Ogni giorno, nelle scuole italiane vengono serviti due milioni di pasti, con un’attenzione particolare per i bambini delle fasce d’età più giovani. Questo ampio numero di consumi rende evidente l’importanza della ristorazione scolastica, soprattutto in concomitanza con la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che si celebra oggi. Slow Food Italia ha deciso di sollevare un’ulteriore questione, portando alla luce un fenomeno significativo che affligge le mense: il cibo sprecato.
Mense scolastiche e spreco alimentare: un problematica grave
Ad oggi, mancano informazioni precise sugli sprechi alimentari all’interno delle mense scolastiche. Questo gap è in parte dovuto alla scarsità di monitoraggio da parte degli enti competenti, che non hanno mai fatto un’analisi accurata sulla gestione di questi servizi. Chiunque abbia avuto esperienze dirette con le mense sa quanto sia evidente il problema, sebbene non ci siano dati ufficiali a dimostrarlo. In Italia, la ristorazione scolastica non è disciplinata da linee guida nazionali, il che porta ogni Comune a organizzare i propri servizi in modo autonomo e disparato.
Spesso, le mense scolastiche sono gestite da società esterne attraverso bandi pubblici, nei quali i criteri per l’assegnazione privilegiano l’offerta economica piuttosto che la qualità del servizio. Questo sistema può incentivare comportamenti che influiscono negativamente sulla sostenibilità alimentare. Ad esempio, la scelta di utilizzare ingredienti a basso costo può comportare la preparazione di pasti che non soddisfano le esigenze e i gusti dei bambini, culminando così in un maggiore spreco.
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Educazione alimentare: la chiave per il cambiamento
Slow Food Italia ha lanciato un’iniziativa per promuovere l’educazione alimentare nelle scuole, fondamentale per formare una generazione più consapevole e responsabile. L’organizzazione invita le istituzioni – dal Ministero dell’Istruzione agli enti locali – a impegnarsi attivamente per ridurre i rifiuti alimentari nelle mense. Una delle proposte fondamentali è l’implementazione di monitoraggi accurati riguardanti gli sprechi, in modo da capire le motivazioni che portano al non consumo di certe pietanze. Solo grazie a dati concreti di questo tipo sarà possibile attivare strategie efficaci per migliorare i menù e adattarli alle reali preferenze degli alunni.
L’importanza dell’educazione alimentare non va sottovalutata. Questa non rappresenta solo un modo per ridurre gli sprechi, ma anche un’opportunità per insegnare ai bambini l’importanza di una dieta equilibrata e del rispetto per il cibo.
Esempi di buone pratiche: il caso di Qualità & Servizi
Un modello alternativo per la ristorazione scolastica è rappresentato dall’esempio di Qualità & Servizi, un ente pubblico formato da sette Comuni toscani. In passato, questa società seguiva un approccio di tipo semi-industriale, spesso associato a malcontento e sprechi. Tuttavia, in seguito a una rapida ristrutturazione, l’organizzazione ha cominciato a rifornirsi di materie prime locali e a monitorare con attenzione le quantità di cibo non consumato. Questo approccio ha permesso di realizzare menù tarati sulle reali necessità alimentari degli studenti.
Grazie a tale impegno, le mense scolastiche sotto la gestione di Qualità & Servizi sono riuscite a unirsi all’Alleanza Slow Food dei cuochi, ricevendo ampi consensi per la qualità del servizio offerto. Questo cambiamento non è solo un esempio positivo, ma anche una prova che alterare in modo significativo le strutture esistenti possa portare a risultati tangibili in termini di riduzione dello spreco alimentare.
Un impegno necessario per il futuro
Il Ministero dell’Istruzione ha già riconosciuto, tramite una circolare datata 2019, che il pasto consumato a scuola ha una valenza educativa chiara. Riconoscere la rilevanza del cibo nella formazione dei giovani è un passo fondamentale per promuovere un approccio più responsabile e informato. È dunque necessario mettere in atto misure concrete per affrontare il problema dello spreco alimentare nelle mense scolastiche, partendo da un’attenta analisi e monitoraggio delle fattispecie di rifiuti. Solo in questo modo sarà possibile garantire pasti che nutrano e ispirino la futura generazione, riducendo al contempo il grave problema degli sprechi alimentari.