Il futuro delle comunità terapeutiche psichiatriche nel Lazio in bilico tra mancanza di fondi e attese

Il futuro delle comunità terapeutiche psichiatriche nel Lazio in bilico tra mancanza di fondi e attese

Le comunità terapeutiche psichiatriche del Lazio affrontano una crisi economica e organizzativa, con richieste di adeguamento delle tariffe e un incontro per sollecitare l’attenzione della Regione.
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Il futuro delle comunità terapeutiche psichiatriche nel Lazio in bilico tra mancanza di fondi e attese - Gaeta.it

Le comunità terapeutiche psichiatriche del Lazio si trovano in una fase di precarietà e incertezza. Dopo la sospensione delle negoziazioni per la ridefinizione delle tariffe e l’organizzazione delle strutture, i rappresentanti delle 69 comunità, suddivise nelle dieci Asl della regione, si riuniranno martedì 11 febbraio presso la Cristoforo Colombo. Scopo dell’incontro è richiamare l’attenzione del presidente Francesco Rocca e della Regione sulla necessità di affrontare questioni cruciali per il settore, specialmente in un contesto di crescita dei disturbi psichici, che ha colpito un numero sempre maggiore di persone a seguito della pandemia.

La sospensione del dialogo con la Regione

Angela D’Agostino, coordinatrice del Gruppo salute mentale di Confcooperative sanità Lazio, denuncia un’assenza totale di comunicazione tra le strutture e la Regione. Il tavolo per la ridefinizione delle tariffe era stato attivato circa un anno fa, ma da luglio scorso è stato sospeso senza alcuna spiegazione. «È come se le strutture fossero state abbandonate a se stesse», spiega D’Agostino, sottolineando che il settore attende un aggiornamento tariffario fermo da oltre 16 anni. Questo significa che le comunità devono affrontare costi ingenti, poiché ogni giorno di ricovero di un paziente costa in media mille euro, ma la tariffa rimborsata è di soli 129 euro. Questa disparità crea enormi difficoltà economiche e rischia di portare alla chiusura di diverse strutture, già provate dalla mancanza di risorse umane e materiali.

La richiesta di un adeguamento delle tariffe

Bruno Pinkus, responsabile scientifico della cooperativa Gnosis, ha scritto una lettera indirizzata a Francesco Rocca e al ministro della Salute Orazio Schillaci, evidenziando la crescente paura di affrontare il disagio psichico e il rischio di chiusura delle comunità terapeutiche. Secondo Pinkus, è fondamentale avere luoghi di cura che accolgano i pazienti piuttosto che semplici centri diurna. La situazione è preoccupante, soprattutto considerando quanto accaduto nella Asl Roma 5, dove alcune attrezzature utilizzate per trattamenti intensivi sono state allocate in contesti inappropriati, creando confusione e disorientamento nelle cure psichiatriche.

La testimonianza delle strutture

Giampiero Di Leo, presidente di Anascop e delle Strutture associate Reverie, si riallaccia a quanto affermato da D’Agostino e Pinkus. La richiesta di aggiornamenti sui finanziamenti è costante da due anni, ma non ha mai ricevuto risposte concrete. «Ci sentiamo impotenti», afferma, evidenziando come le Asl continuino a inviare pazienti, ma senza il giusto supporto economico, è impossibile garantire un trattamento appropriato. L’idea di dover sospendere le attività rende chiaro il livello di crisi che stanno affrontando.

La posizione della Regione

Nonostante i licenziamenti e le lamentele, la Regione Lazio, per bocca delle proprie rappresentanze, ha ribadito l’impegno per la ristrutturazione della rete dell’assistenza territoriale. L’amministrazione Rocca sta cercando di correggere un ritardo che si trascina da anni, promettendo una revisione accurata delle tariffe relative alle comunità terapeutiche e ai servizi socio-sanitari. Secondo la Giunta, il tavolo di lavoro è ancora attivo e verrà convocato non appena completate le analisi necessarie sull’impatto economico per la sanità regionale. L’obiettivo è di fornire risposte nel più breve tempo possibile, segnalando un interesse reale e attivo per i bisogni delle strutture e dei pazienti.

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