La stabilità del governo di Giorgia Meloni rimane forte, nonostante le voci su possibili cambiamenti. Fonti affidabili affermano che non ci sono piani per un rimpasto imminente, in particolare in riferimento ai ruoli chiave come quello di Raffaele Fitto. La prima ministra e il suo esecutivo sembrano decisi a mantenere la “squadra che vince” al suo posto, confermando che ciò che funziona non deve essere toccato. L’attenzione adesso si concentra su come gestire le deleghe e le responsabilità, rimanendo impegnati a garantire la continuità nelle politiche governative.
Il futuro di Raffaele Fitto e il suo superdicastero
Giorgia Meloni ha chiaro l’obiettivo di mantenere un assetto consolidato delle deleghe attualmente nelle mani di Raffaele Fitto, che guida un superdicastero composto da Affari europei, Politiche di coesione e Pnrr. Fonti vicine al governo particularizzano il fatto che il ruolo di Fitto sia stato progettato su misura per le sue competenze specifiche, tanto da rendere difficile sostituirlo senza compromettere la funzionalità dell’ufficio.
Ci sarebbero già discutibili piani su come gestire la distribuzione di altre deleghe. Si prevede che Palazzo Chigi, dove operano sotto il presidente del Consiglio i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, possa assumere una posizione centrale, specialmente ora che si cerca di facilitare la comunicazione con Bruxelles. Fitto, destinato a mantenere il suo ruolo, si prepara a diventare vicepresidente esecutivo, posizionandosi come interlocutore fondamentale tra il governo italiano e le istituzioni europee.
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L’attuale staff di Fitto, composto da esperti nel settore Pnrr e fondi di coesione, rimarrà al proprio posto. Non si prevedono stravolgimenti, garantendo che il lavoro avviato prosegua senza intoppi. Si prefigura dunque un passaggio in cui Palazzo Chigi, accentrando maggiori responsabilità, dirigerà le politiche e le strategie europee, assicurando un contatto diretto e agevole con Raffaele Fitto.
Le sfide per Santanchè e Salvini
Mentre il governo mostra un’apparente stabilità, non mancano le problematiche legali che coinvolgono figure chiave, come la responsabile del Turismo Daniela Santanchè e il ministro Matteo Salvini. La situazione di Santanchè è particolarmente complessa, in quanto è coinvolta in due inchieste giuridiche. La prima riguarda il dissesto della società Visibilia, che le potrebbe costare un processo per bancarotta fraudolenta. La seconda, più grave, è legata a presunti atti di truffa aggravata ai danni dell’Inps durante l’emergenza COVID-19.
Fonti interne al governo garantiscono che, finché non ci saranno sviluppi significativi, Santanchè potrebbe rimanere al suo posto nonostante l’incertezza legale. Gli esperti sostengono che, sebbene la situazione sia delicata, l’accusa di truffa aggravata rappresenti una minaccia reale alla sua permanenza nel governo. Qualsiasi rinvio a giudizio potrebbe obbligarla a prendere le distanze dal suo incarico.
Per quanto riguarda Matteo Salvini, il suo percorso appare meno incerto, anche in vista di eventuali procedimenti legali. Particolari ambienti del governo sostengono che, qualora il vicepremier venisse condannato per il caso Open Arms, nel suo contesto politico ciò potrebbe essere interpretato come una medaglia. Ciò nonostante, entrambe le situazioni giuridiche richiedono attenzione, e sarebbe prudente monitorare gli sviluppi futuri per capire l’impatto sulle dinamiche governative.
Struttura dell’esecutivo e nuove strategie
Il governo Meloni, nella sua attuale organicità, appare intenzionato a preservare i ruoli istituzionali e i sodalizi politici già esistenti. La strategia è chiara: mantenere inalterata la composizione dell’esecutivo, riducendo al minimo i cambiamenti, favorendo così un quadro politico stabile. Si discute, in questo contesto, della creazione di un sottosegretario ad hoc per gli Affari europei, in risposta all’evoluzione delle dinamiche a livello europeo.
La priorità di Meloni è avvicinarsi alle prossime scadenze politiche e amministrative in un clima che auspica coesione e compattezza. Anche i temi legati al Pnrr continueranno a essere al centro dell’azione governativa, con un’attenzione particolare alle tempistiche di realizzazione dei progetti già avviati. Le prossime settimane porteranno poi all’audizione di Fitto, in preparazione alla sua nuova posizione a Bruxelles, il 12 novembre. È un momento decisivo per il governo e si osserva da vicino quale sarà il suo approccio diplomatico e politico in Europa.
La sorte del governo continua a dipendere da come ogni situazione venga gestita e dalla capacità di mantenere il timone stabile, mentre sullo sfondo si profilano le sfide legali che potrebbero influenzare le decisioni future.