Il cardinale mario grech e il suo ruolo chiave nella chiesa dal sinodo al futuro del conclave

Il cardinale mario grech e il suo ruolo chiave nella chiesa dal sinodo al futuro del conclave

Il cardinale maltese Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi e figura chiave nelle riforme di papa Francesco, guida il cammino sinodale verso il conclave del 2025 tra critiche e sostegno.
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Il cardinale maltese Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi e figura chiave nelle riforme di papa Francesco, è un potenziale papabile per il conclave 2025, noto per promuovere una Chiesa più sinodale e inclusiva. - Gaeta.it

Il cardinale maltese mario grech è diventato un punto di riferimento nella gerarchia cattolica, grazie a un rapido percorso che lo ha portato a guidare il Sinodo dei Vescovi. Negli ultimi anni ha assunto responsabilità cruciali per le assemblee episcopali e si profila come possibile papabile in vista del conclave del 2025. Il suo nome è legato soprattutto al processo di riforma promosso da papa francesco, focalizzato su una chiesa più aperta e sinodale.

La nomina a segretario generale del sinodo e le sfide globali

Papa francesco sceglie mario grech come segretario generale del sinodo dei vescovi, incarico che assume formalmente nel settembre 2020. Lo stesso anno viene creato cardinale. Questa nomina segna la sua entrata nella governance globale della chiesa cattolica. Il sinodo dei vescovi è l’organo che coordina gli incontri degli episcopati di tutto il mondo, svolgendo un ruolo centrale nelle decisioni.

Grech diventa protagonista del sinodo sulla sinodalità , un percorso voluto dal papa per aprire un dibattito su come la chiesa possa camminare insieme ai suoi fedeli. Spinge per maggiore partecipazione, consultazione e inclusione nelle decisioni ecclesiali. I sostenitori vi vedono un riformatore che cerca di ampliare il dialogo e il confronto. I critici temono invece che il suo approccio possa indebolire l’autorità tradizionale dei vescovi e mettere in discussione l’ordine gerarchico.

Nel marzo 2025 annuncia un progetto nuovo: il processo di accompagnamento per l’attuazione del sinodo sulla sinodalità. Questo percorso si concluderà nell’ottobre 2028 con un’assemblea ecclesiale formata da vescovi, clero, religiosi e laici, chiamata a proporre riforme per tutta la chiesa. L’iniziativa ha scatenato reazioni contrastanti, anche forti critiche da parte del cardinale gerhard müller. Müller ha espresso preoccupazione per il rischio di equiparare il ruolo dei laici a quello dei vescovi, mettendo in discussione la struttura sacramentale classica. Finora Grech non ha fornito risposte pubbliche a queste accuse.

Gli inizi e la formazione ecclesiastica di mario grech

Mario Grech nasce il 20 febbraio 1957 a Qala, un piccolo centro sull’isola maltese di Gozo. Ha completato la scuola primaria e il liceo Victoria proprio a Gozo, prima di decidere di intraprendere la strada ecclesiastica. Grech si è formato nei seminari diocesani specializzandosi in filosofia e teologia. L’ordinazione sacerdotale arriva il 26 maggio 1984.

Successivamente si trasferisce a Roma per approfondire gli studi. Ottiene una licenza in utroque iure, un titolo che riunisce diritto canonico e civile, all’Università Lateranense. Prosegue con un dottorato in diritto canonico presso la Pontificia Università di San Tommaso d’Aquino. Tornato a Malta, esercita diversi ruoli di supporto pastorale e insegna diritto canonico. È vicario giudiziale, occupandosi anche di questioni legali interne alla diocesi.

L’ascesa si concretizza nel 2005, quando papa benedetto xvi lo nomina vescovo di gozo. In questo incarico si distingue per le sue posizioni inizialmente conservatrici, ma anche per il dialogo con la comunità. Dopo 14 anni alla guida della diocesi maltese, nel 2019 arriva un nuovo incarico molto importante a livello globale.

Ideologie in evoluzione e controversie nel cammino ecclesiale

Per anni Grech ha tenuto posizioni piuttosto tradizionali, specialmente durante il suo episcopato a Gozo. Nel 2011 si oppose alla legalizzazione del divorzio, affermando che chi trasgrediva i dettami ecclesiastici non avrebbe dovuto accedere alla comunione. Ma con l’avvento di papa francesco e un governo di sinistra a Malta qualcosa cambia nel suo approccio.

Al sinodo sulla famiglia del 2014 difende le unioni civili tra persone dello stesso sesso e critica il linguaggio usato dal catechismo sull’omosessualità, giudicato offensivo per le persone LGBTQ+. Questi fatti segnano un distacco rispetto al passato più rigido, quando la sua posizione era meno aperta. Rimane però fermo sul no all’aborto.

Non si esprime mai sulla celebrazione del veto ordo nella sua diocesi, ma comunità tradizionaliste a Malta lo accusano di non rispettare pienamente il Summorum Pontificum. Nel 2017 è coinvolto nelle polemiche sulle direttive maltesi relative all’ammissione alla comunione dei divorziati risposati, accusate di andare oltre il magistero papale e di indebolire l’insegnamento tradizionale. Grech difende queste direttive e invita a interpretarle senza pregiudizi, respingendo anche le accuse di autoritarismo.

Nel contesto locale maltese ha usato toni duri verso certi settori politici europei, accusando chi frena le ONG impegnate con i migranti e parlando di posizioni “razziste” e “criminali” in alcune istituzioni.

Nel 2022 Grech critica 85 vescovi contrari al cammino sinodale tedesco, definendo le loro espressioni “non costruttive” e affermando che i leader tedeschi “sanno cosa stanno facendo”. Rafforza il concetto di sinodalità come carattere di una chiesa che ascolta, pur senza prendere posizioni specifiche sulle singole tematiche. Nel 2024 apre la porta al diaconato femminile e chiede più flessibilità pastorale a livello regionale, segnalando ancora una volta la sua disponibilità al dialogo.

Mario grech e la sua influenza nella chiesa di papa francesco

Grech rimane uno degli uomini di fiducia di papa francesco, con cui condivide una visione di chiesa più accogliente e dialogante. Parla correntemente maltese, italiano e inglese, qualità che favoriscono il suo ruolo internazionale.

Il suo cammino presenta una traiettoria che va da posizioni tradizionali a un progressismo moderato, accompagnato da un ruolo chiave proprio nel cuore delle riforme vaticane. Le sue iniziative restano sotto la lente di osservatori attenti alla tenuta della dottrina cattolica e al rispetto delle strutture gerarchiche. È protagonista di un dibattito che riflette tensioni profonde nella chiesa contemporanea, tra custodia della tradizione e spinta al rinnovamento.

La sua figura continuerà a contare mentre la chiesa affronta scelte importanti tra pochi mesi, con il conclave del 2025 all’orizzonte. Mario Grech è ormai parte del sistema centrale che disegna il volto futuro della cattolicità, proprio nel momento in cui papa francesco conclude il suo pontificato.

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