Il mercato delle piante medicinali, erbe officinali e spezie si trova in una fase di trasformazione profonda. Al centro del dibattito, emerso durante il convegno tenutosi a Rimini nell’ambito del Salone Spices&Herbs Global Expo e Macfrut, c’è la spinta verso pratiche più sostenibili non solo nella coltivazione ma anche nella commercializzazione. L’evento, organizzato da Erboristeria Domani e FIPPO , ha evidenziato tensioni e opportunità di un settore in crescita ma ancora legato in parte a metodi tradizionali.
Limiti dei metodi tradizionali di coltivazione e impatti sul mercato
Nel contesto attuale, la raccolta spontanea rappresenta ancora la parte dominante nella produzione delle erbe officinali. Questa pratica si accompagna a strutture produttive spesso poco organizzate e legate a tecniche consolidate da decenni. La competizione con il settore farmaceutico aggrava la situazione, compromettendo alcune filiere produttive. Secondo Denzil Phillips, consulente esperto del settore, molte piante medicinali tradizionali rischiano di scomparire sul mercato, con ripercussioni economiche significative. Ad esempio, la Kava Kava, coltivata nelle isole del Pacifico, ha perso terreno a causa di questo fenomeno, provocando gravi danni alle comunità locali.
Una nuova protagonista: la barbabietola
Da un altro punto di vista, alcune colture stanno emergendo con forza. La barbabietola si sta affermando come pianta medicinale, fornendo nuovi sbocchi produttivi. Tuttavia, la crescita del mercato non si accompagna a un adeguamento nelle pratiche di coltivazione e nelle scelte commerciali, lasciando aperta la questione della sostenibilità e della trasparenza lungo tutta la filiera. Il settore si trova a dover rispondere alle esigenze di una domanda globale più esigente e informata.
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Nuove vie di commercializzazione e ruolo degli influencer
Il mercato delle piante officinali si muove ormai oltre i tradizionali canali cosmetici o farmaceutici. I prodotti naturali trovano spazi di vendita in nuovi contesti digitali, dove gli influencer giocano un ruolo crescente nel promuovere e far conoscere le qualità delle erbe e spezie. Questi protagonisti dei social media rappresentano un veicolo fondamentale per raggiungere consumatori attenti a qualità e origine.
Contestualmente, le piattaforme di e-commerce si fanno strumento per vendere prodotti provenienti anche da paesi come la Cina, dove la produzione di erbe officinali si avvale di sistemi ormai radicati nell’online. La filiera italiana deve quindi confrontarsi con un mercato globalizzato, dove la commercializzazione digitale rappresenta un’opportunità ma anche una sfida. Le imprese sono chiamate ad aggiornare le proprie strategie per restare competitive e garantire qualità riconosciuta.
L’importanza dell’identificazione botanica per la qualità
Un tema cruciale affrontato nel convegno riguarda l’identificazione corretta delle piante officinali. Chlodwig Franz, docente dell’università di Vienna, ha sottolineato come le stesse specie possano variare molto in termini di caratteristiche biologiche in base all’ambiente di coltivazione. “Questo rende necessario un controllo preciso per evitare adulterazioni e garantire prodotti affidabili.”
I metodi tradizionali di analisi fitochimica non riescono a fornire una visione completa della composizione biologica attiva delle piante. Per questo sono stati sviluppati approcci più avanzati, come l’identificazione genetica dei marker specifici di ogni principio attivo presente. Questi nuovi sistemi permettono di distinguere con più precisione le piante di qualità da quelle alterate o di minor valore, proteggendo consumatori e produttori.
Tra scienza e qualità
Le nuove tecnologie contribuiscono a superare i limiti dei metodi classici e a offrire strumenti più efficaci per la certificazione della qualità, lasciando intendere un futuro innovativo per il settore.
Normative rigide e conflitti tra ricerca e legislazione
L’applicazione dei dati scientifici in campo normativo resta complessa. Mauro Serafini, docente alla Sapienza di Roma, ha evidenziato le difficoltà nel far convivere risultati scientifici avanzati con normative come il regolamento europeo 1924/2006 sugli Healthy Claims. “Spesso le evidenze ottenute dalla ricerca non trovano una corrispondenza lineare con le regole esistenti,” creando tensioni e incertezze nella filiera.
Questo nodo rappresenta un ostacolo allo sviluppo di nuove applicazioni delle piante officinali. Si parla di impieghi innovativi nel settore agricolo, cosmetico, veterinario e degli integratori, ma la normativa vigente ha un carattere restrittivo che limita l’estensione di alcune indicazioni salutistiche, rallentando il progresso commerciale e scientifico in questo ambito.
Fragilità nella filiera produttiva e crescita del mercato globale
L’attuale catena di approvvigionamento soffre problemi che ne minacciano la continuità e la qualità. Andrea Primavera, presidente di FIPPO, ha sottolineato il peso della raccolta spontanea che copre ancora l’80% delle materie prime. Questa pratica si accompagna a problemi di programmazione, rischio di contaminazioni, fluttuazioni dei prezzi e impatti del cambiamento climatico. In più, la perdita di raccoltori esperti rappresenta un elemento di crisi sul fronte della manodopera.
Nonostante queste criticità, la domanda globale di piante medicinali e spezie cresce. Nel 2024 il valore del mercato ha raggiunto i 50 miliardi di dollari, segnando un aumento del 30% rispetto a cinque anni prima. La sfida riguarda l’adeguamento della filiera per accompagnare questa espansione con metodi produttivi più stabili, meno vulnerabili e più trasparenti, capaci di rispondere alle nuove esigenze del mercato e ai vincoli normativi.