: sei musicisti, una corista e un corista gli fanno da spalla per riportare in scena le tracce di Crêuza de mä e numerosi brani presi dal vasto repertorio del polistrumentista. L’atmosfera della corte consente di riscoprire quei suoni intimi, sospesi tra il passato e il presente.

La proposta artistica di mauro pagani a 40 anni dall’album

Pagani, da sempre punto di riferimento della musica italiana, torna a vestire i panni di esecutore e narratore di un progetto che definisce “fuori dal tempo e dallo spazio”. L’album Crêuza de mä rappresenta quel lavoro sospeso fra realtà e memoria, da cui spuntano melodie arcaiche e contemporanee contemporaneamente.

Riconosciuto dagli addetti ai lavori come un capolavoro fuori dai generi, questo album riflette l’incontro fra la tradizione e il mare mediterraneo, raccontato in lingua genovese e arricchito da strumenti provenienti da culture diverse. Pagani e la sua band rendono omaggio a quelle atmosfere con esecuzioni fedeli ma anche vive, capaci di far sentire la portata storica di ogni pezzo.

Un’occasione preziosa per tutti

Il concerto offre dunque un’occasione preziosa per chi conosce l’album da tempo e per chi desidera avvicinarsi a un frammento importante della musica e della cultura italiana. L’attenzione si sposta non solo sulla musica di De André, ma anche sul percorso artistico di Pagani, che arricchisce la serata con altri brani, tratteggiando la sua carriera ultracinquantennale.

Un evento che ricorda l’importanza di conservare e rilanciare le radici sonore di un lavoro capace di rimanere vivo in anni in cui il paesaggio musicale cambia rapidamente.

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