L’incontro a kiev tra volodymyr zelensky e i principali leader europei coincide con dichiarazioni del cremlino sul conflitto in ucraina. Le autorità russe ribadiscono la necessità di interrompere i rifornimenti di armi provenienti da Stati Uniti ed Europa come condizione per una tregua di 30 giorni. Le tensioni restano alte mentre si cerca un possibile passo verso la riduzione delle ostilità .
La richiesta russa di fermare i rifornimenti di armi come condizione per una tregua di 30 giorni
Il cremlino, attraverso peskov, ha chiarito che qualsiasi proposta per una tregua temporanea di 30 giorni deve necessariamente includere la cessazione dei rifornimenti di armi destinati all’esercito ucraino da parte degli Stati Uniti e dei paesi europei. Questa misura è definita una precondizione non negoziabile per evitare che la tregua favorisca esclusivamente kiev.
Secondo peskov, consentire tali forniture durante il cessate il fuoco rappresenterebbe un vantaggio militare per l’ucraina. Ha sottolineato che una tregua senza questa condizione sarebbe inutile, poiché kiev avrebbe modo di sfruttare il periodo per rafforzare la propria mobilitazione, addestrare nuove unità militari, portare rinforzi al fronte e fornire riposo ai soldati impegnati nel conflitto.
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Il contesto della visita dei leader europei a kiev e l’inasprimento dello scontro diplomatico
La visita dei leader europei a kiev avviene in un momento di forte tensione nel conflitto. La coalizione occidentale ha intensificato il sostegno militare all’ucraina, aumentando la fornitura di armi e materiali bellici per sostenere la resistenza contro l’invasione russa.
L’annuncio russo di voler legare la tregua a un fermo rigoroso dei rifornimenti si inserisce in questa dinamica di confronto diretto. Kiev e i suoi alleati hanno respinto più volte le condizioni poste dalla russia, ritenendole tentativi di limitare il supporto internazionale fondamentale per la difesa del territorio.
Le dichiarazioni del cremlino fanno emergere chiaramente lo stallo diplomatico, in cui ogni proposta di cessate il fuoco si trova a scontrarsi con richieste di condizioni che modificano profondamente l’equilibrio sul campo. Nel clima di kiev, durante l’incontro dei leader europei, questa situazione si fa sentire con ulteriore urgenza.
L’intervento del cremlino sulle possibilità di tregua e la diplomazia in ucraina
Il portavoce del cremlino, dmitry peskov, ha ribadito in un’intervista con abc che il presidente vladimir putin ha impegnato tutti gli sforzi possibili per risolvere la guerra attraverso vie diplomatiche e pacifiche. Tuttavia, ha precisato peskov, la situazione politica attuale non offre strumenti di pace reali e immediati, obbligando quindi la continuazione dell’operazione militare in ucraina.
Peskov ha espresso speranza sulla mediazione dell’ex presidente americano donald trump, auspicando che essa porti kiev a mostrare maggiore flessibilità e volontà politica, insieme a una crescita di saggezza nella gestione del conflitto. L’elaborazione del portavoce riflette le attese russe relative a un cambiamento di posizione da parte delle autorità ucraine sotto la pressione di un intervento diplomatico esterno.