Nel 2015, una notizia di cronaca raccontava di un’idea del governo greco, in crisi economica, di vendere alcune isole dell’Egeo. Quel progetto non andò avanti, ma ispirò Luca Barbareschi a realizzare “Paradiso in vendita”, un film ambientato in un’isola fittizia siciliana, che arriva nelle sale il 24 luglio 2025 dopo essere stato presentato alla Festa di Roma. Il racconto mette al centro una comunità che affronta la perdita delle proprie terre di fronte a forze finanziarie straniere.
L’ispirazione del film da una vicenda di politica internazionale
Barbareschi parte da una vicenda reale: la proposta del governo greco di vendere alcune isole nel 2015, durante un periodo di difficoltà economica gravissima. Anche se quell’operazione restò solo un’ipotesi, fece discutere molto sia in Grecia sia in Europa. Il regista ha deciso di spostare la scena in Italia, immaginando uno scenario simile ma in chiave narrativa. L’isola protagonista si chiama Fenicusa e si trova in Sicilia. Qui, in un’Italia allo stremo per debiti e bancarotta, il governo vende il territorio ai francesi. La scelta di trasformare un fatto storico in fantasia serve a esplorare temi attuali, come la sparizione della proprietà privata, la pressione finanziaria e la difesa delle identità locali.
Il protagonista francese e la sua strategia di conquista
Nella trama, arriva a Fenicusa François, un emissario francese soprannominato Richelieu, interpretato da Bruno Todeschini. Il personaggio è un uomo di potere che usa tattiche ambigue per acquisire immobili e terreni. Dietro una promessa di avanzamento politico, cerca di raggirare gli abitanti dell’isola comprando proprietà e sfruttando negoziazioni opache. Il suo intento non è solo economico, ma anche di controllo sull’intera comunità. Film e sceneggiatura mostrano le pieghe di questo tipo di operazioni, tra manipolazioni e pressioni, creando un’atmosfera di sospetto e tensione. Le contrattazioni diventano una battaglia in cui si mette a rischio il futuro dell’isola e dei suoi abitanti.
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La resistenza degli isolani guidata da una sindaca determinata
Gli abitanti di Fenicusa inizialmente ignorano cosa stia succedendo, ma non rimangono a guardare. Si coalizzano intorno a Mariana Torre, sindaca e maestra interpretata da Donatella Finocchiaro. Mariana è un personaggio carismatico e combattivo che incarna la voglia di difendere la propria terra e cultura. Lei guida una rivolta, opponendosi a François per restituire case, attività commerciali, la lingua, la bandiera e persino le barche all’isola. Il conflitto tra i due schieramenti riflette il contrasto tra interessi economici esterni e comunità radicate nei propri legami storici. Attraverso la figura di Mariana, il film racconta una resistenza concreta e collettiva, dove la tutela dell’identità supera il valore materiale dei beni.
Il valore simbolico di fenicusa e il messaggio di barbareschi
Luca Barbareschi ha scelto come modello l’isola di Filicudi, dove ha un legame speciale, e ambientato lì la storia di Fenicusa. Vuole raccontare quella che definisce una favola-politica diversa dalle classiche rappresentazioni mafiose. Al centro c’è un microcosmo che si ribella alla prepotenza del potere finanziario in tempi segnati dalla speculazione e dall’egemonia economica. Il film mette in luce come le radici culturali e l’identità di un luogo pesino più di qualsiasi guadagno economico. L’autore sottolinea la resistenza di una comunità come esempio di difesa contro la mercificazione del territorio. La sua narrazione riporta al centro temi di appartenenza e legami sociali spesso offuscati da dinamiche globali più grandi.
Il film “Paradiso in vendita” racconta così come una piccola isola possa trasformarsi in simbolo di contrasto a ingerenze esterne. L’intreccio di interessi politici, ambizioni personali e il senso di appartenenza si intrecciano in una trama che parla di conflitti sentiti e reali. Gli spettatori trovano un racconto che oltrepassa la finzione, toccando questioni di attualità su cui le comunità locali continuano a confrontarsi ogni giorno.