Il balletto dell'opera di Parigi torna ai parchi di Nervi dopo 43 anni con programma ridotto e pubblico numeroso

Il balletto dell’opera di Parigi torna ai parchi di Nervi dopo 43 anni con programma ridotto e pubblico numeroso

Il balletto dell’opera di Parigi torna ai parchi di Nervi a Genova dopo 43 anni con un programma ridotto e condizioni ambientali difficili, suscitando reazioni miste tra il pubblico e critici.
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Il balletto dell’Opera di Parigi è tornato dopo 43 anni ai Parchi di Nervi a Genova, proponendo una selezione di coreografie celebri in un evento molto atteso ma limitato da condizioni ambientali e organizzative che ne hanno ridotto durata e impatto. - Gaeta.it

Il ritorno del balletto dell’opera di Parigi ai parchi di Nervi dopo più di quattro decenni ha richiamato una grande affluenza di spettatori. La compagnia francese ha proposto un repertorio di brani celebri, ma lo spettacolo ha suscitato reazioni miste. Le condizioni ambientali hanno influito sul formato e sulla durata dell’esibizione, creando un’atmosfera insolita per una compagnia di questo calibro.

La performance del balletto dell’opera di Parigi a Genova nervi

Dopo 43 anni dalla storica rappresentazione di “Don Chisciotte” firmata da Nureev, il balletto dell’opera di Parigi è tornato ai parchi di Nervi di Genova per una serata che ha attirato il pubblico delle grandi occasioni. L’evento ha visto la partecipazione di artisti di alto livello che hanno proposto una selezione di coreografie brevi sotto il titolo “Signature Pieces”. Il ritorno ha rappresentato un momento atteso ma il risultato ha lasciato qualche perplessità.

Il programma, per vari motivi, è stato ridotto rispetto a quanto di solito si aspetta da una compagnia di questo prestigio. La durata totale è stata di circa un’ora e non è stato possibile assistere a un balletto completo con orchestra dal vivo. L’accompagnamento musicale era basato su registrazioni che non sempre hanno soddisfatto le aspettative di qualità. L’umidità e la difficoltà di mantenere il palcoscenico sicuro, vista la possibile scivolosità, hanno influenzato la scelta di proporre numeri più contenuti. Questo ha limitato la spettacolarità e l’impatto complessivo dell’evento.

I brani proposti e le interpretazioni degli interpreti principali

Il programma “Signature Pieces” ha incluso cinque coreografie provenienti da diversi autori, ciascuna con uno stile e un carattere distinti. L’apertura è stata affidata al “Grand Pas Classique” di Victor Gsovsky, coreografia del 1949 famosa per il suo virtuosismo. Bleuenn Battistoni ha interpretato il ruolo principale accompagnata da Francesco Mura, offrendo un’esibizione elegante e pulita. Il pezzo ha mostrato la tecnica e la precisione tipiche dell’opera francese.

Uno dei momenti di gruppo è stato l’estratto dal terzo atto di “Raymonda”, su musiche di Glazunov, con coreografia originale di Petipa rielaborata da Nureev nel 1983. Qui, una fila di danzatori ha sostenuto i protagonisti Saeeun Park e Paul Marque nei rispettivi ruoli di Raymonda e Jean de Brienne. Lo spettacolo ha evidenziato la capacità della compagnia di montare scene corali con sincronia e impatto visivo.

La terza coreografia è stata “Le Jeune Homme et la Mort” di Roland Petit, noto anche per essere stato direttore artistico ai parchi di Nervi. Su musiche di Bach, il pezzo racconta un dramma cupo: il destino incarnato da una donna in abito giallo conduce il giovane protagonista al suicidio. Hugo Marchand e Roxane Stojanov hanno interpretato la coppia con intensità, anche se l’equilibrio tra la musica e il movimento non è sembrato perfetto.

Dopo il celebre “Cigno” di Saint-Saëns nella versione di Michel Fokine, interpretata da Dorothée Gilbert, la serata si è conclusa con “Le Parc”, coreografia di Angelin Preljocaj su musica di Mozart. Ludmila Pagliero e Mathieu Ganio hanno portato sul palco la chiusura con eleganza e controllo, dando un ultimo momento di attenzione agli aspetti più moderni della danza classica.

Organizzazione e condizioni dei parchi di Nervi durante lo spettacolo

Quest’anno i parchi di Nervi hanno visto un allestimento diverso per ospitare lo spettacolo del balletto dell’opera di Parigi. I servizi sono stati spostati nel vecchio edificio della foresteria mentre il bar, affidato a Esselunga, è stato collocato in cima al prato della platea, vicino alla villa. Questa collocazione ha facilitato l’accesso ai visitatori, ma lo spazio a disposizione per sedersi e riposare è risultato limitato.

In particolare, il numero di tavolini a disposizione è stato ridotto a sei, un numero insufficiente per il potenziale pubblico presente. Il prato ampio e panoramico avrebbe potuto offrire più occasioni per soste comode, ma non sono state attrezzate aree sufficienti. Questo dettaglio è emerso come piccolo difetto organizzativo, soprattutto in un contesto di alta partecipazione e lunga attesa per assistere a un evento di livello internazionale come questo.

Condizioni ambientali e impatto sulla performance

L’ambiente naturale, pur affascinante, non ha evitato problemi causati dall’umidità notturna, che ha influito sia sulla sicurezza degli interpreti che sulla qualità della rappresentazione. Queste condizioni hanno imposto sacrifici nel programma e nell’allestimento, modifiche visibili a chi conosce la storia e le tradizioni di questo festival estivo nei parchi di Nervi.

Ogni anno il ritorno di grandi compagnie porta con sé aspettative importanti da parte del pubblico e dei residenti. Genova, con i suoi spazi suggestivi, rimane una cornice ambita per eventi culturali di richiamo internazionale, ma ospitare al meglio spettacoli così impegnativi richiede attenzione ai particolari formali e logistici. Questa edizione del balletto dell’opera di Parigi lascia spunti per miglioramenti futuri, soprattutto nella gestione degli spazi e nell’organizzazione tecnica.

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