Il carabiniere ad honorem stefano papetti premiato per la tutela del patrimonio culturale ad ascoli piceno

Il carabiniere ad honorem stefano papetti premiato per la tutela del patrimonio culturale ad ascoli piceno

Il professor Stefano Papetti riceve il titolo di carabiniere ad honorem dai Carabinieri di Ascoli Piceno per il suo contributo nella lotta contro il traffico illecito e la tutela del patrimonio artistico.
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Il professor Stefano Papetti è stato nominato carabiniere ad honorem nei musei civici di Ascoli Piceno per il suo impegno nella tutela e nel recupero delle opere d’arte trafugate, rafforzando la collaborazione tra arte e forze dell’ordine. - Gaeta.it

Il riconoscimento assegnato al professor Stefano Papetti sottolinea l’impegno congiunto tra mondo dell’arte e forze dell’ordine nella lotta contro il traffico illecito di opere. La cerimonia si svolgerà nei musei civici di Ascoli Piceno, evidenziando il ruolo cruciale della città nella salvaguardia culturale.

La nomina a carabiniere ad honorem: un onore per la cultura e la sicurezza

Domani alle 11.30 nella sala Ceci dei musei civici di Ascoli Piceno, l’Arma dei Carabinieri conferisce al professor Stefano Papetti il titolo di carabiniere ad honorem. Questo riconoscimento è stato fortemente voluto dal comando provinciale dei carabinieri della città marchigiana. La cerimonia, oltre a celebrare il gesto simbolico, pone l’accento sulla collaborazione tra un esperto di storia dell’arte e le forze dell’ordine, per proteggere le opere d’arte da furti e traffici illegali.

Il titolo viene assegnato a persone esterne all’Arma che hanno contribuito in modo significativo a supportarla. Papetti, noto storico dell’arte e direttore dei musei civici locali, si è distinto proprio per il suo lavoro nel recupero di patrimoni artistici sottratti illecitamente. Tra i compiti portati avanti con i carabinieri ci sono le analisi tecniche e la consulenza nel riconoscimento delle opere rubate, attività che hanno portato a diverse restituzioni importanti.

Il comando provinciale non ha lasciato nulla al caso nel definire questo premio un giusto tributo per chi ha aiutato concretamente a riportare alla luce pezzi fondamentali del patrimonio nazionale. La scelta di tenere la cerimonia in un luogo simbolico come i musei civici rafforza questo significato.

Il ruolo di stefano papetti nella difesa del patrimonio artistico nazionale

Stefano Papetti ha alle spalle una carriera fatta di ricerca e tutela del patrimonio culturale, con particolare riguardo all’Italia centrale. La sua esperienza, maturata anche attraverso il coordinamento di progetti museali, lo ha reso un punto di riferimento per la conservazione di opere d’arte di vario genere.

In questi anni ha lavorato a stretto contatto con le forze dell’ordine di Ascoli Piceno, fornendo consulenze tecniche che si sono tradotte in interventi concreti per bloccare il mercato nero dell’arte. La sua capacità di individuare autenticità, epoche e autori ha permesso di recuperare oggetti sottratti al patrimonio pubblico. Molte colonie di capolavori trafugati sarebbero rimaste sconosciute e irrecuperabili senza il contributo di Papetti.

Questa collaborazione ha dato vita a un modello efficace, capace di coniugare competenze scientifiche con azioni investigative. L’interazione tra esperti del patrimonio artistico e carabinieri è ormai una prassi consolidata, con Papetti come figura centrale. La sua professionalità è stata ben riconosciuta anche a livello nazionale, dove ha partecipato a convegni e iniziative sulla salvaguardia del patrimonio culturale.

Le parole del comandante domenico barone e la risposta di papetti

Il colonnello Domenico Barone, comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno, ha definito l’onorificenza un atto doveroso per ringraziare Papetti. Ha spiegato che il suo lavoro, basato sulla passione e sul rigore, ha contribuito a rafforzare l’azione dell’Arma nei confronti del traffico illecito di beni artistici. Barone ha sottolineato come questa sinergia abbia creato una rete virtuosa per recuperare opere e impedire che vadano perdute.

Papetti, visibilmente emozionato, ha ricordato che “solo attraverso la collaborazione tra istituzioni si può garantire la tutela della memoria storica e artistica del paese.” Ha invitato a considerare il patrimonio culturale non solo come un’eredità da conservare, ma anche come una risorsa da proteggere insieme, coinvolgendo esperti, polizia e cittadini.

Ha ribadito la centralità di Ascoli Piceno in questo percorso di difesa, confermando la necessità di mantenere alta l’attenzione verso rischi e minacce che ancora esistono. La sua esperienza mostra che “solo un interscambio permanente tra mondi diversi, ma accomunati dallo stesso obiettivo, può assicurare risultati importanti nella lotta contro il degrado e la dispersione del patrimonio artistico.”

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