Il Ponente ligure, storicamente una delle mete turistiche preferite dell’Italia, sta attraversando un periodo di difficoltà economica mai visto prima. Dal 2014 al 2024, la provincia di Imperia ha visto un significativo calo nel numero di negozi, imprese agricole, market e hotel. Dati preoccupanti che evidenziano come il settore del turismo, pur essendo fondamentale per l’economia locale, non sia più sufficiente a garantire la sostenibilità delle attività economiche. La situazione si complica ulteriormente con le attuali tensioni geopolitiche e le sfide poste dall’Unione Europea.
Rientro delle attività commerciali e produttive
Nel contesto di un decennio di crisi, il numero delle aziende operative in provincia di Imperia ha subito una drastica riduzione. Negli ultimi dieci anni, sono sparite ben 600 imprese, con un marcato impatto su settori chiave quali il commercio e l’agricoltura. Nella provincia, i negozi di vicinato, una volta fulcro delle comunità locali, hanno ceduto a retail più grandi o online. La chiusura di market e punti di ristoro ha creato un vuoto economico, minando il tessuto sociale e lavorativo della zona.
Parallelamente, l’agricoltura, che ha sempre rappresentato una tradizione forte nel Ponente, sta affrontando le sue sfide. Dopo anni di investimenti e crescita, molte piccole aziende agricole non riescono a stare al passo con le richieste di un mercato sempre più competitivo. Queste chiusure non solo diminuiscono l’offerta di prodotti locali freschi e di qualità , ma rappresentano anche una perdita culturale in un territorio che ha sempre valorizzato il legame con la terra.
Crescita dell’edilizia nel capoluogo
Contrariamente al declino di altri settori, il capoluogo di provincia, Imperia, ha vissuto un boom nell’edilizia. Nuove costruzioni e riqualificazioni sono diventate una costante, con investimenti significativi che puntano a recuperare aree degradate e rispondere alla domanda di abitazioni e spazi commerciali. Questo fenomeno ha attirato una certa attenzione, ma solleva interrogativi sulla direzione futura dello sviluppo urbano. Mentre l’edilizia prospera, la vulnerabilità degli altri settori economici crea un contrasto preoccupante.
Questa spinta all’edilizia, però, potrebbe non rappresentare una panacea per le problematiche più ampie del territorio. Le nuove costruzioni potrebbero non portare necessariamente a un impulso per il commercio locale, specialmente se le strutture emergenti non sono accompagnate da iniziative per stimolare un’economia sostenibile.
Scenari futuri influenzati da fattori esterni
Le preoccupazioni sulla prospettiva economica della provincia non si limitano ai fattori interni. La Camera di Commercio ha espresso riserve sulla stabilità economica del Ponente, sottolineando come il contesto internazionale stia pesando notevolmente. Le attuali tensioni geopolitiche e le politiche europee influiscono sugli investimenti e sulla fiducia dei consumatori. La pandemia ha già avuto un impatto devastante e la guerra in corso in alcune regioni europee non fa che aggravare il clima di incertezza.
Il futuro del settore turistico, fondamentale per l’economia locale, è messo a dura prova. Le aspettative di una ripresa rapida sono messe alla prova dalle mutate condizioni geopolitiche. La lenta risalita dei flussi turistici, essenziale per il ristoro delle attività economiche, dipende ora da un quadro macroeconomico incerto.
Queste problematiche richiedono un ripensamento strategico per le amministrazioni locali e gli imprenditori, affinché possano navigare in un contesto che sta cambiando rapidamente, cercando di bilanciare le esigenze di innovazione e di rispetto delle tradizioni economiche e culturali del territorio.