il progetto 'l'ultimo cuoco antico' racconta la storia dei cuochi dimenticati dell'italia

il progetto ‘l’ultimo cuoco antico’ racconta la storia dei cuochi dimenticati dell’italia

Il film l’ultimo cuoco antico celebra i cuochi delle generazioni passate, valorizzando la tradizione culinaria italiana e il ruolo storico di Villa Santa Maria e dell’Abruzzo nella formazione degli chef.
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Il film "L'ultimo cuoco antico" celebra i cuochi tradizionali italiani, custodi della cucina storica e sociale, valorizzandone il ruolo e le radici, con un focus speciale sull'Abruzzo e Villa Santa Maria, patria di grandi chef. - Gaeta.it

Il film ‘l’ultimo cuoco antico‘ punta i riflettori sui protagonisti meno conosciuti della cucina italiana: i cuochi delle generazioni passate che hanno contribuito a costruire la tradizione gastronomica prima che diventasse un fenomeno di moda globale. Questa iniziativa vuole restituire voce a quei professionisti che non hanno avuto spazio nei racconti pubblici, offrendo una prospettiva storica e sociale finora poco esplorata.

L’importanza storica dei cuochi antichi secondo la federazione italiana cuochi

Rocco Pozzulo, presidente della Federazione Italiana Cuochi, ha espresso il suo sostegno immediato alla sceneggiatura promossa dalla Fondazione Peppino Falconio. Secondo Pozzulo, oggi la ristorazione italiana è un punto di riferimento nel mondo, ma è fondamentale ricordare l’origine di questo successo e i sacrifici di chi, in passato, ha lavorato in questo campo senza riconoscimenti. L’opera vuole valorizzare quei “cuochi antichi”, definiti come veri e propri custodi della tradizione italiana, che hanno mantenuto vivi saperi e pratiche ben prima che il mestiere assumesse un’aura di celebrità.

La federazione ha definito il progetto “doveroso e meritevole”, sottolineandone il ruolo educativo per le nuove generazioni di chef, oltre che culturale per il pubblico. La sceneggiatura, pronta per la produzione cinematografica, mira a illustrare questa lunga filiera che ha trasformato il lavoro del cuoco, fino a farlo diventare un simbolo nazionale riconosciuto.

Il ruolo dell’abruzzo nella storia e nella memoria dei cuochi tradizionali

Lorenzo Pace, presidente dell’Unione regionale Cuochi Abruzzesi, ha accolto con favore l’iniziativa della Fondazione Falconio, evidenziando il valore simbolico e storico che l’Abruzzo ha nella professione dei cuochi. In particolare, la Valle del Sangro e Villa Santa Maria sono riconosciuti come il cuore della tradizione culinaria abruzzese. Questi luoghi hanno vissuto vicende drammatiche legate alla guerra, alla fame e all’emigrazione, tutte esperienze che hanno influenzato profondamente il ruolo sociale e culturale del cuoco nella regione.

Pace ha parlato di una terra “piena di Ciccillo”, ovvero tanti cuochi come quello protagonista della sceneggiatura, che rappresentano figure emblematiche per il mestiere antico. Per i giovani chef abruzzesi questa narrazione sarà un’occasione per comprendere l’evoluzione del ruolo del cuoco, tra sacrifici e tradizioni, raccontata in modo diverso rispetto all’immagine attuale, più legata allo spettacolo e alle star internazionali.

Villa santa maria, la patria dei cuochi: un esempio concreto nella cucina italiana

Pino Finamore, sindaco di Villa Santa Maria e presidente dell’Associazione Cuochi della Valle del Sangro, ha sottolineato come questa città rappresenti la “patria dei cuochi”. I cuochi nati in questa zona hanno trasmesso competenze a diverse generazioni di chef italiani e internazionali, contribuendo in maniera determinante alla diffusione della cucina italiana nel mondo.

Finamore ha definito la storia raccontata nel progetto cinematografico un esempio di memoria collettiva da sostenere. Il valore sta nel riconoscere come i talenti locali abbiano formato quelle berrette bianche oggi celebre sui palcoscenici globali. La narrazione attraverso questo film vuole riportare alla luce esempi concreti di una vita dedicata non solo alla cucina, ma anche al contesto sociale di un’epoca differente, dove il cuoco incarnava un ruolo centrale dentro le comunità.


Con questo progetto la cucina italiana torna a raccontarsi guardando alle radici dei suoi protagonisti meno noti, restituendo dignità e spessore a un mestiere che ha accompagnato la storia del paese attraverso tempi difficili e cambiamenti profondi.

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