L’ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha sollevato una questione scottante riguardo al principio di uguaglianza durante il convegno ‘La giustizia è uguale per tutti?‘ svoltosi presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Da tempo, il tema dell’uguaglianza e della giustizia è al centro del dibattito pubblico, specie in un’epoca in cui crescono le preoccupazioni per le norme che potrebbero garantire impunità a chi esercita il potere. Le dichiarazioni di De Magistris, incisive e dirette, pongono l’accento su una frattura sempre più evidente tra diritti dei cittadini e protezione del potere.
Norme che favoriscono l’impunità?
De Magistris ha espresso il suo timore riguardo a leggi che, secondo lui, tendono a proteggere chi detiene posizioni di potere. L’ex sindaco ha richiamato l’attenzione su casi specifici, come l’abuso d’ufficio, le regole sulle intercettazioni e le restrizioni alla pubblicazione di informazioni. Tali normative, secondo De Magistris, sembrano tendere a oscurare le malefatte delle istituzioni, rendendo difficile per i cittadini avere accesso a informazioni cruciali. Questo contesto diventa ancora più preoccupante quando si considera il recente disegno di legge sulla sicurezza approvato alla Camera, che a suo dire manifesta un atteggiamento severo nei confronti delle classi più vulnerabili, come operai in sciopero e persone in difficoltà.
Con un’attenta analisi, De Magistris ha fatto notare un “pugno di ferro” contro i deboli e un “pugno di carta” verso i forti, sottolineando una netta disparità nel trattamento giuridico dei cittadini. Questo squilibrio potrebbe, secondo lui, allargare ulteriormente il divario di fiducia nei confronti delle istituzioni, già messo a dura prova. La questione, quindi, si sposta verso un’analisi critica dell’applicazione delle leggi e della loro capacità di garantire equità e giustizia.
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Il ruolo della magistratura e della società civile
L’ex sindaco ha suggerito che il cambiamento di rotta non può avvenire senza una forte rinnovata credibilità della magistratura, che dovrebbe fungere da baluardo in situazioni di crisi. L’appello di De Magistris è chiaro: la magistratura non deve solo svolgere il proprio lavoro, ma deve guadagnarsi la fiducia dei cittadini attraverso un’azione trasparente e giusta. Affrontando la questione della difesa dei diritti, ha sottolineato il ruolo fondamentale dell’Avvocatura, che deve appoggiarsi in prima linea a favore dei più vulnerabili. La necessità di un’Università coinvolta attivamente nel dibattito pubblico è un altro punto cruciale, poiché un livello di consapevolezza cittadina più elevato può contribuire a far emergere questi temi come urgenti e rilevanti.
La magistratura, l’Avvocatura e l’istruzione superiore sono quindi chiamati a lavorare insieme per alimentare un dialogo costruttivo e garantire che i diritti delle persone non vengano calpestati. La sfida è proprio quella di portare all’attenzione della collettività questioni che spesso vengono sottovalutate o ignorate, autorizzando così cambiamenti positivi nel lungo periodo.
Difficoltà del cambiamento politico
Rispondendo a chi gli chiedeva se la politica potrebbe effettivamente apportare un cambiamento significativo, De Magistris non ha nascosto il suo scetticismo. Ha espresso preoccupazione per il fatto che l’agenda politica, sia della destra che del centrosinistra, negli anni passati si sia mossa prevalentemente nella direzione di indebolire la magistratura. La proposta di una separazione delle carriere all’interno del sistema giudiziario è stata un altro punto che ha sollevato interrogativi sul futuro dell’indipendenza della magistratura e sul rischio di un’ulteriore erosione della sua autonomia.
L’analisi di De Magistris ci invita a riflettere sulle conseguenze di tali scelte politiche e sulla necessità di un sistema giuridico forte e indipendente, capace di proteggere i diritti di tutti i cittadini. Il suo intervento accende una luce su tematiche cruciali che meritano attenzione e discussione, rimanendo al centro dell’agenda pubblica.