Il viaggio del principe harry in angola sta riaccendendo il dibattito pubblico sulla sua strategia nel campo umanitario. L’ex membro della famiglia reale ha scelto di ripercorrere i passi di sua madre, la principessa diana, per richiamare l’attenzione internazionale sulle mine antiuomo rimaste dopo il lungo conflitto civile angolano che si è concluso nel 2022. Questo richiamo ha scatenato una serie di critiche, soprattutto da parte della stampa britannica, che mette in discussione la sincerità e l’efficacia del suo impegno.
Il viaggio in angola per ricordare diana e la campagna contro le mine
Nel 2025, il principe harry ha effettuato il suo terzo viaggio in angola per sostenere la causa contro le mine antiuomo, tema caro a sua madre, che si era impegnata in prima linea in questa battaglia negli anni Novanta. Durante la sua visita, harry ha camminato negli stessi luoghi frequentati da diana durante la sua famosa campagna contro gli ordigni inesplosi, cercando di mantenere vivo il messaggio di sensibilizzazione internazionale che la principessa inaugurò oltre vent’anni fa. L’obiettivo dichiarato è lavorare con organizzazioni locali e internazionali per raccogliere fondi utili al disinnesco degli ordigni, evitando che continuino a rappresentare una minaccia per la popolazione civile.
Il contesto della guerra civile in angola, conclusasi solo recentemente nel 2022, ha lasciato dietro sé un’eredità di ordigni che ancora oggi causano vittime e feriti. L’impegno di harry, quindi, si inserisce in una realtà attuale e urgente. L’importanza di agire su questo fronte è riconosciuta anche da chi nutre dubbi sulla motivazione che guida il principe, evidenziando come la campagna di disarmo sia cruciale per la stabilità e la sicurezza del paese africano.
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Le critiche della stampa britannica: il gioco della nostalgia e l’ombra di diana
Il Daily Mail, uno dei principali tabloid inglesi, ha commentato il gesto di harry con toni duri e ironici. Secondo il giornale, il principe starebbe esagerando nel richiamare la figura di sua madre, quasi strumentalizzandola per attirare attenzione e ottenere visibilità. L’accusa principale riguarda una “performance” che si appoggerebbe troppo sull’emozione, rievocando un’immagine della principessa diana che sembra quasi un cliché riciclato.
Il tabloid descrive harry come l’”imitatore” di diana, un uomo che avrebbe ancora “l’ombra del bambino in lutto” e che durante il viaggio avrebbe mostrato “un’espressione cupa da zona di guerra di hollywood”. Si tratta di un modo per sottolineare come l’immagine usata dal principe appaia costruita più per effetto che per reale coinvolgimento personale. Il giornale domanda quante altre volte harry potrà usare la figura della madre come carta da giocare, insinuando che questo approccio finisca per creare più scalpore che sostegno concreto alla causa umanitaria.
Non mancano osservazioni sul fatto che, da quando ha lasciato il regno unito nel 2020, il principe harry abbia mostrato difficoltà a distaccarsi dalla sua storia familiare, appoggiandosi spesso ai ricordi del passato per mantenere rilevanza mediatica e pubblico interesse.
Il tentativo di costruire una nuova identità e il peso della storia reale
Dall’abbandono del ruolo ufficiale in famiglia reale harry ha ripetutamente dichiarato di volere costruire un percorso indipendente, lontano dalle ombre della corona britannica. Tuttavia, il richiamo al passato e in particolare alla figura di diana sembra ancora caratterizzare molti dei suoi tentativi di affermarsi nel mondo della filantropia e della comunicazione pubblica.
La giornalista Jan Moir ha elaborato questa dinamica paragonando harry a un “piromane” che non riesce a resistere al richiamo della sua vecchia vita, ritornando più volte sulle “braci agrodolci del ricordo”. Il suo viaggio in angola rappresenta l’ennesima tappa di questo percorso, dove l’eredità reale e la tragedia personale si intrecciano con il desiderio di lasciare il segno a livello internazionale.
Nonostante gli sforzi per consolidare una nuova immagine come filantropo in america, l’identità legata alla famiglia reale rimane il fattore che gli garantisce maggior eco e visibilità. Il richiamo a diana, quindi, non appare solo come un omaggio, ma anche come uno strumento per conservare un legame forte con un’immagine pubblica riconoscibile e apprezzata dal pubblico.
L’impatto sulla halo trust e le sfide finanziare della campagna contro le mine
Il coinvolgimento del principe harry ha avuto un impatto diretto su alcune organizzazioni umanitarie impegnate nella rimozione delle mine antiuomo in angola, in particolare la Halo Trust. Questo ente benefico, che lavora per bonificare le aree contaminate dagli ordigni, ha ricevuto attenzione e sostegno grazie alla presenza del principe. La sua partecipazione aiuta a mobilitare risorse e donazioni, elementi fondamentali per proseguire le attività sul territorio.
Nel contesto di una guerra civile terminata da poco, infatti, le necessità di intervento sono enormi e l’entità finanziaria richiesta supera spesso le disponibilità delle organizzazioni. L’intervento di figure pubbliche come harry contribuisce a raccogliere fondi e a mantenere alta l’attenzione internazionale su un problema ancora irrisolto che continua a provocare vittime innocenti.
Nonostante questo aspetto positivo, il ruolo mediatico del principe è spesso interpretato come un’operazione studiata più per immagine personale che per impulso reale alle cause umanitarie. Questo alimenta un dibattito su quanto i gesti di personaggi noti riescano a produrre risultati concreti nel lungo periodo, senza limitarsi a momenti simbolici dal forte impatto emotivo.
Le difficoltà finanziarie di enti come la Halo Trust rimangono una realtà concreta, e la collaborazione con persone di rilievo pubblico può fare la differenza tra il successo e il fallimento di alcune campagne in paesi colpiti da recenti conflitti. In questo senso, la presenza di harry apre un fronte di discussione più ampio sulle modalità con cui le figure pubbliche si impegnano in cause delicate di portata globale.