Il presidente mattarella sul cinema: patrimonio culturale italiano a rischio con la chiusura delle sale e sfide per istituzioni

Il presidente mattarella sul cinema: patrimonio culturale italiano a rischio con la chiusura delle sale e sfide per istituzioni

Sergio Mattarella, Alessandro Giuli e Piera Detassis sottolineano l’importanza del cinema italiano, la crisi delle sale cinematografiche e il ruolo delle istituzioni nel sostenere produzione, cultura e inclusione femminile.
Il Presidente Mattarella Sul C Il Presidente Mattarella Sul C
Il presidente Mattarella ha sottolineato il ruolo fondamentale del cinema nella cultura italiana, richiamando l'urgenza di sostenere le sale cinematografiche e la produzione nazionale, con il supporto delle istituzioni e del ministero della Cultura. - Gaeta.it

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ribadire l’importanza del cinema come parte integrante della cultura italiana, evidenziando la necessità di contrastare la chiusura delle sale cinematografiche e il rischio derivante dalle logiche esclusivamente commerciali. Le sue parole, pronunciate in occasione della cerimonia al Quirinale per i 70 anni dei premi David di Donatello, hanno richiamato attenzione sul ruolo sociale del cinema e sulle responsabilità delle istituzioni nel sostenere una filiera in difficoltà. Anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli e la presidente dell’Accademia del Cinema Italiano Piera Detassis hanno espresso punti di vista in linea con questa visione, sottolineando temi cruciali per l’industria e la comunità che ruota attorno al cinema.

Mattarella ricorda il cinema come racconto della storia e strumento di identità nazionale

Nel discorso ufficiale al Quirinale, Sergio Mattarella ha sottolineato il cinema come un “organo vitale” per la società italiana. Ha ricordato come il cinema abbia raccontato la storia del paese, offrendo immagini e volti impressi nella memoria collettiva e contribuendo a formare l’identità nazionale e una lingua comune. Non a caso ha evocato “Roma città aperta” di Rossellini, uscito nel 1945, un anno decisivo per la rinascita italiana dopo la guerra e il periodo della Liberazione. Quel film è stato un simbolo di speranza e di ripartenza, in un momento in cui la produzione cinematografica italiana contava appena 25 titoli. Il cinema si è rivitalizzato rapidamente insieme alla società, accompagnando i cambiamenti politici e culturali.

Mattarella ha poi ripercorso alcuni momenti salienti del cinema italiano, come l’Oscar del 1965 per “Ieri, oggi, domani” di Vittorio De Sica, o i successi di Federico Fellini con “Amarcord”, che ha saputo portare il volto della Romagna ad una dimensione universale. Il presidente ha definito i David di Donatello come “parte della storia della Repubblica”, raccolta di storie di successi, difficoltà, sogni e affanni. Questi premi rappresentano la memoria vivente di un cinema che continua a rinnovarsi attraverso nuovi talenti e opere seguite dal pubblico e dalla critica.

Allarme chiusura delle sale e responsabilità delle istituzioni nel preservare il valore sociale

Un altro punto toccato da Mattarella è la crisi delle sale cinematografiche, considerate minacciate da un’erosione che ne riduce la presenza nelle città e nei quartieri. Ha spiegato che fattori oggettivi penalizzano i gestori ma ha rigettato l’idea di rassegnarsi a logiche di mercato che ignorano il valore sociale del cinema come luogo di incontro e condivisione. Per questo motivo le istituzioni, nazionali e locali, devono intervenire in modo deciso per governare e sostenere il settore.

Il discorso si è esteso anche ad altri ambiti della cultura, come teatro, danza e musica, che vivono anch’essi situazioni difficili per la riduzione del pubblico. Mattarella ha evidenziato che il talento e la qualità di queste forme artistiche meriterebbero maggiore attenzione e protezione per evitare che il loro spazio si riduca ulteriormente.

Sfide alla produzione cinematografica e importanza di regole chiare e dialogo tra istituzioni e settore

Sergio Mattarella ha chiamato a una ripresa delle produzioni italiane, invitando a superare incertezze normative che ostacolano produttori indipendenti e registi emergenti. Queste difficoltà rischiano di compromettere anche l’interesse di produzioni straniere, tornate a scegliere l’Italia per la qualità degli studi e delle tecnologie. Il presidente ha spronato istituzioni e operatori a intensificare il dialogo per trovare soluzioni condivise.

Ha poi evidenziato come il cinema abbia saputo affrontare la trasformazione legata alle nuove piattaforme e ai media digitali. La contaminazione con altri linguaggi ha aperto nuove strade narrative e industriali, ma resta fondamentale mantenere la cultura e la professionalità del cinema tradizionale per assicurare la qualità dei prodotti. La produzione, la distribuzione e le modalità di fruizione si sono evolute, ma la creatività propria del cinema è rimasta al centro del sistema audiovisivo italiano.

Ministro giuli: il ministero della cultura pronto a sostenere il settore con incentivi e trasparenza

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha affermato che il ministero ha attivato un team di trenta tecnici dedicati a velocizzare l’erogazione degli incentivi cinematografici. Ha promesso risorse aggiuntive per rispondere con maggior rapidità alle esigenze della produzione, riconoscendo che il rapporto tra istituzioni e cinema deve essere basato su intesa e collaborazione.

Giuli ha parlato di un momento di precarietà e confusione vissuto dall’industria cinematografica italiana, e ha assicurato un atteggiamento di ascolto ma anche di fermezza nel controllare procedure, erogazioni e trasparenza. Il ministro ha rilevato l’importanza di un confronto sincero con il settore, capace di affrontare temi delicati come il sostegno alla produzione, la promozione delle opere e la tutela dall’impatto della concorrenza internazionale.

Secondo Giuli il recente decreto correttivo sul Tax Credit rappresenta un passo avanti, avendo accolto richieste precise di chiarezza e regole certe da parte di produttori e operatori. È un tentativo di stabilire condizioni più affidabili per chi lavora nel campo del cinema italiano.

L’Accademia del cinema italiano e la presidente detassis sottolineano il valore del sostegno pubblico e la presenza femminile tra i candidati david

Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano, ha espresso grande emozione per il riconoscimento conferito a Sergio Mattarella e ha ribadito il ruolo vitale del sostegno pubblico al cinema nazionale. Ha ricordato che questo aiuto protegge il lavoro e permette di portare al pubblico valori importanti, mantenendo l’indipendenza artistica soprattutto del cinema destinato alla sala.

I David di Donatello festeggiano i 70 anni e questa edizione si caratterizza per la presenza significativa di registe donne tra i candidati migliori: Francesca Comencini, Valeria Golino e Maura Delpero. Detassis ha sottolineato che molte delle storie selezionate riguardano donne che si raccontano, affrontano resistenze e reclamano un “no” riconosciuto e ascoltato.

Oltre alle storie al femminile, l’edizione propone racconti morali, autobiografici e di memoria, ma non manca uno sguardo sull’attualità, con temi che riguardano conflitti come quelli a Gaza e in Ucraina. Tra i candidati si trovano volti giovani e autori emergenti, a riprova di una scena che continua a rigenerarsi.

Nel suo intervento, Detassis ha citato Papa Francesco, che ha definito l’arte “una necessità scomoda”, capace di creare armonia nelle differenze e di risvegliare lo stupore in un mondo che rischia superficialità. Questo spunto ha chiuso un discorso dedicato alla funzione del cinema, non come lusso ma come elemento imprescindibile per la cultura e la società italiana.

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