Il parco nazionale della sila adotta piano quinquennale per la gestione sostenibile del cinghiale

Il parco nazionale della sila adotta piano quinquennale per la gestione sostenibile del cinghiale

Il parco nazionale della Sila, guidato da Ilario Treccosti e approvato da Liborio Bloise, avvia un piano quinquennale per contenere la sovrappopolazione di cinghiali, tutelando biodiversità, sicurezza e comunità locali.
Il Parco Nazionale Della Sila Il Parco Nazionale Della Sila
Il Parco Nazionale della Sila ha avviato un piano quinquennale per contenere la sovrappopolazione di cinghiali, bilanciando tutela ambientale, sicurezza e supporto alle comunità locali attraverso monitoraggio, interventi mirati ed educazione ambientale. - Gaeta.it

Il parco nazionale della sila ha messo a punto un piano di gestione dedicato al contenimento del cinghiale, per cercare di affrontare i problemi legati alla sua sovrappopolazione. L’iniziativa è stata avviata dal direttore Ilario Treccosti e portata avanti con il personale del parco, ottenendo l’approvazione ufficiale dal commissario straordinario Liborio Bloise. Questo progetto si propone di bilanciare la convivenza tra fauna, ambiente e comunità locali, una questione che si fa sempre più urgente in quell’area protetta.

Criticità della sovrappopolazione del cinghiale nel parco nazionale della sila

Gli ecosistemi del parco soffrono ormai da tempo per la crescita eccessiva della popolazione di cinghiali. Questi animali hanno provocato impatti significativi sulla biodiversità, con danni rilevanti alle coltivazioni agricole e alla sicurezza dei residenti. Nel comunicato ufficiale si sottolinea come questa situazione cada come una minaccia per l’equilibrio ambientale dell’area silana. Gli animali, senza un controllo adeguato, alterano gli habitat naturali, compromettendo specie autoctone e deformando gli ambienti che li ospitano.

Impatti sulla viabilità e attività rurali

La presenza in grande numero di cinghiali genera inoltre problemi per la viabilità locale: incidenti stradali, invasioni di colture, disagio nelle attività rurali sono all’ordine del giorno. Per queste ragioni si è sentita la necessità di strutturare un piano organico, studiato per occuparsi del fenomeno in modo mirato e duraturo.

Azioni chiave previste dal piano per la gestione del cinghiale

Il piano elaborato nel parco nazionale della sila si fonda su alcune linee operative ben definite, con un approccio scientifico che vuole garantire sostenibilità ambientale e tutela della biodiversità. Prima di tutto, il metodo prevede un monitoraggio approfondito della popolazione di cinghiali, sia a livello genetico che demografico. Ciò significa tenere sotto osservazione la numerosità degli animali e la loro composizione, per capire meglio le dinamiche che regolano la specie.

Successivamente sono previste misure selettive per il contenimento, affidate a operatori formati e autorizzati, affinché le attività siano condotte nel rispetto delle leggi nazionali e non penalizzino l’ambiente. Spicca anche il ruolo delle comunità locali e degli agricoltori, che verranno coinvolti direttamente e supportati con incentivi e azioni mirate a prevenire i danni alle coltivazioni.

Educazione ambientale e collaborazioni istituzionali nel piano del parco

La proposta non si limita al controllo diretto dei cinghiali, ma integra anche attività didattiche e di sensibilizzazione rivolte sia ai residenti che ai visitatori del parco. Questa parte mira a rafforzare la consapevolezza della presenza della fauna selvatica e dell’importanza di rispettare gli equilibri naturali, sviluppando un rapporto più equilibrato tra uomo e ambiente.

Istituzioni coinvolte e rete di collaborazione

Allo stesso tempo, la gestione coinvolge diverse istituzioni esterne: Ispra, Asl, forze dell’ordine e associazioni ambientaliste insieme a realtà venatorie. Questa rete di collaborazioni fa sì che il piano copra vari aspetti, dalla salute pubblica alla sicurezza, mantenendo però un occhio vigile alla conservazione del territorio.

Durata e obiettivi a lungo termine del piano per la sila

Il piano ha una durata prevista di cinque anni e comprende un sistema di valutazione continua dei risultati ottenuti. Questo approccio serve a garantire che le misure adottate siano efficaci nel tempo e possano essere corrette in caso di necessità. L’enfasi è posta sul concetto di gestione sostenibile, che bilancia le esigenze ecologiche con quelle sociali ed economiche della zona.

Il direttore Treccosti ha chiarito che non si tratta di una campagna ostile contro i cinghiali, bensì di un intervento necessario per mantenere e recuperare gli equilibri naturali nella sila. L’obiettivo è quello di proteggere la fauna locale e allo stesso tempo sostenere le comunità che abitano quei territori.

Il commissario Bloise ha definito il piano un modello concreto per dimostrare come la tutela ambientale possa andare a braccetto con la sicurezza pubblica e lo sviluppo delle aree protette, cercando un confronto tra interesse pubblico e conservazione.

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