Il festival del libro scientifico “Scienza e virgola“, in corso a Trieste, ha inserito nel suo calendario anche un appuntamento speciale all’interno della casa circondariale “Ernesto Mari“. L’iniziativa si propone di portare la scienza e la cultura scientifica direttamente a un pubblico spesso escluso da questi eventi. La presenza del cosmologo Carlo Baccigalupi a dialogare con i detenuti ha segnato un momento significativo del festival, aperto fino all’11 maggio. L’evento, frutto della collaborazione tra il Laboratorio interdisciplinare della Sissa e il team artistico e scientifico del festival, intende diffondere conoscenze universali senza barriere.
La conferenza di carlo baccigalupi alla casa circondariale
Il 9 maggio, nella struttura carceraria di Trieste, il cosmologo Carlo Baccigalupi ha illustrato ai detenuti le tappe fondamentali della storia dell’universo. L’intervento ha voluto raccontare con parole semplici e accessibili l’evoluzione cosmica, dall’origine del Big Bang fino alla composizione di sistemi complessi. Baccigalupi ha sottolineato l’importanza di portare la conoscenza scientifica in luoghi insoliti, come una casa circondariale, perché la curiosità e il desiderio di scoprire appartengono a tutti, indipendentemente dalla situazione personale o sociale. L’esperienza ha rappresentato uno scambio, con la convinzione che anche l’ospite avrebbe tratto un arricchimento profondo da questo confronto.
L’incontro ha inoltre messo in evidenza come la scienza possa superare ogni forma di barriera, offrendo prospettive diverse a chi spesso vive un mondo chiuso. Non si trattava solo di trasmettere nozioni ma di accendere stimoli e pensieri, perché anche negli spazi più difficili la conoscenza resta uno strumento di libertà. L’atmosfera all’interno della “Ernesto Mari” è stata improntata al dialogo e alla partecipazione consapevole, con un pubblico attento e curioso.
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Il festival “scienza e virgola” e la sua missione culturale a trieste
Il festival “Scienza e virgola“, promosso dal Laboratorio interdisciplinare della Sissa, rappresenta un momento di confronto e divulgazione scientifica aperto a tutta la cittadinanza di Trieste. Nato per diffondere la ricerca scientifica con linguaggi accessibili, il festival coinvolge scrittori, scienziati e ricercatori. Quest’anno la direzione artistica è affidata allo scrittore Paolo Giordano. La cura scientifica invece è affidata a Nico Pitrelli. Il festival propone incontri, dibattiti e presentazioni di libri, coinvolgendo vari ambienti culturali e sociali.
Una delle scelte originali di questa edizione è stata quella di raggiungere luoghi poco consueti, come proprio la casa circondariale, portando la scienza in settimana di eventi ampia e diversificata. Il calendario prevede sessioni fino a domenica 11 maggio, con l’obiettivo di allargare il pubblico e rendere la ricerca comprensibile ovunque, senza segmentazioni o esclusioni.
L’iniziativa rappresenta un esempio concreto di come la cultura scientifica possa integrarsi con il tessuto cittadino, facendo dialogare esperienze diverse. La presenza di figure come Carlo Baccigalupi vuol stimolare interesse e riflessione su grandi temi come l’origine dell’universo, temi che coinvolgono la società intera, al di là delle singole vite. Trieste, città con profonde radici nella ricerca scientifica, si conferma così palcoscenico di proposte culturali rivolte a più livelli e realtà.
Il valore della divulgazione scientifica nelle realtà carcerarie
Proporre eventi scientifici in carceri come la “Ernesto Mari” significa andare oltre il concetto tradizionale di pubblico. La scienza diventa occasione per instaurare un dialogo umano e intellettuale in un contesto spesso segnato dalla solitudine e dall’isolamento. La didattica rivolgersi ai detenuti rappresenta un impegno verso un diritto alla conoscenza che non dovrebbe conoscere eccezioni.
L’evento di Baccigalupi ha evidenziato come anche i luoghi di reclusione possano ospitare momenti di confronto culturale, migliorando così la qualità della vita e offrendo spunti di riflessione nuovi a persone che normalmente non accedono a questo tipo di iniziative. Nel carcere si respira una voglia di apprendere che si manifesta attraverso curiosità autentiche, pronte a essere valorizzate attraverso incontri come questo.
Portare scienza e cultura scientifica alle persone detenute equivale a riconoscere la loro dignità e complessità, oltre a mostrare che il sapere non è destinato a pochi ma appartiene alla comunità intera, così come le domande sull’universo. Lo scambio con gli ospiti della “Ernesto Mari” ha sottolineato l’importanza di sfidare ogni pregiudizio sul pubblico della scienza e spostare il limite della conoscenza verso nuovi spazi.
L’esperienza del festival “Scienza e virgola” in carcere si inserisce così in un percorso più ampio di allargare la cultura scientifica, avvicinando temi complessi alla realtà quotidiana. Una spinta che guarda al futuro anche delle persone in contesti di marginalità sociale.