Il futuro della pelletteria italiana discusso nel salone dei cinquecento a firenze con oltre 300 partecipanti

Il futuro della pelletteria italiana discusso nel salone dei cinquecento a firenze con oltre 300 partecipanti

L’evento a Palazzo Vecchio di Firenze ha riunito oltre 300 partecipanti per analizzare il settore pelletteria italiana, evidenziando dati economici, sfide di sostenibilità e strategie per mantenere la leadership nel Made in Italy.
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L’evento "Gli stati generali della pelletteria italiana" a Palazzo Vecchio ha riunito oltre 300 partecipanti per discutere sfide, dati e strategie volte a rafforzare la leadership globale del settore pelletteria Made in Italy, con focus su sostenibilità, innovazione e internazionalizzazione. - Gaeta.it

L’evento “Gli stati generali della pelletteria italiana”, ospitato a Palazzo Vecchio a Firenze, ha riunito oltre 300 partecipanti per affrontare le sfide e le prospettive di uno dei settori più significativi del Made in Italy. Organizzato da Assopellettieri e The European House – Ambrosetti, con il sostegno del Comune di Firenze, l’iniziativa ha fatto il punto su numeri, criticità e strategie per mantenere la leadership mondiale della pelletteria italiana nel 2025.

Evento e partecipazione al centro della scena fiorentina

La quinta edizione degli Stati generali della pelletteria italiana si è svolta nel prestigioso salone dei cinquecento a Palazzo Vecchio, uno spazio simbolo di Firenze che ha ospitato l’incontro con grande interesse da parte del pubblico. L’iniziativa, organizzata da Assopellettieri – l’associazione che tutela e rappresenta le imprese italiane di pelletteria – ha visto la partecipazione di più di 300 persone, tra imprenditori, esperti del settore, rappresentanti istituzionali e media.

L’evento ha raccolto 14 sponsor, segno della rilevanza economica e strategica del comparto, con un’attenzione crescente verso le dinamiche di sviluppo e sostenibilità del settore. La collaborazione tra Assopellettieri e The European House – Ambrosetti, affiancata dalla co-promozione del Comune di Firenze, ha assicurato una gestione professionale e un confronto ad ampio raggio sulle opportunità e i problemi che caratterizzano il mondo della pelletteria.

Il saluto iniziale è stato affidato a Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri, che ha sottolineato l’importanza di una politica industriale che sostenga concretamente il comparto. Sono intervenuti anche Eugenio Giani, presidente della regione Toscana, e Jacopo Vicini, assessore dello sviluppo economico del Comune, sottolineando il legame forte tra la pelletteria e il tessuto economico e culturale del territorio toscano.

Dati economici e posizionamento internazionale della pelletteria italiana

Il comparto pelletteria ha chiuso il 2024 con un fatturato di circa 12 miliardi di euro, segnando una lieve contrazione del 9% rispetto all’anno precedente, ma confermandosi tra i settori più vivi dell’industria italiana. L’Italia si mantiene seconda esportatrice mondiale di pelletteria, subito dopo la Cina, con una produzione caratterizzata da un marchio fortemente identitario e riconosciuto per la qualità artigianale.

Con oltre 4.500 imprese attive e quasi 49 mila addetti, il settore occupa un posto di rilievo nella manifattura di alta gamma a livello europeo. Il peso del Made in Italy equivale al 47% del giro d’affari continentale, un dato che testimonia la capacità produttiva e il valore economico della pelletteria nostrana. Questo risultato nasce da una rete di distretti industriali in cui artigianato e imprese di diverse dimensioni si intrecciano offrendo qualità e flessibilità.

Nonostante la solidità raggiunta, il settore mostra tensioni dovute alla necessità di rivedere modelli produttivi e commerciali, al fine di mantenere il livello competitivo nei mercati internazionali. L’appello di Assopellettieri passa dalla consapevolezza che la leadership va tutelata con interventi specifici, superando la sola eccellenza tradizionale e affrontando le sfide con strategie condivise.

Interventi istituzionali e scenari geopolitici al centro del dibattito

La giornata ha offerto spunti interessanti con il contributo del direttore del mensile Domino, Dario Fabbri, che ha sviscerato gli effetti delle tensioni internazionali sulla manifattura italiana. La sua analisi ha allargato lo sguardo ben oltre la cronaca quotidiana, evidenziando come fattori geopolitici possano influire sulla stabilità e le esportazioni del settore.

Il videomessaggio del ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha riaffermato il valore che la pelletteria assume all’interno dell’economia nazionale. Il ministro ha evidenziato il bisogno di un “fare sistema” tra tutti gli attori della filiera per rafforzare la competitività estera del settore. Questo richiamo all’unità dimostra quanto sia importante la coesione nel mondo produttivo e delle istituzioni per superare le difficoltà attuali.

La presenza di rappresentanti istituzionali toscani e nazionali si è inserita nel tema generale di una filiera legata tanto all’identità culturale di un territorio quanto agli obiettivi economici su scala globale. L’evento ha quindi creato un’occasione per ribadire l’importanza del ruolo pubblico nel supportare con misure concrete un’industria che sostiene migliaia di posti di lavoro e genera un impatto significativo sull’export italiano.

Presentazione dello studio strategico e dati chiave sul settore pelletteria

Il momento clou della giornata è stato la presentazione di un nuovo studio strategico sul comparto pelletteria italiana, curato da Teha, Assopellettieri e uno steering committee composto da rappresentanti di brand, grandi produttori e pmi. Il report ha ricostruito con numeri precisi il profilo di un settore che da decenni si conferma pilastro economico del Made in Italy.

Il documento ha messo in luce quanto il sistema italiano sia unico, con un modello produttivo basato su piccole e medie imprese integrate in distretti dove la competenza tecnica e la qualità artigianale sono punti di forza. Quasi 4.532 aziende attive e 49mila lavoratori compongono la forza lavoro che ha sostenuto un giro d’affari pari a 12 miliardi di euro nel 2024.

Flavio Sciuccati, senior partner di The European House – Ambrosetti, ha illustrato le opportunità e le fragilità di questo sistema, ricordando che non basta la leadership conquistata per restare in vetta. L’Italia deve migliorare la capacità di raccontare e promuovere il proprio modello e agire insieme per rinsaldare la collaborazione tra grandi gruppi, pmi e fornitori.

Il report suggerisce alla filiera di valorizzare la complementarità tra le diverse realtà aziendali e accoglie un invito a lavorare per una competitività più forte che non limiti la crescita solo a segmenti isolati ma coinvolga tutto il sistema produttivo italiano.

Sei raccomandazioni per rafforzare la pelletteria e sollecitare le istituzioni

La seconda parte dello studio ha formulato una proposta operativa articolata in sei punti che Assopellettieri propone non solo al settore, ma anche alle istituzioni governative. Il primo suggerimento riguarda la sostenibilità economica, da costruire su misure fiscali mirate e incentivi finalizzati a favorire la crescita e l’equilibrio tra imprese.

La trasparenza e il rispetto delle regole occupano un posto centrale tra le indicazioni. Il settore deve puntare a un patto di legalità con strumenti di tracciabilità e una compliance contrattuale più rigorosa, per migliorare la fiducia nei mercati e contenere le distorsioni criminali o di natura concorrenziale.

La terza raccomandazione suggerisce di spingere sulla sostenibilità ambientale e sociale, caratteristica fondamentale del Made in Italy che può diventare un elemento distintivo nei mercati internazionali, aiutando il comparto a rafforzare la sua immagine.

L’attrazione e la formazione dei talenti rappresentano un altro tema chiave: la pelletteria dovrebbe riportare al centro i mestieri artigianali, promuovendo collaborazioni con istituti tecnici e scolastici e facilitando l’inserimento nella forza lavoro anche di lavoratori stranieri. Lo storytelling dei mestieri diventa strumento per rendere più accessibile e affascinante l’artigianato.

In tema di innovazione, viene evidenziata la necessità di integrare tecnologie digitali e avanzate senza snaturare le competenze manuali: il digitale deve potenziare la qualità e la tracciabilità dei prodotti, affiancando l’artigianato e migliorando anche l’attrattività del lavoro.

L’ultima indicazione punta all’internazionalizzazione, fondamentale per la tenuta del sistema produttivo. Le aziende devono ricevere sostegno concreto per aprirsi a nuovi mercati e svolgere attività di export. Le fiere internazionali sono segnalate come occasioni preziose per ottenere visibilità e favorire contatti commerciali, ma occorre facilitare anche l’accesso ai finanziamenti per queste imprese.

Queste indicazioni sintetizzano le richieste e le strategie che Assopellettieri pone come base per tracciare la strada della pelletteria italiana nel prossimo futuro, impegnandosi a mantenere un ruolo di riferimento nel Made in Italy.

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