Le elezioni generali in Portogallo hanno confermato il successo della coalizione di centrodestra Alleanza democratica, che ha ottenuto la maggioranza relativa dei seggi. Nonostante il risultato positivo, il gruppo al potere non è riuscito a conquistare una maggioranza parlamentare netta. Intanto il partito di estrema destra Chega ha registrato una crescita significativa, confermando il mutamento degli equilibri politici nel paese.
Risultati elettorali e distribuzione dei seggi
Lo spoglio parziale delle schede elettorali, esclusi i voti dall’estero ancora da conteggiare, mostra che l’Alleanza democratica ha raccolto il 32,7% delle preferenze, accordandosi 89 seggi su 230 nell’Assemblea della Repubblica, il parlamento di Lisbona. Un consenso più alto rispetto a un anno fa, ma non sufficiente per ottenere la maggioranza assoluta.
Partiti principali e risultati
Subito dietro si posizionano due forze politiche quasi appaiate. Il Partenio socialista e il partito Chega hanno infatti ottenuto ognuno 58 deputati, con il primo al 23,4% dei voti e il secondo al 22,6%. Il dato di Chega rappresenta un primato nella storia recente del partito di estrema destra, che rispetto alla tornata precedente ha guadagnato otto seggi, passando da 50 a 58 parlamentari. Resta in bilico il secondo posto, considerando il conteggio dei voti dall’estero, che eleggeranno quattro deputati e potrebbero modificare lievemente la classifica.
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Crescita dei partiti minori e crisi della sinistra
Alla luce della tornata elettorale, emergono movimenti significativi anche tra i partiti minori. L’iniziativa liberale, con il 5,5% delle preferenze, ha conquistato 9 seggi, migliorando la sua performance rispetto alla precedente legislatura. Sul versante opposto trova spazio il partito progressista Livre, fondato da Rui Tavares, ex eurodeputato del blocco di sinistra, che con il 4,2% ha eletto 6 deputati, incrementando di due la sua rappresentanza.
La crisi dei partiti tradizionali
Il quadro diventa invece più negativo per la sinistra tradizionale: la CDU, coalizione di comunisti e verdi, ha ottenuto solo il 3% e tre seggi, mentre il blocco di sinistra ha rischiato di scomparire dal parlamento sfiorando il 2% dei voti e assicurandosi un solo rappresentante. Restano però alcuni seggi per i partiti più piccoli, come i PAN, che difendono temi animalisti, e l’ingresso di un rappresentante di un movimento regionalista, Uniti per il popolo , dall’arcipelago di Madeira.
Astensione e riflessi sulla governabilità
L’astensione si è assestata al 35,6%, una flessione rispetto agli anni passati, segnale di un certo ritorno di interesse elettorale tra gli aventi diritto al voto in Portogallo. Nonostante la buona affluenza, la situazione politica rimane complicata. Il risultato del centrodestra, pur consistente, non consente una maggioranza parlamentare reale. Anche una coalizione con i liberali non basterebbe a garantire stabilità di governo.
Posizioni politiche dopo il voto
Il primo ministro uscente, Luís Montenegro, ha ribadito la sua posizione di non voler collaborare con i partiti di estrema destra, una scelta che limita le possibilità di formazione di un esecutivo stabile. Alla luce di questi dati si preannunciano nuove trattative parlamentari per trovare in queste settimane un’intesa che possa garantire a Portogallo un governo funzionante nel prossimo futuro.