il gruppo roncadin annuncia la rinuncia all’acquisizione del ramo tirso e mette a rischio il sito di muggia

il gruppo roncadin annuncia la rinuncia all’acquisizione del ramo tirso e mette a rischio il sito di muggia

Il gruppo Roncadin interrompe l’acquisizione del ramo d’azienda Tirso a Muggia, mentre la regione Friuli Venezia Giulia valuta misure per tutelare occupazione e futuro produttivo dello stabilimento.
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Il gruppo Roncadin ha rinunciato all'acquisizione dello stabilimento tessile Tirso di Muggia, complicando il futuro produttivo e occupazionale dell'area, mentre la Regione Friuli Venezia Giulia cerca soluzioni per tutelare lavoro e investimenti locali. - Gaeta.it

Il gruppo roncadin ha reso noto di aver deciso di interrompere il progetto di acquisizione del ramo d’azienda tirso, coinvolgendo lo stabilimento di muggia, in provincia di trieste. La chiusura di questa trattativa segue una fase di incertezza sul futuro dello stabilimento tessile tirso, che aveva iniziato a negoziare la sua crisi a fine 2024. La regione friuli venezia giulia ha ricevuto la comunicazione ufficiale da roncadin e riflette sulle possibili misure per la tutela dell’area e dell’occupazione.

Ragioni alla base della rinuncia del gruppo roncadin

La decisione di roncadin deriva da una serie di problematiche emerse negli ultimi mesi, soprattutto a partire dalla fine di marzo. Il gruppo sottolinea il manifestarsi di diverse incognite, non previste in partenza, che riguardano sia i costi reali da sostenere per l’acquisizione del ramo di azienda che la tempistica necessaria per portare a termine la cessione stessa. Questi elementi hanno complicato il quadro, rendendo difficile per l’azienda ottenere garanzie certe sulle condizioni economiche e organizzative dell’operazione.

Il percorso negoziato di composizione della crisi

Il percorso negoziato di composizione della crisi avviato da tirso ha aggiunto ulteriori fattori di variabilità. In pratica, la situazione economico-industriale attuale del sito tessile si presenta con incertezze tali da non permettere a roncadin di valutare in modo soddisfacente i rischi e le potenzialità dell’acquisizione. Questa fase di crisi di tirso contava su supporti e sinergie per garantire continuità produttiva, ma gli esiti recentemente emersi hanno portato a un arretramento da parte di roncadin.

L’interruzione del negoziato mette così un freno alle aspettative di mantenimento e rilancio della produzione nello stabilimento di muggia, dove tirso aveva la sua sede principale.

Intervento della regione friuli venezia giulia e le reazioni ufficiali

Dopo aver ricevuto la richiesta di roncadin il 19 marzo 2025, la regione friuli venezia giulia si era attivata rapidamente. Gli assessori al lavoro, alessia rosolen, e alle attività produttive, sergio emidio bini, spiegano di aver apprezzato l’interesse del gruppo nell’intraprendere un progetto industriale nell’area coselag a muggia. La regione aveva messo a disposizione strutture tecniche e risorse per supportare un accordo di programma pubblico-privato finalizzato a un nuovo insediamento produttivo nel settore alimentare, che si sarebbe affiancato o sostituito alle attività tirso.

Reazioni alla rinuncia

La rinuncia di roncadin ha suscitato un certo disappunto, complice il rifiuto a considerare altre opzioni industriali nel territorio giuliano, che avrebbero potuto attenuare l’impatto della chiusura di tirso. Gli assessori evidenziano la necessità di valutare soluzioni alternative capaci di affrontare l’eccedenza industriale generata dalla cessazione dell’attività tessile.

Nonostante questo stop, la regione conferma di voler mantenere un dialogo aperto con le parti sociali e il territorio per agire in modo da salvaguardare il carattere produttivo del sito di muggia e tutelare l’occupazione presente.

Prospettive per il sito di muggia e l’occupazione locale

Lo stabilimento tirso di muggia si trova ora a un punto critico. La cessazione del progetto con roncadin lascia aperto il futuro dell’area e dei lavoratori, in attesa di chiarimenti sulle possibili alternative produttive. Il settore tessile, già segnato da una crisi accentuata nel 2024, ha portato a questa situazione di incertezza che si riflette sull’intera economia locale.

Il coinvolgimento della regione vuole evitare che la perdita di attività produttive si traduca in un abbandono dello stabilimento o in licenziamenti senza prospettive. Le autorità si concentrano su iniziative che possano rimettere in moto investimenti e garantire continuità occupazionale, anche mediante la ricerca di nuovi soggetti industriali interessati.

La volontà dei rappresentanti istituzionali è di trovare forme di sostegno concreto, raccordandosi con sindacati e imprenditori locali, per non disperdere il patrimonio produttivo e umano rappresentato dal sito di muggia. Da mesi si cerca una strada praticabile, ma i recenti sviluppi hanno complicato l’intera situazione.

Nel frattempo gli operatori osservano con attenzione i successivi passi, auspicando una soluzione che possa rilanciare l’attività e ridurre i rischi sociali connessi con la crisi in corso.

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