Il Bonus assunzioni giovani under 35, un provvedimento introdotto per favorire l’occupazione giovanile, sta attraversando fasi di incertezza e blocchi che mettono a rischio le aspettative di molti datori di lavoro. Nonostante l’approvazione iniziale del decreto, le successive manovre del governo hanno portato alla sua rimozione, alimentando confusione tra le aziende che avevano già predisposto nuove assunzioni. Questa situazione evidenzia le difficoltà nel panorama dell’occupazione giovanile in Italia e la necessità di una gestione più chiara e trasparente delle misure varate.
Il bonus assunzioni giovani: cos’è e quali sono i requisiti
Il Bonus assunzioni giovani under 35 rappresenta una misura pensata per ridurre il carico contributivo sui datori di lavoro, incentivando l’assunzione di giovani alle prime esperienze lavorative. Nello specifico, il bonus prevede una decontribuzione totale, fino a un massimo di 500 euro mensili per ciascun lavoratore assunto, escludendo i premi Inail. Per le aziende ubicate nel Sud Italia, la soglia di esonero si innalza a 650 euro. È importante sottolineare che l’importo totale non può superare il 50% del costo salariale annuo del lavoratore.
Per accedere al bonus, le aziende devono rispettare alcuni requisiti specifici: gli assunti devono avere un’età inferiore ai 35 anni alla data di assunzione e non devono mai essere stati contrattualizzati a tempo indeterminato. Cappiscono in questa misura anche coloro che, pur essendo stati assunti in precedenza con contratti a tempo determinato, vedono il loro contratto trasformarsi in indeterminato. Anche chi ha avuto esperienze lavorative come apprendista, senza mai approdare a un contratto stabile, rientra tra i potenziali beneficiari.
Tuttavia, le aziende devono chiaramente rispettare altri criteri, come la regolarità contributiva e il rispetto delle condizioni contrattuali. Non è permesso licenziare un dipendente per riassumerlo subito dopo, né tantomeno ottenere il bonus e poi procedere con un licenziamento immediato. Queste regole servono a prevenire abusi e garantire che il bonus vada realmente a sostenere l’occupazione giovanile.
Le esclusioni dal bonus e le problematiche di attuazione
Nonostante gli intenti positivi, il Bonus assunzioni giovani under 35 presenta alcune esclusioni che delimitano la sua applicabilità. Prima di tutto, le assunzioni nel settore domestico o in apprendistato non possono beneficiare della decontribuzione. Inoltre, le assunzioni che godono già di altre agevolazioni fiscali, seppure cumulabili con la maxi deduzione per nuove assunzioni, non possono rientrare nella misura del bonus.
Le complicazioni nella gestione del bonus sono emerse chiaramente quando il governo ha assunto la decisione di ridurre il periodo per la richiesta di rimborso alle aziende, limitandolo dall’1 settembre 2024 al 31 gennaio 2025. Questo ha generato malcontento tra gli imprenditori che avevano fatto affidamento sulla misura e ha sollevato interrogativi sul possibile tradimento delle aspettative di chi investe in nuova forza lavoro.
Ad aggravare la situazione, si registrano ritardi nell’emissione della circolare dell’INPS, bibbia di riferimento per i datori di lavoro che desiderano accedere al bonus. Le cause di questi ritardi restano poco chiare, alimentando il sospetto che ci siano ordini prioritari di gestione delle risorse economiche e problemi di liquidità, rendendo ancora più opaco un sistema che si vorrebbe trasparente e accessibile.
Il dibattito politico e le responsabilità governative
La vicenda del Bonus assunzioni giovani ha suscitato un ampio dibattito politico, con accuse rivolte al governo da parte dell’opposizione. Il deputato Davide Aiello del Movimento 5 Stelle ha criticato pesantemente la gestione ministeriale, definendo la situazione un “pasticcio” e i membri del governo “dilettanti allo sbaraglio”. Queste affermazioni evidenziano insoddisfazione non solo nei confronti dell’attuazione della misura, ma anche riguardo alla più ampia capacità del governo di gestire la questione della disoccupazione giovanile.
La speranza per una rapida risoluzione della situazione è alta, ma senza misure concrete e chiarezza nelle tempistiche da parte delle istituzioni, resta forte l’incertezza. È essenziale che il governo fornisca maggiore trasparenza sulla situazione reale del bonus e sulle modalità di accesso, così da rassicurare gli imprenditori e rilanciare la fiducia nel mercato del lavoro giovanile, che continua a richiedere attenzione e investimenti significativi.