Il braccialetto elettronico contro i reati domestici: limiti e critiche al sistema di allerta

Il braccialetto elettronico contro i reati domestici: limiti e critiche al sistema di allerta

Il braccialetto elettronico per la sicurezza delle vittime di violenza domestica presenta criticità tecniche e operative, evidenziate dal caso di Cerreto d’Esi e dalle richieste di revisione avanzate da Giuseppe Villa.
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L'articolo evidenzia le criticità del braccialetto elettronico come strumento di protezione contro la violenza domestica, sottolineando problemi tecnici e operativi che ne compromettono l'efficacia e chiedendo una revisione delle misure attuali per garantire maggiore sicurezza alle vittime. - Gaeta.it

La tecnologia del braccialetto elettronico dovrebbe fornire un sistema di sicurezza per le vittime di violenza domestica, ma il suo funzionamento mostra diverse criticità. Recenti interventi istituzionali e le testimonianze delle famiglie coinvolte mettono in luce le difficoltà pratiche nell’utilizzo di questo strumento. In particolare, la distanza tra vittima e aggressore e problemi tecnici compromettono l’efficacia del dispositivo nel prevenire gli episodi di violenza.

Il funzionamento del braccialetto elettronico e le difficoltà operative

Il braccialetto elettronico è ideato come dispositivo per monitorare la posizione di soggetti sottoposti a restrizioni, con l’obiettivo di allertare immediatamente la vittima in caso di avvicinamento pericoloso. Ma in molti casi, soprattutto quando la vittima è in movimento o si sposta con mezzi di trasporto, il sistema non garantisce un intervento tempestivo delle forze dell’ordine.

Il punto di vista del ministro della giustizia

Il ministro della Giustizia carlo nordio ha spiegato che l’efficacia si basa su un equilibrio delicato: il braccialetto deve segnalare la presenza del potenziale aggressore e al contempo mettere in grado la vittima di individuare un rifugio sicuro. Per questo si suggerisce che, in caso di allarme, la persona a rischio possa rifugiarsi in posti pubblici protetti come chiese o farmacie.

Questa strategia però si scontra con la realtà, dato che spesso le vittime non si trovano in luoghi facilmente sicuri o possono essere all’interno della propria abitazione, dove il sistema di monitoraggio è meno efficace. La rete gps e la copertura di segnale risultano non sempre affidabili, soprattutto in contesti rurali o in ambienti chiusi.

Le testimonianze sulle inefficienze del sistema e il caso di cerreto d’esi

La famiglia di una vittima di femminicidio ha sollevato critiche dure nei confronti del sistema di allerta basato sul braccialetto elettronico. raffaella marruocco ha ricordato la sorella concetta, uccisa in casa nel 2023 dal marito, nonostante l’uomo fosse sottoposto a questo dispositivo.

Il fatto avvenuto a cerreto d’esi dimostra come il sistema non sia stato in grado di rilevare tempestivamente la presenza dell’aggressore, che ha colpito la donna senza che venisse dato alcun segnale d’allarme o che fossero attivate misure protettive. La sorella di concetta ha sottolineato come la casa, comune luogo considerato sicuro, non ha garantito protezione e come il braccialetto elettronico abbia creato solo uno stato di stress continuo per la vittima.

Queste parole mettono in evidenza un problema tecnico oltre che una mancanza di efficacia nella prevenzione: il gps non ha funzionato come previsto, la linea telefonica potrebbe aver avuto interruzioni, impedendo così una protezione realistica per chi vive sotto minaccia.

Richieste di revisione e proposte alternative al sistema attuale

Dopo i fatti di cronaca e le critiche dei familiari, l’avvocato giuseppe villa, legale dei marruocco, ha chiesto una revisione approfondita delle misure attuali. Secondo villa bisogna evitare di affidarsi a “rimedi fittizi” che non garantiscono sicurezza reale.

Tra le ipotesi di miglioramento si sta valutando di accompagnare il braccialetto elettronico con un controllo più stretto sull’aggressore, come restrizioni più dure e isolamento effettivo del soggetto a rischio. L’idea è garantire che chi commette reati contro familiari non possa restare in libertà, tutelando meglio le vittime da uno stato di paura continua.

Il ruolo delle forze dell’ordine e delle tecnologie

L’intervento delle forze dell’ordine dovrebbe essere più rapido e coordinato con tecnologie di monitoraggio più affidabili e magari integrate da altri strumenti che permettano un controllo costante e immediato.

Il dibattito pubblico si focalizza quindi non solo sul funzionamento tecnologico del braccialetto, ma sulla necessità di un sistema di protezione più ampio, che consideri anche gli aspetti umani e sociali del problema della violenza domestica.

L’efficacia dell’attuale strumento è oggetto di studio continuo, con la speranza di individuare soluzioni concrete per scongiurare nuove tragedie.

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