Il suolo è un elemento cruciale per la produzione agricola e per la sicurezza alimentare. Tuttavia, in Italia, il fenomeno dell’uso intensivo del suolo sta raggiungendo livelli preoccupanti. Nel 2023, la conversione di terreni agricoli a impianti fotovoltaici ha segnato un incremento significativo, sollevando interrogativi sul futuro dell’agricoltura nel Paese. Giuseppino Santoianni, Presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori , ha espresso preoccupazione in occasione della Giornata Mondiale del Suolo, celebrata dalla FAO per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di proteggere le risorse terrestri.
I dati allarmanti sul consumo di suolo
Nel solo anno 2023, l’impatto del settore energetico ha avuto conseguenze dirette sulle aree agricole. L’evidenza dei fatti mostra che la sola installazione di sistemi fotovoltaici ha sottratto circa 400 ettari di suolo agricolo, equivalente al 9,5% del consumo annuo totale. A livello di distribuzione geografica, il Nord Italia si presenta come il peggiore, con un impressionante 46,5% delle terre agricole trasformate in aree dedicate al fotovoltaico. Le regioni del Sud Italia e le Isole non sono lontane, con un tasso del 40%. Questi numeri pongono delle domande sul futuro della produzione alimentare e sulla disponibilità di superfici coltivabili.
Le conseguenze di un utilizzo così massiccio delle terre possono essere gravi. L’erosione della superficie agricola e il cambiamento delle pratiche tradizionali potrebbero mettere a rischio la capacità del Paese di garantire la propria autosufficienza alimentare. Le rilevazioni suggeriscono che interventi urgenti sono necessari per bilanciare le esigenze energetiche con la preservazione del suolo destinato all’agricoltura.
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La posizione dell’Associazione Italiana Coltivatori
Giuseppino Santoianni ha sottolineato l’importanza di sviluppare strategie di resilienza nella gestione del suolo e delle risorse agricole. Secondo il Presidente dell’AIC, è fondamentale pensare a un mix energetico che non comprometta le terre coltivabili. Le rinnovabili devono essere promosse, ma in modo equilibrato, per evitare di sacrificare un prezioso patrimonio agricolo. Santoianni ha anche elencato pratiche agricole sostenibili, come l’agricoltura rigenerativa, che meritano maggiore attenzione e diffusione nel panorama nazionale ed europeo.
La presenza di un approccio proattivo nella gestione del suolo è essenziale per garantire che i futuri sviluppi energetici non si traducano in perdite irreparabili per il settore agricolo. L’agricoltura, elemento chiave della cultura e dell’economia italiana, deve essere protetta affinché possa continuare a prosperare senza compromettere la salute del suolo.
Rischi legati all’abbandono delle coltivazioni
L’abbandono delle coltivazioni rappresenta un ulteriore rischio per la sicurezza alimentare nel lungo periodo. Santoianni evidenzia che anche un abbandono parziale può generare squilibri nel sistema agricolo, aumentando la dipendenza da importazioni alimentari e riducendo la capacità del Paese di rispondere a eventuali crisi. Mantenere attiva la produzione agricola è cruciale, non solo per assicurare forniture alimentari, ma anche per preservare il tessuto socio-economico delle zone rurali.
La situazione attuale richiede un’azione congiunta tra istituzioni, operatori agricoli e investitori nel settore energetico. Solo promuovendo pratiche che rispettino e valorizzino il suolo, è possibile costruire un futuro sostenibile per le generazioni a venire. L’attenzione nella gestione del suolo deve essere un obiettivo condiviso, affinché l’Italia possa continuare a essere un leader nella produzione agricola, senza compromettere l’ambiente e le risorse disponibili.