L’attenzione degli inquirenti sulla morte di liliana resinovich torna a concentrarsi dopo la confessione spontanea di un preparatore anatomico coinvolto nell’esame autoptico. Il caso riguarda la 63enne triestina, trovata morta il 5 gennaio 2022. A quasi tre anni dai fatti, un nuovo elemento emergerebbe dagli accertamenti in corso. Il professionista ha ammesso di poter aver causato una frattura durante la procedura di analisi del corpo.
La confessione del preparatore anatomico e il contesto dell’indagine
L’11 gennaio 2022, alcuni giorni dopo il ritrovamento del corpo di liliana resinovich, in una sala anatomica dell’obitorio di via costalunga si svolse l’esame autoptico sul cadavere. Tra i presenti vi era un preparatore anatomico, figura specializzata nelle attività di dissezione e preparazione del corpo per l’autopsia. Recentemente, questo professionista si è presentato agli inquirenti per raccontare volontariamente una circostanza legata a quell’evento.
Ha spiegato di poter aver provocato accidentalmente una frattura a una vertebra della vittima, un danno non segnalato in precedenza negli atti ufficiali. La dichiarazione apre una nuova pista sulle cause che potrebbero aver influenzato la valutazione della dinamica del decesso. Il caso è ancora seguito dal pubblico ministero ilaria iozzi, titolare delle indagini.
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Il ruolo del preparatore anatomico durante l’autopsia
Il preparatore anatomico gioca un ruolo chiave nel corretto svolgimento delle autoptici. Coordina l’apertura e la manipolazione del corpo, assicurandosi che il medico legale ottenga una visione chiara e dettagliata degli organi e dei tessuti da esaminare. Gli strumenti usati sono molto precisi e l’operazione richiede attenzione assoluta per evitare danni che possano compromettere le valutazioni.
Nel caso di liliana resinovich, la presenza del danno vertebrale durante l’autopsia può modificare la ricostruzione dei fatti. Un’eventuale frattura provocata durante la procedura potrebbe essere stata interpretata come conseguenza di un trauma prima del decesso, influenzando diagnosi e ipotesi investigative. Gli inquirenti dovranno stabilire se la frattura fosse preesistente o se effettivamente è stata causata dall’intervento in obitorio.
Le conseguenze investigative della nuova dichiarazione
La rivelazione del preparatore anatomico potrebbe portare a un riesame della perizia medico-legale. Da tempo il caso di liliana resinovich presenta nodi irrisolti sui motivi e sulle circostanze della morte. Un danno vertebrale non causato da traumi esterni ma dalla stessa autopsia potrebbe modificare la lettura delle prove raccolte.
Il pubblico ministero ilaria iozzi dovrà valutare la credibilità della confessione e verificare la documentazione tecnica dell’autopsia. Potrebbero nascere nuovi interrogativi su chi ha preso in carico la procedura quel giorno e sulle modalità operative in obitorio. È prevista l’audizione del preparatore, nel rispetto delle fasi processuali, per chiarire dettagli e ricostruire la verità su ogni passaggio della perizia.
Il caso di liliana resinovich e le tappe principali dell’indagine
liliana resinovich fu trovata senza vita nella sua abitazione di trieste il 5 gennaio 2022. Le prime analisi evidenziarono alcune lesioni, ma la dinamica del decesso non fu chiara. La procura avviò subito serie indagini per capire se fosse avvenuto un incidente o un atto violento.
L’autopsia svolta in quella settimana in via costalunga rappresentò un momento centrale per escludere cause naturali e definire eventuali responsabilità. Con il passare dei mesi, alcune piste si sono rivelate inconcludenti, mentre nuove acquisizioni hanno indirizzato le indagini verso interrogativi più precisi.
La confessione recente offre un contributo diretto sulla gestione dell’esame autoptico. Lo scenario potrebbe subire mutamenti, facendo emergere particolari finora trascurati. Le verifiche proseguiranno nei prossimi giorni, alla ricerca di risposte puntuali sulle circostanze intorno alla morte della 63enne triestina.